Nella imminenza della partenza per Cefalù, e il dopo la partenza (definitiva) da Cefalù

ritratto di Pino Lo Presti

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Il “Tipo” giunse a Cefalù dopo un breve soggiorno a Napoli, dove presso l’Hotel Metropole fu compiuto un atto di magia per un “felice e rapido arrivo”.
Il 31 marzo 1920 Aleister Crowley giunse a Cefalù in compagnia di Ninette Fraux e dei figli Hans e Howard. Prese alloggio in un albergo nel quale non volle trascorrere una notte di più. Al crepuscolo del primo giorno trascorso in paese, Crowley celebrò un rito per salutare gli Dei e le Dee del luogo. La mattina seguente, un tale Don Giosuè, proprietario di un negozio nei pressi dell’albergo, si offrì di affittargli una villa. La casa in questione, in contrada Santa Barbara, era di proprietà del Barone Carlo La Calce. Il contratto di affitto fu firmato in seguito, congiuntamente da Sir Alastor de Kerval e dalla Contessa Leah Harcourt.
L’ Abbazia di Thelema fu abitata per circa tre anni da Crowley assieme ad alcune donne e a dei bambini presumibilmente loro figli.

Finita l’esperienza a Cefalù, Crowley riprende a peregrinare per l’Europa, portandosi sempre appresso la nomea di farabutto imbroglione, scrivendo sempre più e perfezionando le sue arti magiche stabilizzatesi attorno al fulcro centrale della “Thelema”, conoscendo personaggi eminenti che lo introdurranno alla conoscenza dei riti massonici iniziatici di tradizione egizia e da cui trarrà gli spunti necessari all’elaborazione di tutte quelle teorie della conoscenza che oggi rappresentano un cardine indiscutibile nella tradizione magico-mistica mondiale. Attraverso gli anni, l’esperienza ed il fervente interessamento all’esoterismo, egli raggiungerà traguardi mai prima pensati in campo occulto, venendo paragonato a Cagliostro o ad Eliphas Levi. La sua opera, di tradizione magica e cerimoniale, viene giudicata immensa, coraggiosa, fuori da ogni schema fino ad allora concepito, ed oggetto di studio approfondito da parte di centinaia e centinaia di occultisti, pur essendo, dal momento stesso in cui nacque, sempre associato e paragonato al generico archetipo del “maestro del buio” e “sacerdote del male”. La sua vita terminò il 1° dicembre del 1947, quando la sua opera già alitava sul mondo come immortale, a causa di una bronchite e di una degenerazione del miocardio.
Amò molto Cefalù, tanto che nel suo testamento scrisse che voleva essere seppellito sulla Rocca, accanto al Tempio Megalitico, detto di “Diana”.