La deriva del bipolarismo, la sindacatura Guercio e i fuochi di paglia

ritratto di Saro Di Paola

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La situazione politica di Cefalù, pur con le sue indubbie peculiarità, è lo specchio della situazione politica dell’intero Paese.
Un Paese che, a tutti i livelli, vive la deriva del bipolarismo.
Quel bipolarismo che, dopo la fine della prima Repubblica, era stato concepito come panacea a tutti i mali, che avrebbe dovuto garantire la governabilità e la stabilità dei governi,l’alternanza e l’alternatività degli schieramenti, quel bipolarismo, figlio prematuro di un parto innaturale per la cultura della classe politica italiana e dell’Italia tutta,piuttosto che maturare si è imbastardito.
Se non è già fallito, quel bipolarismo sta fallendo perché è degenerato nel protagonismo dei singoli.
Nell’eccesso del protagonismo.
Nell’aberrazione del leaderismo che ha esasperato la conflittualità, l’antagonismo, lo sproloquio e l’offesa.
Tra i due poli e nei due poli.
A tutti i livelli.
Nei Palazzi romani, a Palazzo d’Orleans, nella Sala delle Lapidi, come nella nostra Sala delle Capriate.

Nella generale deriva del bipolarismo, Cefalù ha, addirittura, precorso i tempi.
Infatti, a Cefalù nel 2007, dopo dieci anni di governo del polo di centrodestra, il bipolarismo, se fosse cresciuto, se fosse diventato maturo e se non si fosse imbastardito, per la successione alla Vicari avrebbe dovuto aprire due strade.
Il rafforzamento del centrodestra per la sua riconferma alla guida della Città o quello del centrosinistra per una nuova maggioranza alla guida della Città.

Ed, invece a Cefalù, né l’uno e neanche l’altro.
Il protagonismo, se non l’eccesso di protagonismo, nel polo di centrodestra della Vicari ed in quello di centrosinistra di Saro Lapunzina ha finito per imbastardirli entrambi, precipitandoli in quella deriva che ha fatto approdare la Città alla sindacatura Guercio.
Quel sindaco Guercio di cui tutti invocano le dimissioni.
Quel sindaco Guercio che non si dimette.
Quel sindaco Guercio che, pur essendo da due anni e oltre sulla graticola, non si è ancora bruciato, o non è stato, ancora, bruciato.
Perché, sotto la sua graticola, non arde il fuoco della Politica, cioè, il fuoco della proposta di soluzioni concrete da dare alle questioni della Città.
Sarebbe il fuoco di un progetto autentico per la successione a Guercio che, però, a Cefalù, la Politica, non detiene.
Sarebbe l’unico fuoco con cui lo si potrebbe bruciare.
Un fuoco, però, difficile da alimentare.
Un fuoco che gli avversari di Guercio, veri o sedicenti che siano,in oltre due anni e mezzo non hanno, neanche, saputo accendere.

Sotto la graticola di Guercio la Politica cefaludese ha alimentato, ed alimenta, soltanto fuochi di paglia.
I fuochi della polemica e dello sproloquio sull’ordinario, della protesta e dell’offesa, della convenienza e del tatticismo del singolo, del gruppuscolo, del referente, del Popolo, del sottoPopolo e del partito.
Fuochi fatui.
Fuochi facili da alimentare.
Fuochi che piacciono a tutti.
Fuochi che non bruciano, scaldano : la poltrona di tutti.
Fuochi, perciò, che la presentazione della mozione di sfiducia non riuscirà a spegnere.
Almeno, così penso.
Saro Di Paola, 16 dicembre 2009