LA RIAPERTURA AL CULTO DELLA CHIESA DI SANTA TRINITÀ ALLA ROCCA

ritratto di Saro Di Paola

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Con la celebrazione dell’Eucarestia di riapertura al culto della Chiesa di Santa Trinità alla Rocca, ieri 25 settembre 2010, il Vescovo Vincenzo Manzella,ha scritto una delle pagine più significative della storia di Cefalù dei tempi moderni.
L’evento, infatti, ha segnato la fine del processo di recupero del complesso monumentale di San Domenico e, nel contempo, l’inizio del processo di rifunzionalizzazione del complesso medesimo che, a Cefalù, per consistenza ed importanza monumentale, è secondo, soltanto, a quello della Basilica Ruggeriana.

Due processi che il Vescovo Emiliano Cagnoni ebbe ad avviare già nel secondo dopoguerra, con l’istruzione delle pratiche burocratiche per la retrocessione - poi avvenuta alla fine degli anni 60- del Complesso ex Conventuale di San Domenico da parte del Ministero competente alla Chiesa proprietaria di Santa Trinità.

Due processi per i quali sono stati necessari “6 interventi dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali con il determinante apporto finanziario della CEE/UE”, per una spesa complessiva di circa dieci miliardi delle vecchie lire.

Due processi attraverso i quali la “Scuola Normale Via Pulchritudinis”, oramai quasi pronta all’avviamento, realizzerà nel complesso monumentale Domenicano un “Centro Accademico d’Eccellenza rivolto ai Beni Culturali delle diverse culture nel Bacino del Mediterraneo”.

Due processi che, illuminati dalla “Sapientia” e dalla “Scientia” di Mons. Crispino Valenziano e del compianto Architetto Pasquale Culotta, sono giunti e stanno giungendo a compimento, grazie alla tenacia dell’azione ed all’acume dell’opera di Rettore del complesso di San Domenico che Valenziano ha esplicato e profuso, a tutti i livelli, sin dal 1968.

La Chiesa della Trinità che, ieri, il Vescovo ha consegnato alla Città di Cefalù, è un autentico gioiello di architettura che, con i lavori di restauro, è stata ritualmente adeguata alla Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II.

La Chiesa restaurata, già impreziosita dal portale in pietra scolpito da Jacopo Lo Duca, discepolo di Michelangelo, oggi, è esaltata nel suo splendore dall’oro della cupola schiacciata dell’Onphalos e dal bianco del marmo “michelangiolesco” dell’Ambone : due autentici capolavori di architettura di Pasquale Culotta.
Dalla Croce che Renzo Piano ha fatto disegnare alle trame della pietra di lapilslazzolo afghano con la quale Valenziano ha impreziosito il fronte dell’altare.
Dalla straordinarietà della pavimentazione che è stata “recuperata e selezionata” dalla pietra lumachella che Mario Mezzapelle ha, pazientemente, cavato dall’area della fabbrica.

L’evento di ieri ha legato, per affidarli alla Storia di Cefalù, una data, il 25 settembre 2010, e quattro nomi : quelli del Vescovo Emiliano Cagnoni, di Mons. Crispino Valenziano, dell’Architetto Pasquale Culotta e del Vescovo Vincenzo Manzella.

Gremitissima com’era, ad onorare l’evento è stata l’Aula Ecclesiale.
Tantissimi, infatti, sono stati i cefalutani che hanno risposto alla chiamata della campana della Chiesa tornata a battere dopo un trentennio.
Ha colpito l’assenza degli Uomini delle Istituzioni civiche.
Degli uomini della politica.
Era presente soltanto il consigliere Rosario Lapunzina.
L’ assenza degli altri, però, non ha meravigliato.
La sensibilità è come il coraggio.
Chi non l’ha non può darsela.

Saro Di Paola, 26 settembre 2010