Scoperto traffico internazionale di rifiuti in Sicilia, tredici società finiscono nel mirino

ritratto di Staff

Versione stampabile

Dopo gli investimenti in società pulite e in attività commerciali - ultimi in ordine di tempo i supermercati - Cosa nostra starebbe cercando di "ripulire" il denaro sporco organizzando traffici internazionali di rifiuti. Potrebbe esserci l'ombra della mafia, dunque, dietro l'enorme business scoperto dalla Capitaneria di Porto di Palermo in cui sono coinvolte 13 società con sede in Sicilia, Toscana, Lombardia, Lazio. I titolari sono stati denunciati per violazione delle misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza rifiuti in Campania e Sicilia entrate in vigore nel 2008. Sotto sequestro sono finiti tre impianti per la demolizione di automobili della ditta Palermitana Mps, della Autodemolizioni Castelvetrano nel Trapanese, e della Demolfer 4 di Marsala. Ed ancora, sono stati sequestrati dieci mezzi pesanti (7 semirimorchi, 2 motrici e un autocarro) e oltre 200 mila chili di rifiuti speciali, tra rottami meccanici, materiali ferrosi e olii esausti. "L'organizzazione scoperta potrebbe anche essersi mossa - ha confermato il procuratore aggiunto di Palermo Nino Gatto che ha coordinato l'indagine - con il benestare di Cosa nostra. Abbiamo qualche segnale in tal senso che va verificato.

Se ci sia Matteo Messina Denaro dietro lo smaltimento illecito dei rifiuti a Castelvetrano? Al momento diciamo che non ci sono elementi per affermarlo, ma continuano ad indagare". Il riferimento sarebbe alle fonti confidenziali che avrebbe contribuito all'indagine e secondo cui i boss potrebbero avere utilizzato il business dei rifiuti speciali per riciclare. L'operazione ha preso il via a marzo scorso con il sequestro, nel Porto di Palermo, di due semirimorchi carichi di carcasse di macchine. La Procura aprì un'inchiesta e delegò per le indagini il Nucleo speciale di intervento della Capitaneria di porto e il Nopa dei vigili urbani. Quella scoperta dagli investigatori sarebbe un'organizzazione radicata sul territorio che poteva contare sull'appoggio di società di demolizioni, autotrasportatori, spedizionieri, armatori, faccendieri e centri di smaltimento rifiuti a Catania, Arese, in provincia di Milano, e Roma. Nei mesi scorsi sono stati sequestrati un container nel porto di Trapani, pieno di macchine demolite, con destinazione Porto Said in Egitto, e una nave, la Cristin, partita da Augusta e bloccata nel porto di Venezia con 15 mila tonnellate di rifiuti ferrosi a bordo.
Fonte: www.siciliainformazioni.com