Le dimissioni di Aliquò scuotono il Parco delle Madonie I sindaci chiedono un incontro con l’assessore Sparma

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(fonte: Sicilia-Informazioni, di Giulio Giallombardo)

Quale futuro aspetta l’Ente Parco delle Madonie? Se lo chiedono in molti in questi giorni, tra i residenti nell’area protetta, dopo l’annuncio delle dimissioni “irrevocabili” del commissario straordinario Angelo Aliquò. La decisione inattesa era stata resa pubblica sabato scorso a Petralia Sottana durante l’inaugurazione della Settimana della biodiversità madonita. Alla base del gesto simbolico del commissario, i tagli ai fondi per i parchi e le riserve nell’ultima finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana che metterebbero a repentaglio i pagamenti degli stipendi e, inoltre, l’eccessiva burocratizzazione dell’Ente.

I sindaci del Comitato esecutivo del Parco, dopo essersi riuniti, hanno chiesto ieri un incontro urgente con l’assessore regionale Territorio e Ambiente, Gian Maria Sparma prima che venga presa una decisione in merito alle annunciate dimissioni. L’auspicio dei sindaci è di avere un confronto diretto con l’assessore e con i capigruppo parlamentari per discutere sul futuro incerto del Parco e sulle scelte che riguardano il territorio. Soprattutto alla luce delle dimissioni di Aliquò. Gesto che ha lasciato il segno e che è arrivato proprio quando le attività del Parco si stavano intensificando grazie al lavoro di tanti professionisti innamorati del territorio.

È il caso dei ragazzi del Noc32, il laboratorio biologico delle Madonie, che in questi giorni sta curando la prima Settimana della biodiversità. I professionisti impegnati in un notevole lavoro per la tutela e la valorizzazione del territorio, hanno scritto una lettera di solidarietà al commissario Aliquò, in cui mettono nero su bianco tutte le legittime preoccupazioni per il futuro del Parco. “Le dimissioni del commissario ci fanno tremare – si legge nella lettera - perché se il destino dei Parchi è quello che si prospetta, alle nostre idee per la valorizzazione del territorio mancheranno le gambe. Se l’Ente si trasformerà in uno stipendificio, se il suo unico obiettivo sarà quello di cercare di pagare le mensilità ai dipendenti, ci chiediamo come farà a investire in promozione, comunicazione, supporto tecnico e rilancio del territorio?”.

Del rischio di trasformare l'Ente in uno “stipendificio” aveva parlato anche Aliquò, in occasione dell'annuncio delle sue dimissioni. “L’Ars abbia il coraggio di riformare il sistema delle aree protette – ha affermato Aliquò - e parli di tutela e protezione piuttosto che di sottogoverni. C’è infatti un sistema baroccheggiante imbrigliato da autorizzazioni incrociate fra Enti che si occupano di tutela e protezione del paesaggio e dell’ambiente senza linee di confine certe, con la desolante conseguenza che anche le più banali attività ordinarie si perdono nei meandri di una inutile burocrazia”.