SANTA MARIA DELLA LUCE : INIZIATO IL MINISTERO DI PARROCO DI PADRE DOMENICO MESSINA

ritratto di Saro Di Paola

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(il ringraziamento e l'accoglienza della comunità parrocchiale)

Eccellenza reverendissima nostro Vescovo Vincenzo, reverendo presbitero Domenico nostro Parroco, reverendi concelebranti presbiteri e diaconi, ministranti, autorità, sorelle e fratelli della comunità parrocchiale,

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”,
nella Pasqua dell’ingresso del nuovo Parroco nella Chiesa di Santa Maria della Luce,
non siamo riusciti a trovare altre parole per esordire nel ringraziamento al nostro Vescovo Vincenzo e nel saluto di accoglienza al nostro pastore Domenico.

Le nostre sono parole al Padre.
Pastore dei pastori.
Parole che, per noi cristiani,
nelle occasioni dell’accoglienza e del ringraziamento,
sono le più proprie, le più consone, le più belle.

Eccellenza……..ci siamo ripetuti.
Sono, infatti, le stesse parole con le quali, abbiamo esordito nel saluto che Le abbiamo rivolto, il 14 agosto scorso,
nel giorno della Sua prima presenza sulla prua della barca di Maria.

In quella occasione, a suggerircele erano state le palme della quinta che avevamo alzato alle spalle dell’altare.

In questa occasione, invece, ad evocarci quelle parole sono stati gli occhi della Fede.
Quegli occhi che ci hanno fatto vedere, e ci fanno vedere,
in questa nostra piccola Chiesa, la grande Gerusalemme;
nell’ ingresso del nuovo parroco in questa nostra piccola Chiesa, l’ingresso del Nazareno nella Città Santa ;
nella nostra piccola Comunità che accoglie il suo nuovo Pastore,
le moltitudini della Città d’Israele che accolgono il Cristo Gesù,
la folla che, a Cristo Gesù, inneggia :
“Maranathà, Vieni Signore Gesù,
Osanna nell’alto dei cieli”.

Eccellenza e reverendo Parroco,
Voi non li vedete.
Neppure noi della Comunità li vediamo.
Nessuno dei presenti li vede.
Eppure, in mano, li teniamo alti.
Eppure li stiamo agitando.
Sono i rami di palma e i ramoscelli d’ulivo con i quali stiamo salutando il Vostro ingresso in questa chiesa.
È così che Vi stiamo facendo festa,
i presenti e quanti altri della Comunità di Santa Maria della Luce, oggi, sono assenti.
È così che stiamo rendendo onore e grazie al nostro Vescovo ed al nostro nuovo parroco.

Reverendissimo Vescovo e reverendo parroco,
oggi per noi è giorno di festa.
Oggi, ad essere in festa è tutta la Comunità di Santa Maria della Luce :
il Padre ci ha fatto il dono di un nuovo Pastore,
ed il nuovo Pastore è entrato nella nostra Chiesa.

Noi, per accoglierLo, abbiamo, pure, steso i nostri mantelli.
Non li vediamo.
Però, sono là : per terra.
Non possiamo vederli.
Sono i mantelli del nostro Spirito.

Quelli che ci scaldano nel più profondo.
Quelli che ci proteggono nell’anima.
Quelli che ci fanno ricchi dentro.

Il mantello della Fede nella quale, e per la quale, siamo Comunità di figli di Dio.

Il mantello della Speranza, dell’attesa fiduciosa, dell’”abbandono nel Dio che ci salva”.

Il mantello della Carità.
Quella che “è paziente”.
Quella che “è benigna”.
Quella che “non si adira”.
Quella che “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.
Quella senza la quale “nulla ci giova”.
Quella che, ispirata al sacrificio della Croce, ci fa tradurre la Fede in Azione.

Eccellenza, Parroco,
quei tre mantelli, sono i più grandi,
sono i più preziosi, sono i più belli tra quelli che abbiamo !
Sono quelli che, da soli, dovrebbero sublimarci,
che, da soli, dovrebbero elevarci a Dio !
Eppure,troppo spesso, sono mantelli che, ahinoi, sentiamo pesanti !
E noi siamo deboli !
Ahinoi, troppo spesso, sotto il loro peso vacilliamo.

La Fede, la Speranza e la Carità sono, soltanto, i primi tra i mantelli che abbiamo steso.
Ne abbiamo steso, anche, altri.
Sono meno grandi.
Sono più poveri.
Ma, sono sempre nostri.

Il mantello della collaborazione :
quella che abbiamo in animo di offrire al nostro nuovo parroco.

Il mantello della volontà :
quella che sentiamo la più profonda.
Con il parroco Domenico, vogliamo continuare ad essere Comunità,
vogliamo continuare a sentirci Comunità,
come lo siamo stati e come ci siamo sentiti Comunità con il Parroco Santino.

Reverendo parroco,
nel Suo ingresso in questa Chiesa ci è stato, già, Maestro.
Ella, senza parlare, è stata, già, sin troppo eloquente.
Ci ha fatto cogliere un segno.
È un segno forte.
È il segno dell’Umiltà :
Ella sui nostri mantelli è passata sul dorso dell’asino.
Come il Nazareno da Betfage a Gerusalemme.
Perciò, sentiamo più forte il bisogno di esprimerLe il nostro gaudio.
La nostra gioia.
Quella di Cristiani che, sulla via dell’Umiltà, vogliamo e dobbiamo seguirLa.
Da cristiani, infatti, abbiamo ben chiaro l’insegnamento di Sant’Agostino.
Da cristiani, infatti, sappiamo bene che giungeremo alla gloria dell’Eternità solo se andremo per la via dell’Umiltà del Cristo Gesù.

Eccellenza Reverendissima,
sorelle e fratelli della comunità parrocchiale,
nella nostra piccola Chiesa, alla destra di Maria della Luce, abbiamo l’arcangelo Gabriele che irrompe nella vita di Maria di Nazareth,
la vergine promessa sposa a Giuseppe.
Le annuncia che concepirà un figlio.
Le annuncia che, nel Suo grembo, il Verbo si farà carne.
Per opera dello Spirito Santo.

È il primo mistero del gaudio :
la Piena di Grazia e lo Spirito Santo
che ci illuminano nella luce e nei colori della tela di Pippo Bonanno.

Alla sinistra della Donna vestita di sole, nella nostra piccola Chiesa,
“rombo come di vento che si abbatte gagliardo”
irrompe su Maria e sugli Apostoli, riuniti nel cenacolo.
“Come lingue di fuoco si posa su ciascuno di loro”.
Li rende “tutti pieni di Spirito Santo”.

È il terzo mistero della gloria :
lo Spirito Santo
che ci illumina nella luce e nei colori di altra tela di Pippo Bonanno.

Nella nostra piccola chiesa,
ai lati di Maria “amicta sole”,
abbiamo così raffigurati i due misteri che, nel Santo Rosario, ci ricordano l’opera dello Spirito Santo.

Due misteri dello Spirito Santo,
per esaltare lo Spirito Santo nel più grande dei misteri :
il Mistero della Santissima Trinità.
Dio Padre,Figlio e Spirito Santo.
L’unità e la trinità del nostro Dio,
nel mistero che è il fulcro della nostra fede.
Il cardine di tutta la Cristianità.

Eccellenza,
ad uno degli apostoli che, insieme a Maria, lingue “come di fuoco resero tutti pieni di Spirito Santo” ,
Pippo Bonanno ha dato i lineamenti, le sembianze di Santino.
Il primo apostolo di questa Chiesa.

Da oggi, accanto a quello dell’apostolo Santino, in quella tela, abbiamo scorto, e scorgiamo, un altro volto.
Non c’è!
Eppure noi lo vediamo!
Sono gli occhi del cuore a farcelo vedere.

Quel volto ha le sembianze di quello di Domenico.
Il nuovo Apostolo che, per il Suo tramite,
il Padre ha eletto guida e pastore della nostra comunità.
“Una lingua come di fuoco” Lo sovrasta,
Lo rende “tutto pieno di Spirito Santo”.

L’apostolo Domenico, da oggi, è qua, tra noi.
Per effondere lo Spirito Santo a tutta la nostra Comunità.
Per mutare in forza la nostra debolezza.
Per aiutarci a “mutare il nostro lamento in danza”.
Per aiutarci a “servire Gesù Cristo cercando gli interessi di Gesù Cristo”.
Noi “capita levata habemus, quoniam appropinquat redemptio nostra”.
Noi “abbiamo il capo elevato, perché si avvicina la nostra redenzione”.

Eccellenza reverendissima,
Ella ci ha, appena, “consegnato” il nuovo Pastore.
Dono al nostro piccolo gregge del Pastore dei pastori.
Noi “capita levata habemus”.
Noi siamo pronti ad accoglierLo.
Anzi, noi Lo abbiamo già accolto!
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Questa è la nostra Fede.

Saro Di Paola, 12 settembre 2010