Il maestro Giuseppe Forte protagonista di una mostra a Gela

ritratto di Daniele Tumminello

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A partire dallo scorso 12 dicembre e fino al 15 gennaio 2011, l’artista cefaludese, maestro Giuseppe Forte, è protagonista di una personale di pittura allestita a Gela presso la Galleria d’Arte “Rossini”.
La mostra è stata organizzata dal Centro di cultura e spiritualità cristiana “Salvatore Zuppardo” ed è stata inaugurata dall’Ass.re alla Cultura del comune di Gela, dott.ssa Maria Palumbo.


Il nostro concittadino, maestro Giuseppe Forte, è figura, ormai da anni, pienamente riconosciuta nel panorama artistico nazionale e internazionale. Dal 1964, infatti, espone le sue pitture in numerose mostre sia in Italia che all’estero. Ha allestito personali in varie città come Lugano, Roma, Milano, Cremona, Ferrara, Roseto degli Abruzzi, Comacchio, Penne, Pescara, Forlì, Arezzo, Palermo, Caltanissetta, Enna, Comiso, Gela, Pachino, Termini Imerese, Castelbuono, Licata, Collesano, Sciara.
Ovviamente al presente elenco va aggiunta Cefalù, dove il maestro vive ed opera. Nella nostra città ha allestito varie mostre negli storici locali dell’Osterio Magno e dell’Ottagano S.Caterina, ricordando quella allestita nel 1982 lungo tutta la via Mandralisca, divenuta allora una suggestiva galleria d’arte all’aperto.
Con l’attuale personale di Gela, il maestro Forte offre al pubblico una serie di 30 opere pittoriche e di 50 opere grafiche. Le prime hanno come soggetto i paesaggi di Cefalù e del territorio madonita, le nature morte e i volti ritratti nei tondi. Le opere grafiche, esposte in cartelle, constano di lavori eseguiti in china.



L’epiteto di “pittore di Cefalù”, con cui spesso si suole identificare il maestro Forte, è senza dubbio pertinente, considerato il costante ricorrere delle vedute e degli scorci cefaludesi nei suoi dipinti, ma
non del tutto esaustivo, vista l’ampia sperimentazione, anche tecnica, condotta in tanti anni di studio e di maturazione artistica, che lo anno portato dalla più tradizionale pittura su tela a quella su legno, su vetro e su materiali plastici. Vari anche i temi affrontati: dai paesaggi, alla mitologia classica, dai ritratti, alle scene sacre di chiara matrice cristiana.



La pittura di Forte è innanzitutto animata da una profonda spiritualità, da una ricerca costante della bellezza e dell’armonia. Una ricerca interiore che trova radici nel forte attaccamento alla propria terra e alla sua natura. Nei paesaggi di Cefalù, così come nelle nature morte, Forte rappresenta luoghi dell’anima in cui gli elementi antropici trovano una perfetta e compiuta sintesi con il dato naturale. Anche nei soggetti più marcatamente umani, come i volti, spesso raffigurati nei tondi di legno, Forte cerca la bellezza attraverso un’umanità a volte sofferente ma mai sconfitta, a volte aperta serenamente alla speranza.


I colori dalle tonalità calde (il giallo, l’arancio, le variazioni dell’azzurro e del celeste, il rosso, il verde, il bianco), spalmati con decise e corpose pennellate, animano la natura del soggetto artistico; la loro raffinata fusione diventa capace di offrire sensazioni di pienezza e di equilibrio, ma al tempo stesso di malinconia e nostalgia. Con la sua arte, Forte riesce pienamente a dare voce alla complessa spiritualità dell’uomo siciliano. Una spiritualità densa e corposa, come i colori da lui amati, impossibilitata a vivere senza i bagliori di una luce solare che si irradia nell’azzurro del cielo, che risplende sulle onde del mare e che illumina una terra dai contorni decisi e contrastanti. Una spiritualità che però si carica anche di preoccupazione e di malinconia, che ricerca nei luoghi del suo presente il ricordo dolce e al tempo stesso sofferto del suo passato, nella speranza di fissarlo nella memoria, di ancorare la propria anima alle radici profonde della sua essenza.

Al maestro Forte ho voluto dedicare queste mie modeste riflessioni sulla sua pittura, innanzitutto per far conoscere a tutta la città il fatto che un nostro eccellente concitttadino contribuisce con l’espressione artistica a celebrare Cefalù al di là dei suoi confini, ma anche per ringraziarlo per la squisita gentilezza e la cortesia che mi ha saputo donare nelle occasioni in cui ci siamo incontrati.
Mi scuso infine con il maestro e con i lettori per la qualità non certo ottimale delle immagini, dovuta all’acquisizione tramite scanner.