Per tutti gli amici che non hanno partecipato al convegno sui servizi sociali del distretto di cefalu'

ritratto di Giuseppe Guarcello

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(Intervento al Convegno di lunedi 11 - sala delle capriate)

Il mio non sara' un itervento tecnico non sono un tecnico del settore in senso stretto.
Ho esperienza diretta di cosa significa avere a che fare con i servizi sociali ed ho frequentato le assistenti sociali del comune ed il consultorio familiare.

mi sono trovato utente di un servizio socio sanitario del distretto, che ha un ruolo delicato, che di solito l'utente più o meno scansa, alcune volte ne prova vergogna, proprio perchè spesso si occupa degli aspetti più intimi del “benessere sociale” che è l'obbiettivo, non dimentichiamolo mai, della legge 328 2000 , dal bisogno al benessere. così come sono stato attore di questo sistema visto che dal 2004 rappresento la cgil nel gruppo piano del distretto socio-sanitario di cefalu', dove si progetta, lo dico per i ragazzi qui presenti e molto attenti, il piano di zona socio sanitario .

questa esperienza mi ha permesso di lavorare in rete con un gruppo di persone che rappresentano le istituzioni, le associazioni, le scuole, le cooperative sociali. che ciascuno con le proprie competenze, conoscenze, informazioni concorre a dare risposte ai bisogni delle popolazioni dei nove comuni del distretto 33, giovani, anziani, donne, famiglie, portatori di handicap, attraverso progetti di intervento sociale aggiuntivi rispetto a quelli che erogano i comuni, di cui conosciamo le ristrettezze economiche causate dalla politica nazionale e regionale.

devo dirvi che spesso guardando ai servizi sociali si ha come l'impressione di assistere alla partita di cricket giocata da alice presso la corte della regina di cuori , dove in un campo tutto solchi e zolle, le palle erano porcospini vivi che avevano la tendenza a srotolarsi e ad andarsene per i fatti loro , le mazze erano fenicotteri che al momento del tiro si voltavano a guardare il giocatore e le porte erano soldati piegati ad arco che si alzavano e si spostavano , e come se cio' non bastasse, i giocatori giocavano tutti insieme, senza rispettare le regole e contentendosi le palle.

questo lo dico perchè c'è uno scarto costante fra teoria e prassi nelle politiche sociali, che sono meccanismi di decisione complessi necessariamente influenzati dalla realtà che di volta in volta interrogano o da cui vengono interrogati.

la previsione dei piani sociali di zona come strumento della progettazione, ha rappresentato un importante processo di democratizzazione dell'attivita' di programmazione se pure influenzato, lo ripeto, da variabili esterne come ad esempio la leadership politica o il grado di coordinamento interno del terzo settore e degli altri attori sociali chiamati alla redazione dei piani stessi.

e' chiaro che mettendo allo stesso tavolo soggetti (diversi per natura, ruolo, cultura, interessi ) che prima di allora non avevano avuto accesso ai luoghi della decisione, della partecipazione e della deliberazione, si ponga il problema delle risorse cognitive, (cioè della conoscenza informata, ragionata, argomentata delle tematiche affrontate), come elemento della buona riuscita della programmazione partecipata (integrazione di risorse giuridiche, finanziarie, conoscitive e politiche ).ora mi sembra che rispetto a questa complessità che ho solo accennato, l'idea che venga avanti è quella che si fece alessandro magno innanzi al giogo del carro di gordio , ricordate ? lo recise di netto.

(“si raccontava questo del carro di gordio: chi avesse sciolto il nodo del suo giogo avrebbe avuto il dominio dell'asia. il nodo era di corteccia di corniolo e non se ne vedeva l'inizio né la fine. poiché alessandro era in difficoltà nel scioglierlo [...], lo recise con un colpo di spada”. anabasi, ii, 3, 6-8, i-ii sec. d.c.).

ma i nodi con cui abbiamo a che fare sono tenuti serrati da un insieme di interessi, spesso rappresentati da legittime istituzioni, che non permettono soluzioni traumatiche.

tagliando di netto non si conquista l'asia , ma si rischia semplicemente di ritrovarsi al punto di partenza. questo dovremmo avere sempre presente quando parliamo, quasi con libidine, di riforme.

altro aspetto

l'articolo 21 della legge 328/2000 prevede che lo stato, le regioni, le provincie ed i comuni istituiscono un sistema informativo dei servizi sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali , del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali per poter disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessarie alla programmazione, alla gestione, alla valutazione delle politiche sociali, il legislatore nazionale si preoccupa che le informazioni siano disponibili ed accessibili a tutti gli attori , in questo la leadership politica ed amministrativa gioca un ruolo molto importante essa non solo dovrebbe rendere l'informazione disponibile a tutti , ma dovrebbe anche evitare di condizionare o manipolare la discussione fra gli attori del sistema al fine di rendere condiviso il patrimonio di risorse giuridiche, finanziarie, conoscitive e politiche che ciascuno di questi porta in dote e costringere i burocrati a guardare avanti verso gli effetti sociali delle loro azioni .

l'aspetto che vorrei, qui porre in evidenza e' quello della partecipazione sociale, intesa come risorsa per lo sviluppo della comunita' locale e di come alla partecipazione sia funzionale la informazione al fine di produrre un bene immateriale che risulta essenziale nelle strategie di sviluppo territoriale sia esse socio-sanitarie, economiche o ambientali, sapendo che una comunita', in questo caso quella dei nove comuni del distretto socio sanitario di cefalu' , non è solo un luogo fisico o un contesto culturale ma anche un fatto sociale ed un valore politico, parlo, in questo senso, di coesione sociale quale risorsa base dello sviluppo locale.

e l'altro aspetto è quello dell'integrazione socio sanitaria, di cui si parla come se fosse già data, già messa in opera e realizzata, se ne parla come un gergo, e non come orientamento strategico, come processo possibile per riconfigurare le relazioni fra sanità e assistenza. anzi troppo spesso il socio sanitario funziona come area residuale della sanità, un area nella quale si scaricano le contraddizioni e si dispiegano le tensioni tra sanità ed assistenza anche a livello istituzionale e gestionale.

questa integrazione non c'è e ce ne sarebbe invece, tanto bisogno in quanto l'esigibilità dei diritti in capo ai cittadini passa per un sistema integrato di competenze e politiche sulle materie socio sanitarie nel loro insieme, altrimenti quei diritti, semplicemente, non vengono onorati, non possono essere onorati da una sommatoria, peraltro spesso incompleta di interventi frammentati, d'altro canto solo in questa prospettiva si rende riconoscibile la responsabilità politica. qual'è il governo che deve rispondere ai cittadini del suo operato nelle materie sociali ?

e per tornare dalla teoria alla pratica scorgendo l'attività che da pochi mesi il nostro patronato, inca cgil, sta intraprendendo, gestendo gli sportelli di segretariato sociale nei 9 comuni del distretto socio sanitario di cefalu' , ci salta subito agli occhi la difficoltà di passare “ dal mondo del pressapoco all'universo della precisione” , nel tentativo di superare l'atomizzazione tra i vari segmenti di azioni informative, di trovare metodologie comuni, di sviluppare reti di partenariato.

io penso che bene abbiamo fatto con il forum delle associazioni a promuovere, attraverso questo incontro una discussione che va' allargata al di fuori della cerchia ristretta degli addetti ai lavori, per dare consapevolezza che lo svilupppo locale di un sistema di welfare, il senso di comunità, la pianificazione sociale si intrecciano con la partecipazione , l'integrazione, l'informazione in un momento in cui i cittadini chiedono piu' potere ma non di rado mancano di quella conoscenza dei fatti, o almeno di quella opinione motivata (doxa, episteme) che costituiscono la premessa necessaria per il buon funzionamento del sistema democratico, con l'obbiettivo di costruire una societa' competente, capace cioe' di riconoscere i propri bisogni e di mobilitare e impiegare le risorse necessarie per soddisfarli.