Ho sbagliato

ritratto di Vito Patanella

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In una squadra che funziona bisogna sempre giocare ciascuno nel proprio ruolo e Stefano Blasco è stato per la città di Cefalù un ottimo difensore. Ha saputo sostenere e portare avanti con fermezza e risolutezza la legalità, la disciplina e la tutela del paesaggio garantendo imparzialità e eguaglianza nel giudizio ed in ogni sua azione. Il decoro e la dignità con il quale ha espresso il ruolo che la città gli ha affidato in questi anni sarà certamente di esempio a chi gli succederà nel suo incarico. L’Amministrazione tutta con la sua partenza perde un valido collaboratore ed un fervido esempio di servitore dello stato. L’infamia con la quale viscide e laide bocche anonime lo hanno infamato troveranno altri uomini a cui rivolgere la propria attenzione perché lo squallido costume di calunniare e diffamare è insita nel dna di certi squallidi personaggi di cui tutta l’umanità è stata nel tempo testimone.
Si è vero. Io per primo ho omesso di difendere la sua onorabilità e per tale gesto non c’è alcuna scusa che possa discolparmi. Ed è per questo che oggi seppure in ritardo e colpevolmente ritengo doveroso chiedere scusa a Stefano Blasco per quanto io non ho fatto.
Ad egli voglio però dire che il silenzio non sempre può indiscriminatamente ascriversi a complicità o mancanza di solidarietà. Tanti di questa Amministrazione, così pure i collaboratori del nostro comune e la totalità della cittadinanza hanno levato in maniera inequivoca e nel segreto delle strade di Cefalù, il loro dissenso nei confronti di chi ti ha calunniato, soltanto che come si usa spesso fare in terra di Sicilia hanno sempre atteso che altri si esponessero, si facessero avanti, rendessero pubblico ed amplificassero il loro dissenso. Ciò non è accaduto forse perché si è pensato che il passare del tempo, il trascorrere delle giornate, avrebbe cancellato tutto come una spugna sulla lavagna. Ma il tempo è galantuomo e oggi ti restituisce per bocca dei tanti che sui blog ti hanno risposto ciò che in altri momenti non fu fatto.
Ma una certezza voglio esprimerla e facendolo mi unisco ai tanti che prima di me lo hanno detto Cefalù può cambiare, Cefalù sta già cambiando, Cefalù è pronta per cambiare senza per questo abiurare tutto ciò che tante donne e tanti uomini sinceri hanno già fatto. Il cambiamento non è rivoluzione nè voglia di far restare tutto com’è, il cambiamento è la forza di riconoscere i nostri errori e valorizzare le nostre scelte di crescita. Questo stiamo provando a fare.