OGGI PARLIAMO DI… del 13/02/2011

ritratto di Nicola Pizzillo

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Nella puntata si affrontano gli argomenti: FESTA DELL’UNITA’ D’ITALIA , TSUNAMI IN GIAPPONE, MALATTIE RENALI e DOPPIO SENSO IN VIA VAZZANA.

FESTA DELL’UNITA’ D’ITALIA

Vincenzo Garbo, segretario del Partito Democratico, afferma che quella del 17 marzo è la festa di tutti gli Italiani a prescindere dal colore politico, e vuole dire in punta di piedi che si sarebbe aspettato come l’Amministrazione comunale avesse ricordato tale festa come fanno in molti comuni viciniori, in quanto PD organizzarà una manifestazione il 31 marzo, mentre il 17 invece, ad iniziativa di tre associazioni culturali, la Civitas, il Forum delle Associazioni di Luciano Luciani, l’associazione Fuori Orario di Nicolò Pizzillo, con la partecipazione del Liceo Artistico Bianca Amato, presso la sala capriate si terrà una conferenza a cui parteciperanno il prof. Paterna docente di storia del Risorgimento dell’Università di Palermo, il condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi, il prof. Buttitta noto antropologo dell’Università di Palermo, Vincenzo Cesare quale moderatore, a seguire nell’ottagono di S. Caterina vi sarà fino al 20 una mostra di tavole con scene del Risorgimento, di cimeli del 1861, articoli di giornale, ci sarà anche un documento letto da Giuseppe Garibaldi nell’anno 1862 nel balcone della vecchia azienda turismo, che allora era il Palazzo di città, questo per far comprendere come Cefalù si inserisce in pieno nel processo di unità nazionale, ha versato il suo sangue con Salvatore Spinuzza, martire della patria, ma anche con i fratelli Botta.
Vorrebbe spendere una parola per ricordare il Risorgimento, che non è solo il ricordo di una pagina di storia che è trascorsa, ma è anche voler attualizzare i valori che ancora oggi ci tengono vivi e che non dobbiamo disperdere, valori che si ritrovano nella nostra Costituzione; proprio ieri c’è stata una manifestazione nazionale a sua difesa. Se chiediamo in che cosa si vede ancora oggi il Risorgimento, gli vengono in mente delle parole di Calamandrei, uno dei padri della nostra Repubblica, che in un discorso del 1955 diceva: “lo sapete dove sono gli eroi nel Risorgimento? Essi sono ancora vivi e si ritrovano nella nostra Costituzione, laddove è scritto all’art. 11“ l’Italia ripudia la guerra” ebbene li c’è Mazzini, quando noi leggiamo all’art. 8 che “tutte le religioni sono ugualmente libere dinanzi alla legge” la c’è Cavour, quando leggiamo all’art. 27 che “la pena di morte è abolita”, lì c’è Cesare Beccaria, quando leggiamo l’art. 52 che dice “le forze armate si confanno allo spirito democratico della nazione”, li c’è Giuseppe Garibaldi”. Quindi quegli uomini che hanno fatto il Risorgimento sono da ricordare e per questo, in quanto partito, giorno 31 si è deciso di fare questa iniziativa ma anche come associazioni culturali si è deciso di ricordare questa pagina di storia che è ancora viva, proprio anche per inserirsi in un vuoto dell’Amministrazione comunale su questi temi.

Daniele Tumminello, responsabile cultura ed organizzativo del Partito Democratico, uno dei giovani emergenti della politica cefaludese, espone come sarà articolata in dettaglio la manifestazione del 31 marzo: “ I festeggiamenti dell’unità d’Italia meritano un’attenzione particolare soprattutto dalla Sicilia, per due ragioni, perché da qui è partito quel processo che poi ha portato l’Italia a diventare una cosa sola e non più un’espressione geografica come qualcuno amava definirla anni prima, e poi perché il contributo di idee, di sangue, di uomini che la nostra terra ha offerto al processo risorgimentale è sicuramente indicativo. Al di là della manifestazione del 17 più storica che cercherà principalmente di commemorare l’epopea di Giuseppe Garibaldi, quella del 31 che si è intestata il PD consiste in una conferenza che vuole aprire una prospettiva sull’oggi partendo da quello che è stato il passato. La festa dell’unità d’Italia ci obbliga a valutare le prospettive del risorgimento e le sue conseguenze che si sono materializzate nella Costituzione, anche se in essa sono confluiti molti contributi dell’esperienza post-fascista, ma è chiaro che si parte dallo Statuto Albertino (di Carlo Alberto di Savoia, n. 1798 m. 1849 n.d.r.) per arrivare alla nostra Costituzione che è quell’anima che ci tiene uniti come nazione, oggi messa sotto attacco e sotto assedio da più parti ed il 31 analizzeremo questi aspetti che partendo dal Risorgimento portano alla Costituzione. Una finestra sul Federalismo è d’obbligo, esso sembra diventato la nuova prospettiva dell’Unità d’Italia, saremo uniti ma autonomi, questo viene detto in Costituzione, il problema è come interpretare il concetto di autonomia. Già durante il Risorgimento Cattaneo parlava di Federalismo, per cui non è una novità tirata fuori dalla Lega, il problema è che quest’ultima vuole gestire questo processo in forme più scissioniste che federaliste. Questo tema ci interessa molto e speriamo che riusciremo ad interessare gli altri. Come relatori speriamo di poter portare il prof. Matteo Di Figlia, storico ed il prof. Lauricella docente di Diritto Pubblico, entrambi dell’Università di Palermo, con la partecipazione di Frà Salvatore Vacca docente della Facoltà Teologica Siciliana, storico della Chiesa, modererà il giornalista di RAI Sicilia Nuccio Vara”.

Toni Franco, consigliere del PD, ringrazia il prof. Salvatore Liberto per i suoi cimeli offerti amichevolmente in visione durante la manifestazione, di cui è un grande collezionista. Ritiene che l’iniziativa del PD sia un atto di amore verso la città, svolto in supplenza di un’Amministrazione comunale assente, con questo non si vuole mettere il cappello sull’iniziativa ma si invita tutta la cittadinanza a rendersi partecipe di queste iniziative.

TSUNAMI IN GIAPPONE

Pino D’Anna, direttore dell’Osservatorio di Geofisica e Vulcanologia di Gibilmanna.
Quando c’è un evento sismico, dall’Osservatorio, in modo automatico, avviene l’invio di dati alla centrale di Roma, lì c’è un responsabile che tiene i rapporti con la protezione civile. Tutte le stazioni di rilevamento del mondo, come la nostra, registrano questo evento anche dopo 4 -5 ore dal suo inizio, vi sono infatti delle onde lunghe che si propagano sulla superficie terrestre e che possono fare anche due volte il giro del mondo. Lo Tsunami è un effetto del terremoto squisitamente locale, limitato alle coste dove si propagano le onde sismiche; il danno in Giappone non lo ha causato il terremoto ma lo tsunami, a causa della conformazione delle loro coste eccessivamente bassa, dove si abbattuta un’onda dell’altezza di 10 metri. Il nostro rischio nel Mediterraneo rispetto agli tsunami: il catalogo nazionale dei terremoti riporta appena 72 tsunami dal 79 d.C. ad oggi, queste sono gli eventi accertati e ne sono stati scartati 94, perché sono dei falsi allarmi. Lo tsunami è generato da un terremoto che ha avuto origine in una faglia sottomarina, vi è una grande energia generata dalla rottura della crosta terrestre che si propaga attraverso l’acqua, occorre considerare che l’onda attraverso l’acqua è alta qualche centimetro, i 10 metri si formano nel momento in cui si propaga ed arriva sottocosta, dove la conformazione batimetrica fa si che aumenta di frequenza ed aumenta di ampiezza. Di questi 72 tsunami catalogati in Italia soltanto 21 hanno interessato le nostre coste, il Mediterraneo pur essendo un mare chiuso e piccolo ha vissuto un evento identico a Messina nel 1908 che ha fatto migliaia di morti, anche se il sisma era solo di 7,9 gradi di magnitudo lo tsunami è stato generato dalla conformazione batimetrica della costa dove l’imbuto dello Stretto di Messina ha consentito l’innalzamento delle onde. Se questo sisma giapponese si fosse verificato in Abruzzo anche Roma sarebbe stata rasa al suolo per l’effetto di propagazione delle onde sismiche, mentre in Giappone dove costruiscono case in legno che assorbono i movimenti ed in cemento armato con basi mobili i morti sarebbero stati poche decine senza la devastazione dello tsunami. Per passare da magnitudo 7 a 8 bisogna moltiplicare per 10 l’energia che si sprigiona. In Sicilia orientale nel 693 vi fu un terremoto che fece migliaia di morti. Gli tsunami sono cagionati da vari eventi, una eruzione vulcanica sottomarina, un terremoto sottomarino ma anche da una frana caricativa, cioè se frana del materiale in mare, come avvenuto a Stromboli nel 2002.
Al telefono si collega una cittadina giapponese, che al momento si trova a Cefalù, a cui il conduttore Geraci rivolge un saluto di solidarietà da parte della trasmissione e chiede notizie su come ha vissuto l’evento. Ella riferisce di aver appreso la notizia dalla TV e poi si è collegata su internet, fortunatamente i sui genitori vivono distanti dalla zona interessata, ad Osaka. I giapponesi hanno vissuto questo evento con grande dignità e compostezza poiché sono abituati a convivere con i terremoti anche se questo è stato eccezionale.

Toni Franco, che si è occupato di ricerca delle maggiori catastrofi dell’antichità, ricorda che nel Mediterraneo vi furono molte civiltà che furono travolte dai terremoti, per questo essi generano paure alla nostra popolazione anche se i fatti si verificano i zone lontane, viviamo questi eventi con una partecipazione maggiore, comunque occorre rassicurare la popolazione che quello che è avvenuto in Giappone non si può verificare da noi. Domanda poi al dr. D’Anna se questo spostamento di 10 centimetri dell’asse di rotazione terrestre può avere effetti concreti sulla nostra percezione ed al Vice Sindaco Corsello chiede se non occorra dotarsi di un piano di sicurezza e di evacuazione dalla nostra città che ha una conformazione urbanistica a budello, per saper affrontare eventi di questo tipo, visto che ci troviamo davanti ad una piccola cintura di fuoco dalle Eolie ad Ustica. D’Anna rassicura che questo spostamento non ha nessuna refluenza sulle stagioni o sul tempo, poi parla di come le antiche città greche di Selinunte e Segesta, sebbene vicine abbiano avuto sorti differenti, con la prima che a seguito di un terremoto ha avuto il tempio nord raso al suolo mentre il tempio dell’altra è rimasto intatto, il fenomeno si spiega per il materiale su cui poggiano i due templi che genera diverse amplificazioni delle onde sismiche, analoga cosa avviene per i paesi, vedasi quello che avviene nel messinese, fenomeno che prende il nome di diversificazione delle zone di risentimento. Nel terremoto a Palermo del 2006 con epicentro ad Ustica, c’è stato un risentimento differenziale tra le zone poste sui tufi stabilizzanti e zone sugli alvei dei vecchi fiumi che hanno ricoperto di terriccio, costruendoci sopra dei palazzi che hanno avuto dei danni,

Corsello ritiene che gli eventi del messinese non siano dovuti ad una cattiva pianificazione urbanistica bensì a dei veri e propri abusi edilizi in zone sottoposte a dissesto idrogeologico, comunque tranquillizza la popolazione perché esiste un piano di protezione civile efficiente ed efficace anche a livello interprovinciale e che esistono strutture pubbliche collegate con l’osservatorio di Gibilmanna.

Tumminelloo fa notare come a livello scolastico si sia allentata la presa sulla sicurezza, mentre dopo il terremoto di Pollina del ’93 ci fu un fiorire di esercitazioni di evacuazione. I giapponesi sono abituati fin da piccoli ad esercitazioni effettuate a sorpresa, per allenarsi a saper gestire anche la paura, cosa impossibile che succeda da noi.

MALATTIE RENALI

Sul tema relaziona il dr. Domenico Ferrara che ha partecipato ad una conferenza tenutasi il giorno precedente a Cefalù. Si è parlato di prevenzione di tali patologie sia dal punto di vista dietetico che pratico, mangiare il pesce ci può venire incontro ma anche bere un certo quantitativo d’acqua al giorno (lt. 1,5) riesce a fornire un’idratazione corporea adeguata e previene la formazione di calcoli, abolire o ridurre al minimo l’uso delle sigarette mantiene tonici i vasi sanguigni ma soprattutto occorre un po’ di attività fisica, basterebbe una passeggiata di una ventina di minuti per tre volte la settimana.

DOPPIO SENSO IN VIA VAZZANA

Vice Sindaco Roberto Corsello, sull’ordinanza n. 5 del 6/2/11 si sono generati diversi equivoci, essa istituisce il doppio senso di circolazione dall’intersezione della via Cannizzaro con la via Vazzana fino al Lungomare e trae origine da una serie di valutazioni che l’ufficio di Polizia Municipale ha sottoposto all’Amministrazione, prima di tutto quella di cercare di risolvere il nodo di via San Pasquale, che per effetto del piano traffico vigente, è diventato il passaggio obbligato per raggiungere il lungomare. L’obiettivo è quindi quello di alleggerire quel punto strategico intercettando parte del traffico in entrata dal lato ovest, evitando l’attraversamento della via Roma per entrare al lungomare. Questa soluzione presenta due criticità, gli incroci pericolosi della via Cannizzaro e della via Pintorno con la via Vazzana, e l’eliminazione di una serie di posti auto dinanzi l’ufficio postale. Si è così deciso di sperimentare per un mese questa ordinanza, al termine di questo periodo si verificheranno se i benefici sono stati peggiori dei danni e si è pensata di farla partire nel mese di aprile, proprio perché a fine marzo il mercato sarà trasferito dal lungomare e non ci sarà quindi il problema del sabato. L’Amministrazione è pronta al dialogo con tutti, se l’esperimento andrà bene proseguirà, se non funziona si tornerà allo status quo.

Totò Fertitta, titolare di una rivendita di motocicli, si sofferma dapprima sulla pericolosità che si crea all’incrocio dell’Extrabar, che la sera si trova al buio, poi sul disagio degli utenti delle poste e degli esercizi in zona che non troverebbero dove lasciare l’auto, in quanto scomparirebbero un fila di parcheggi liberi. Si chiede dove andranno d’estate tutte quelle macchine che scendendo al lungomare non dovessero poi trovare parcheggio, queste dovrebbero tornare indietro, passare dalla via dei Mulini ed immettersi sempre sulla via Roma per poi scendere da via San Pasquale a cercare un posto nel parcheggio vicino al Riva del Sole.

Toni Franco del PD, abitante in via Vazzana, condivide le critiche mosse da Fertitta all’ordinanza e ritiene che occorre mettere mano ad un piano traffico generale, intervenire in un’area come quella è molto pericoloso, come dimostra un esperimento passato messo in atto dall’ex assessore Lombardo.
Vincenzo Garbo, segretario del PD, pone l’accento sull’esiguo organico di vigili urbani che dovrebbero garantire il controllo sugli incroci pericolosi, bisognerebbe integrare il pagamento del loro monte-ore di servizio o attingere a nuove unità con la mobilità. Vi sono inoltre un numero eccessivo di pass-auto rispetto ai residenti che li costringe alla continua ricerca di parcheggi.

Corsello replica che lo snodo di via Pintorno verrà attenzionato, che il senso di marcia nel tratto terminale di via Pintorno verrà modificato, che verrano revocate le concessioni alle bancarelle che ivi stazionano, che verranno spostate alcune strisce blu da via Pintorno da cedere poi ai residenti in cambio dei posti auto persi in via Vazzana. Sarà potenziata l’illuminazione in via Pintorno ed allargata la sede degli incroci. Con l’ordinanza si vuole intercettare solo una parte del traffico diretto al lungomare. Il piano urbano del traffico redatto sotto la Vicari dal prof. Corriere di Palermo c’è ma non può trovare applicazione, perché presuppone la realizzazione di una via d’uscita dalla fine del lungomare e l’allargamento della via Bellini. Il nuovo PRG prevede una via d’uscita dal lungomare ma è di la da venire. I soldi per i vigili contrattisti sono stati stanziati fino a dicembre 2011 utilizzando i proventi del 50% delle contravvenzioni, per cui i vigili d’estate saranno per strada. Verranno inoltre revisionati tutti i pass dei cittadini verificando il possesso dei requisiti per il rilascio. Il problema traffico non è facilmente risolvibile poiché deriva da una carenza infrastrutturale spaventosa e da un enorme parco auto circolante.

La trasmissione si chiude accennando al problema della chiusura del potabilizzatore, su cui si effettuerà una apposita trasmissione.