PARCO DELLE MADONIE: UNA MANCATA OCCASIONE DI SVILUPPO

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Auguriamo al Dott. Angelo Pizzuto, Commissario dell’Ente Parco delle Madonie, un proficuo lavoro ed auspichiamo che si possa puntare con convinzione alla tutela e valorizzazione del territorio del Parco delle Madonie.
Restiamo fortemente convinti che il Parco resti il volano per il rilancio socio-economico e culturale di questo territorio; crediamo ancora una volta in esso anche se permane un senso di malessere: ci sentiamo mortificati e delusi da una serie di fallimenti e dall’assenza di un vero coordinamento, concause che hanno provato questo territorio facendo crescere un forte dissenso tra gli operatori ed i residenti del Parco delle Madonie.
In pratica, non possiamo non rilevare che, dalle criticità emerse, il territorio non è stato amministrato nel senso auspicato; lo si è privato, cioè, di ogni minimo contenuto teso alla reale tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente circostante.
Il Parco ad oggi non è riuscito ad interagire con il territorio e ad attuare nuove attività economiche moderne come l’agricoltura eco-compatibile, l’eco-turismo, l’artigianato , il restauro ambientale , la forestazione produttiva, tutte attività che si stanno evolvendo in questa era moderna e che trovano i giusti connotati proprio nei Parchi.
Certo è che in questi anni di gestione l’Ente parco ha consegnato agli operatori solo una pervasiva sensazione di vuoto, di assenza di certezza, di un livello mediocre dell’immagine da vendere che forse non è servito nemmeno ad attirare le farfalle.
Basta solo ricordare che i redditi provenienti dalle attività storiche come le quelle artigianali tipiche e le agro-silvo-zootecniche sono da tempo divenute irrisorie.
La percezione diffusa nella maggior parte dei cittadini residenti nei Comuni afferenti il Parco delle Madonie e quella di considerare la Struttura come un “carrozzone” inutile, in contrapposizione invero con una spiccata sensibilità ambientale e culturale che è propria del nostro territorio.
A più di vent’anni dall’istituzione registriamo che tutto si è limitato alla gestione amministrativa (rilascio di nulla osta spesso rilasciati con estremo ritardo) e l’ente parco è rimasto distante dalle reali esigenze del territorio e dei suoi abitanti.
Registriamo che nessuna seria proposta progettuale è stata effettivamente concretizzata sul territorio e gli stessi Amministratori (tra cui il sindaco di Castelbuono Mario Cicero) in numerose occasioni hanno dimostrato inerzia e incapacità nello svolgimento di una corretta gestione volta alla valorizzazione del nostro territorio, sciupando importanti risorse finanziarie da destinare ad investimenti, e dedicandole principalmente ad eventi, viaggi e feste paesane, cose futili e poco utili per il nostro territorio e per gli operatori; forse utili sicuramente per il nostro sindaco per propagandare la propria attività politico-istituzionale, scadendo nell’inutile protagonismo alle spalle della collettività attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie del Parco.
Registriamo invece con amarezza che ad oggi il parco non si è dotato di personale essenziale per il raggiungimento delle finalità stesse dettate sin dalla sua istituzione e cioè di guardie parco, guide, manovali esperti di restauro ambientale e personale manutentore del territorio del parco.
Il mancato controllo del territorio e la mancanza di una precisa politica di concertazione e di programmazione finanziaria ha creato sfiducia verso l’istituzione da parte dei cittadini residenti ed in particolar modo di tutti coloro che vedono in esso un potenziale “moltiplicatore economico” leva per il rilancio del nostro territorio.
Senza sottrarci dal senso di responsabilità verso il nostro territorio, desideriamo, comunque, ricordare alcune delle questioni fondamentali che attendono risposte certe, per la sopravvivenza del parco:
- L’assenza di manutenzione ordinaria di sentieri, viabilità, interventi di prevenzione incendi, ed interventi idraulico forestali ha sicuramente contribuito all’aumento dei fenomeni di degrado e dissesto idrogeologico ;
- l’assenza di un piano di sviluppo agro-silvo-pastorale e dell’artigianato locale e di una strategia politica comune di tutela e valorizzazione dei prodotti tipici dell’agricoltura madonita ha comportato un aumento dell’abbandono delle superfici agricole con conseguente chiusura di numerose aziende agro-silvo-zootecniche;
- l’assenza di una politica forestale atta a migliorare le superfici boschive esistenti, la non incentivazione delle utilizzazioni forestali , l’abbandono e il non rispetto degli usi civici sta causando l’invecchiamento dei nostri boschi con conseguenti ricadute negative anche sui livelli occupazionali;
- l’assenza di una seria politica sulla montagna e di rilancio del turismo ha comportato il mancato interesse dei turisti amanti della natura.
- l’assenza di un serio progetto faunistico ha comportato scelte fallimentari come l’introduzione degli avvoltoi iberici (Grifoni) ;
-Pur in assenza dell’applicazione delle norme per le operazioni di contenimento della fauna inselvatichita, della legge nazionale e regionale della caccia, del Piano Territoriale del Parco - art.8 (tutela della fauna ) e della legge Regionale del 14-11-2008 n.12, sono state emesse, anche da altri sindaci sull’esempio del sindaco Cicero , delle illegittime ordinanze di abbattimento suidi in area parco anche a caccia chiusa sovvertendo così uno dei principi basilari dell’istituzione dei parchi (e zone ZPS) e cioè il divieto di disturbo e pressione della fauna utile esistente;
- il non controllo soprattutto dei suidi e cani randagi ha comportato l’impoverimento della fauna autoctona (coniglio, lepre, moscardino, coturnice ecc,ecc) ed ingenti danni alle coltivazioni e al patrimonio zootecnico;
- niente è stato fatto per prevenire aspetti di degrado paesaggistico- ambientale o di recupero ecologico delle acque e della loro tutela dall’inquinamento;
-la mancata attivazione della comunità del parco e il coinvolgimento delle popolazioni locali ha comportato il mancato interesse e la non partecipazione dei cittadini alle scelte effettuate nel territorio del parco;
In considerazione di quanto detto a nostro avviso è un parco che oggi stenta a essere quello che si pensava, ovvero motore di sviluppo ecocompatibile.
Il Parco delle Madonie deve farsi carico di tali esigenze basilari perché la salvaguardia del nostro territorio è certamente motivo di sviluppo economico, in quanto un territorio ben amministrato e gestito può dare risposte alle numerose domande di lavoro di tanti giovani.
Coltivare e vivere la natura è una necessità per salvaguardare la montagna, la vita di uomini e animali.
Auspichiamo che la politica realizzata nell’area protetta possa finalmente avere una impennata d’orgoglio ed avere negli anni futuri un fiorente sviluppo ambientale ed economico, che diventi un’attrattiva turistica a livello nazionale.
Convinti più che mai che il lavoro di oggi possa dare i frutti domani, attrarre interessi esterni, risorse finanziarie,essere strumento di valorizzazione, creare occupazione sviluppo ed economia, veicolare al meglio l’immagine e il patrimonio di un territorio unico per le svariate risorse evitando così che resti ghettizzato in uno rigido stereotipo, costretto a rimanere area chiusa e sottoposta a vincoli.
ll treno ormai è arrivato al capolinea ed occorre necessariamente costruire un moderno ed innovativo modello di sviluppo capace di riprodursi anche al di fuori dell’area madonita e proiettato verso il futuro.
Ma per fare ciò occorre con responsabilità ammettere i propri errori e cercare di contribuire fattivamente (da cittadini o nei vari ruoli e competenze) alla valorizzazione delle risorse che si hanno a disposizione (umane, territoriali, ambientali, monumentali, culturali ecc,ecc) cercando di costruire un modello di sviluppo alla portata delle popolazioni che vi abitano.

Castelbuono li 25-02-2011

Lettera inviata dal Capogruppo consiliare “Castelbuono Unita "
Eugenio Dott , Allegra