Conferenza Finale dei Seminari di SiciliAntica

ritratto di rosalia liberto

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Sabato 5 marzo, a conclusione del seminario“Luoghi e culture nella Sicilia preistorica” promosso dalla sezione di Cefalù di SiciliAntica, ha avuto luogo, presso la Sala Consiliare del comune di Cefalù, l’ultimo incontro. Il Prof. Sebastiano Tusa archeologo di fama internazionale, già Sovrintendente del Mare della Regione Siciliana, professore di Paletnologia presso l'Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e oggi Sovrintendente dei Beni culturali per la provincia di Trapani, ha tenuto una conferenza dal titolo “La Sicilia preistorica alla luce delle recenti scoperte”. Ancora una volta, la Sicilia è presentata come una fonte inesauribile di risorse storiche, di documenti che raccontano una cultura che ha profonde radici e che di queste ancora oggi si nutre. La trattazione del Prof. Sebastiano Tusa è stata supportata da un notevole contributo di immagini chiarificatrici e, talvolta, indispensabili, al fine di rendere manifesto il contenuto di studi e di ricerche che hanno caratterizzato la sua pregevole attività archeologica. Lo studioso ha presentato una Sicilia nei suoi mutamenti legati al variare della crosta terrestre nel corso dei millenni, ribadendo che il fatto geografico sta alla base del fatto storico e archeologico: “uomo e natura sono prodotto della situazione geografica”. In tal senso, tutti gli studi dei naturalisti della seconda metà dell’Ottocento, legati alla corrente positivista, hanno consegnato delle nuove basi alla lettura della storia e dell’evoluzione dell’uomo. Darwin fra questi emerge con i suoi studi e la teoria evoluzionista. Il prof. Tusa ha ricordato emeriti studiosi che sono considerati apripista per quel concerne la ricerca archeologica e lo studio della Sicilia preistorica; uomini illuminati come Gemmellaro, Fabiani, Cipolla, Ruggeri hanno fatto luce sulla nostra storia più remota. L’Abate Scinà assume un ruolo decisivo fra gli studiosi, ponendosi come colui che riuscì a comprendere e soprattutto, ad eliminare delle false convinzioni: infatti, alcuni crani ritrovati in Sicilia e appartenenti al periodo preistorico presentavano un foro centrale che, prima di Scinà, si pensava essere il foro che accoglieva l’occhio dei ciclopi, mitici abitanti della Sicilia, ma Scinà scopre e comprende che trattasi di crani di elefanti e il foro è la sede della proboscide. Ecco che la ricerca archeologica e quella scientifica aiutano a definire la storia ed hanno la funzione peculiare di rintracciare il passato, indagarlo, illuminandolo di nuove conoscenze. A tal proposito, il Prof. Tusa cita Carlo Cattaneo: “la cronologia è l’occhio della historia”. La scoperta dell’industria litica rappresenta un anello importante al fine della ricostruzione della vita dell’uomo preistorico in Sicilia. In tal senso, presso la grotta “Riparo del Castello” (Termini Imerese), sono stati ritrovati numerosi esempi di industria litica, appartenenti alle cultura dall’Epigravettiano al Neolitico. Di grande importanza è stato anche l’intervento del Prof. Tusa sull’arte rupestre, che è testimonianza figurativa forte della civiltà preistorica. Egli si è soffermato sulle grotte dell’Addaura e sulle rappresentazioni figurative presenti al suo interno (ne esistono dei calchi al Museo Archeologico “A. Salinas” di Palermo) e le varie ipotesi interpretative. A proposito dell’arte rupestre è stata citata la grotta di Levanzo e le suggestive linee incise sulle pareti insieme a elementi vulvari, legati probabilmente a un rituale. L’arte è rituale in questo momento della preistoria, è rituale eseguito secondo norme codificate dalla società che lo pratica. L’ossidiana ha rappresentato il primo commercio per la Sicilia la quale fin dalla preistoria è stata aperta agli scambi con culture diverse, iniziando un fecondo processo di acculturazione che ha portato a quello che siamo oggi. Le immagini, a volte, riescono a rendere fortemente l’idea di un sentimento, di un forte sentire e percepire la realtà, il senso del luogo di appartenenza che condiziona e stimola la propria esistenza. A tal proposito, il ritrovamento di un villaggio preistorico nella località di Castelluccio, nel siracusano, ha permesso di conoscere le tipologie di sepoltura del sito, che presentano grotticelle arrotondate, scavate nella roccia, che si aprono verso l'esterno e sono chiuse da portelli scolpiti in rilievo con simboli a spirale alla superficie e motivi che richiamano l'atto sessuale. La cultura castellucciana viene datata da alcuni tra il 2200 a.C. e il 1800 a.C. Il prof. Tusa ha sottolineato la compresenza di due sentimenti contrastanti MORTE e VITA. La morte per la funzione tombale della pietra incisa e il senso della vita nell’atto di procreazione che è plasticamente rappresentato. Quindi, la cultura castellucciana ha sintetizzato il senso dell’essere siciliano, che poi soprattutto in età moderna autori come Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Bufalino hanno approfondito ed espresso nelle loro opere letterarie e teatrali. Il doppio sentimento di vita e di morte presente nello spirito dei Siciliani, peculiare dell’identità siciliana, della sicilianità dell’uomo isolano. Vita e morte: rapporto contrastante, una dualità che si rigenera e si arricchisce. Nel dibattito finale, grazie ad un gradevole confronto tra il prof. Tusa e alcuni intervenuti, si è focalizzata l’attenzione sulla valenza simbolica di taluni reperti e segni grafici preistorici, sul rinnovato interesse per le questioni dell’archeologia preistorica e le sue finalità promozionali, ma anche sulle evidenze archeologiche della nostra città, in particolare l’Edificio megalitico sulla Rocca di Cefalù, detto “Tempio di Diana” e le mura megalitiche. E’ intervenuto pure il prof. Antonio Franco, docente del Liceo “Mandralisca” e cultore universitario di Storia antica, che ha espresso, in qualità di consigliere comunale, il suo vivo compiacimento per il felice incontro fra la sede istituzionale che ha ospitato la conferenza e tematiche di così alto rilievo culturale, le quali possono contribuire alla crescita formativa della nostra Città e interessare specialmente i giovani; inoltre, ha ringraziato SiciliAntica, in particolare la sua Presidente, prof.ssa Melina Greco, per il impegno nella promozione culturale e nell’organizzazione di incontri di così alto livello qualitativo; ha voluto citare i giovani studenti del Liceo “Mandralisca”, che hanno assicurato una presenza costante e interessata alle conferenze e che erano presenti anche alla conclusione, malgrado il sabato di Carnevale: essi costituiscono il più forte stimolo a continuare su questa strada per favorire la crescita del dibattito culturale nella città Normanna. Il ciclo di conferenze promosso da SiciliAntica ha consentito di riflettere e approfondire questioni storiche, antropologiche e artistiche di straordinario valore, che fanno ben comprendere le radici più profonde del nostro passato e percepire l’enorme patrimonio di cui siamo eredi e che siamo tenuti a salvaguardare e trasmettere perchè senza passato non vi può essere un presente né tanto meno un futuro consapevole e cosciente.