Caso Ruby, Berlusconi indagato

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MILANO - La Procura di Milano ha indagato Silvio Berlusconi per le ipotesi di reato di «concussione» e di «prostituzione minorile». Secondo la contestazione d’accusa, allo scopo di occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in numerosi weekend ad Arcore, assicurarsi l’impunità da questo reato e scongiurare che venissero a galla i retroscena delle feste nella sua residenza brianzola, il presidente del Consiglio la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 avrebbe abusato della propria qualità di primo ministro per indurre i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente l’allora 17enne marocchina Karima "Ruby" El Mahroug, scappata da una comunità per minori, alla consigliera regionale lombarda pdl Nicole Minetti. In una nota, la Procura di Milano spiega che il premier è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre e che oggi gli è stato notificato l'invito a comparire. Nello stesso comunicato, il procuratore capo della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati chiarisce che il reato di sfruttamento della prostituzione si sarebbe consumato ad Arcore nel periodo che va da febbraio a maggio del 2010.

I REATI CONTESTATI -Il reato di «concussione» (articolo 317 del codice penale) punisce con la reclusione da 4 a 12 anni il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringa o induca taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità. Al premier è contestato con l’aggravante il reato di «prostituzione minorile» (articolo 600 bis, contestato al premier nella forma del secondo comma) punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chiunque compia atti sessuali con un minore di età compresa tra i 14 e 18 anni in cambio di denaro o di altra utilità economica, ed è l’unico caso nel quale il cliente di una prostituta è sanzionato penalmente.

LE FOTO E I VIDEO - Gli sviluppi dell’inchiesta sul caso Ruby stanno emergendo dalle perquisizioni in corso a Milano. Anche la giovane marocchina Ruby, che risiede in un'abitazione su lungomare genovese insieme al suo attuale compagno, ha subito una perquisizione. Si tratta della seconda a carico della marocchina, dopo quella avvenuta il 28 ottobre scorso nella sua stanza della comunità famiglia di Sant'Ilario. In quell'occasione la polizia sequestrò un pc all'interno del quale vennero trovate foto digitali e filmati che immortalavano feste con il premier in Sardegna. Questa volta, secondo indiscrezioni, sono stati cercati appunti, probabilmente relativi al libro che Ruby ha detto di voler scrivere sulla sua vicenda.

LE PERQUISIZIONI - Tra le residenze perquisite anche quella all'uomo di fiducia del premier che storicamente amministra il "portafoglio" familiare di Berlusconi: Giuseppe Spinelli, anni fa indagato con il Cavaliere e uscito dai processi su Medusa film e sulla villa di Macherio, nonchè già tra gli amministratori della holding Dolcedrago e dell'immobiliare Idra (che ha la villa di Arcore). Gli inquirenti si sono presentati nell’ufficio di Spinelli, non indagato, per eseguire una perquisizione, ma ad essi è stato opposto il fatto che le sue stanze sarebbero «pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi». Argomento che, secondo fonti vicine al manager, non sarebbe stato contestato dagli inquirenti, i quali hanno rinunciato alla perquisizione e lasciato gli uffici di Spinelli. La polizia sta perquisendo anche gli uffici della consigliere regionale Nicole Minetti, indagata per favoreggiamento della prostituzione, sia adulta sia minorile. Stessa ipotesi di reato per Lele Mora ed Emilio Fede, raggiunti da un avviso di garanzia. Anche la giovane marocchina Ruby, che risiede in una comunità in provincia di Genova, si apprende da fonti giudiziari, è stata perquisita.

FORZE DELL'ORDINE PARTI LESE - Nell'inchiesta sul caso Berlusconi/Ruby non ci sono appartenenti alle forze dell'ordine indagati. Anzi, i funzionari della Questura milanese che ricevettero le telefonate di Berlusconi sono le parti lese della concussione addebitata dai pm al premier.

RUBY PIÙ VOLTE AD ARCORE - Karima, la 17enne (nel 2010) marocchina al centro del caso per il quale Berlusconi è indagato per le ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile, non avrebbe detto il vero quando aveva pubblicamente affermato di essere stata ad Arcore solo una o due volte. A smentirla, e a pesare nell'inchiesta, sarebbe l'esito dello studio del traffico telefonico del suo cellulare, che l'avrebbe localizzata ad Arcore non una sola volta, ma in numerosi week-end concomitanti con la presenza di Berlusconi nella propria residenza.
Fonte: www.corriere.it