Da stasera, a S. Mauro, la 2° parte di “Passare il Mare” (vedi "appuntamenti)

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

eventi di letteratura, teatro, cinema musica promossi dalla associazione SST-ART (Storia-Suono-Teatro-Arte) assieme ai Comuni di Pollina, Castelbuono e S. Mauro Castelverde

Voglio veramente scusarmi per non essere stato in grado di dar conto, nel tempo che sarebbe stato giusto, di qualcosa che dal nostro retro-terra, dalle nostre Madonie, ci giunge come indicazione della possibilità della politica, in sinergia con la “società civile”, di “pensare” a un futuro della nostra Terra, sociale, culturale, economico ed ambientale, diverso perchè centrato su una idea dell’uomo, di cui la Sicilia ed i siciliani hanno, nel loro dna, la scintilla e nel loro cuore la consapevolezza che gli deriva dalla esperienza storica, maturata “in casa” e per le vie del mondo.

Venerdì, 3 settembre, a Finale di Pollina si è tenuto la Conferenza inaugurale cui hanno partecipato, oltre ai rappresentanti della associazione SST-ART, i Sindaci di Pollina, Magda Culotta; di Castelbuono, Mario Cicero; l’assessorre alla Cultura del Comune di S. Mauro, Cipriano; il Sindaco di Isnello, Mogavero; Gaetano Gullo (già direttore della Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”), oggi responsabile della Sovrintendenza dei BB.CC.; Ignazio Romeo, curatore dell’antologia “Passare il mare”; Mari D’Agostino, direttore della Scuola di lingua italiana per stranieri della Università di Palermo.

Filippo Giulio Lo Verde, Associazione SST-ART (StoriaSuonoTeatroArte)
L’idea nasce dalla lettura di questo volume, che si intitola: “Passare il mare”. E’ un volume pubblicato dalla Biblioteca regionale siciliana, in occasione del Festival del libro di Torino.
La lettura di questo volume ha suscitato, in me, l’emozione di ritrovare immagini, suoni e parole seppellite nella mia memoria. Ricordo ancora, con tanto affetto, le letture che mia madre faceva delle lettere da Milano. Mi ricordo anche il primo panettone, marca Milano, che arrivò a casa mia. Era merce molto rara, pressoché sconosciuta, prima che arrivasse Castelbuono.
Da qui l’idea di costruire un percorso, rispetto a questo volume, collegandolo con gli aspetti attuali della immigrazione e della emigrazione, perché io credo che la Sicilia sta continuando ad esportare non solo braccia ma soprattutto cervelli (questi sono gli aspetti nuovi dell’emigrazione); il chè sta portando un ulteriore spopolamento soprattutto nei comuni interni della Sicilia. Tutto questo si sposa con vicende - che non sto a dire - legate a politiche nazionali che sicuramente noi non condividiamo.
Detto questo, il progetto è ambizioso; questa, in svolgimento, è una “prima fase”. L’idea nostra è quella di sviluppare una “seconda fase”; dove faremo una rassegna di Cinema, legata alla emigrazione ed immigrazione, in collaborazione con il Goethe Institut di Roma. La “terza fase” potrebbe prevedere un aggancio alla nostra più grossa comunità di immigrati che si trova a Solingen, in Germania, dove risiede una grossa comunità di originari di Pollina. Il motivo non è legato alla nostalgia, “alla tarantella”; l’obiettivo è un poco più ambizioso: recuperare gli aspetti positivi legati anche all’emigrazione!
Vogliamo incontrare gli emigrati di seconda e terza generazione: quelli che a Pollina non vengono più, quelli che - con un termine “moderno” - chiamiamo “i germanesi”; non sono tedeschi ma non sono neanche più italiani. Spesso queste persone non conoscono neanche più la nostra lingua, ormai non vengono più neanche in vacanza. Quindi diventa di fondamentale importanza, per una piccola comunità, recuperare il rapporto con costoro. Questo va di pari passo con l’idea che si possano fare delle buone pratiche di integrazione nonché di accoglienza. Nella regione della Westafalia (dove si trova il doppio degli immigrati rispetto al resto della Germania) si è fatto un progetto interessantissimo, due anni fa, di percorsi integrativi. Noi vogliamo fare uno scambio su questo tema con la città di Solingen e vogliamo incontrare i nostri concittadini che ormai “abbiamo perso di vista”. Un dato importante: Pollina oggi ha 3.071 residenti, di cui 1.158 sono cittadini iscritti all’Anagrafe italiana dei residenti all’estero. È un dato sottostimato. Quindi diciamo che un 25% della popolazione, in questo momento, è residente all’estero. È un dato sicuramente sottostimato perché non tutti gli emigrati si sono effettivamente registrati in questo registro. Se, poi, a questo dovessimo aggiungere gli emigrati di prima generazione (la prima ondata migratoria c’è stata ai primi del novecento, soprattutto in Argentina), i dati diventerebbero spaventosamente più alti.

L’ “Emigrazione” ha determinato un “percorso collettivo” che ci ha portato a conseguenze importanti nella nostra attualità quotidiana. L’ondata migratoria ci ha portato non solo spopolamento ma la perdita di una grande parte attiva della popolazione; quindi di “sapere”, di “conoscenze”, del “fare a mano e con la testa”. Crediamo che questo sia un patrimonio che bisogna assolutamente recuperare.
Riguardo invece gli aspetti della Immigrazione; è fenomeno, in questo momento, prevalentemente cittadino, o quasi; essendo la realtà della Madonie relativamente povera, il fenomeno non vi è ancora molto presente. Gli immigrati che abbiamo si sono tuttavia, di fatto, generalmente ben integrati. Io credo che si potrebbero anche sviluppare dei progetti intelligenti rispetto a questo: abbiamo una carenza di popolazione, case vuote, mentre abbiamo tanti migranti che non hanno un tetto sotto cui dormire!

Magda Culotta, Sindaco di Pollina
Abbiano fatto tanto perché questo Progetto non rimanesse un “bel progetto su carta” ma prendesse piede. Lo abbiamo voluto fortemente perché lo riteniamo un progetto di grosso spessore culturale, ed è un progetto che - non appena, già a partire da stasera, inizierà -, vedrete, toccherà le corde del cuore di tutti; perché, credo, che, comunque, ognuno di noi ha vissuto - almeno una volta nella vita - la emozione e l’angoscia dell’ “andare o del restare” , in maniera diretta o in maniera indiretta. D’altra parte, il fenomeno della emigrazione è ancora molto forte sui nostri territori; possibilmente ha avuto dei cambiamenti di segno però è sempre rimasto “vivo” e purtroppo lo tocchiamo ancora con mano soprattutto riguardo le nuove generazioni.

È per questo che abbiamo sposato con entusiasmo il progetto della associazione SST-ART, e ringrazio anche il Presidente della Pro-loco per avere inserito, in questa manifestazione, anche una bellissima mostra fotografica che ben si sposa con le tematiche di questo Progetto.
Quello che mi piace maggiormente sottolineare stasera è la presenza, a questo tavolo, del Comune di San Mauro, con l’assessore Cipriano, e del comune di Castelbuono, con il sindaco Mario Cicero, perché questo non è un Progetto che viene sostenuto soltanto dall’Amministrazione di Pollina ma è un progetto che sarà portato avanti, in questa prima fase (ma spero anche nelle fasi successive, che sono poi, tra l’altro, quelle più impegnative di tutto il Progetto “Passare il mare”), insieme a queste due Amministrazioni. Segno quindi che anche in questo senso le cose stanno cambiando perché nel Territorio non si vive soltanto in competizione ma anche e soprattutto in collaborazione. Quindi c’è stata una forte sinergia tra i membri dell’associazione SST-ART, l’Amministrazione di Pollina e quelle di S. Mauro e di Castelbuono, con le quali abbiamo condiviso, chiaramente, le “gioie e i dolori” della preparazione di un evento così importante e di cos’ grande spessore culturale come questo.

Spero che nelle giornate che seguiranno, a questa serata di apertura, saranno sempre più numerose le persone che ci seguiranno, non solo su Pollina ma anche su Castelbuono e su San Mauro, proprio per testimoniare la rilevanza di questo evento e per testimoniare il fatto che c’è “un legame” nel nostro territorio, non solo da un punto di vista istituzionale ma anche dal punto di vista dei cittadini.

Cipriano, Assessore alla Cultura del Comune di San Mauro.
Noi, come Amministrazione, abbiamo accolto con molto entusiasmo questo progetto “Passare il mare”, proprio perché San Mauro è uno dei paesi delle Madonie che ha vissuto in maniera forte e consistente il fenomeno della emigrazione. Tant’è vero che, sia nel primo che nel secondo dopoguerra, a San Mauro si sono verificate le ondate più consistenti di emigrazione - verso l’ Argentina in particolare -, dove si è formata addirittura una comunità, una “comunità maurina” - con cui ancora abbiamo dei rapporti molto stretti - che cerca di mantenere anche le nostre tradizioni religiose festeggiando il nostro Patrono il 15 gennaio.

L’emigrazione è un fenomeno che ci ha toccati tutti da vicino perché ognuno di noi ha avuto sicuramente qualche parente che ha vissuto questa esperienza. Dai loro racconti possiamo anche vedere l’angoscia, le speranze, le paure di affrontare un territorio nuovo e una lingua nuova, una cultura nuova . Quello che mi auguro, anche attraverso questa manifestazione, è la sensibilizzazione delle nuove generazioni perchè, in qualche modo, creino un clima di accoglienza verso questi nuovi popoli - che ora vivono loro il fenomeno dell’emigrazione verso i nostri paesi - diverso da quello che hanno dovuto affrontare i nostri concittadini nel passato.

Mario Cicero, Sindaco di Castelbuono,
Sono contento di questa iniziativa per diversi motivi. Chi mi conosce, chi ha seguito quello che ho fatto in questi anni, la mia attività politica, sa benissimo che io ritengo che il territorio o cresce insieme o non ha dove andare; e le Madonie sono un territorio che deve per forza di cose crescere in maniera unitaria. Chi crede che può esserci un Comune, un angolo di questo Comprensorio che possa fare un percorso da solo si sbaglia!
L’altra ragione per cui sono contento di partecipare a questo progetto (intanto sono anche contento che stasera c’è anche il collega di Isnello: segno che c’è una attenzione anche da altri territori, da altri comuni, per questa idea) è quella che finalmente, forse in modo diverso, c’è la possibilità di lavorare perché diventi un appuntamento annuale durante la stagione estiva (e mi auguro che possiamo farlo anche qualche settimana prima) quando c’è la presenza di tanti nostri concittadini che vivono fuori, ma anche dei tanti che vengono a villeggiare nei nostri territori e che - abbiamo notato in questi anni (io lo noto per le attività culturali che abbiamo messo in moto nel mio paese) - apprezzano queste iniziative. Ormai abbiamo una fascia di turisti, amanti di questo territorio, che apprezza l’offerta culturale di qualità che noi stiamo proponendo. Permettere a questi cittadini, questi nostri amici che vengono a villeggiare, che vengono a passare le ferie, sia italiani che esteri ormai, di incontrarci per discutere ad affrontare assieme temi come quelli che stiamo incominciando affrontare in questa serata, io penso che sia molto importante.
Purtroppo viviamo momenti in cui la politica nazionale e la politica regionale sono prese da altre priorità. Quali governi fare, quale ministro, quale sottosegretario, cioè dai tatticismi della politica. Non lo dico solo io (io sono uno che lo ripete ormai da qualche anno; poi lo hanno detto, qualche mese fa, i vescovi) manca in Italia una classe dirigente. Per “dirigente” non dobbiamo intendere soltanto chi fa politica ma anche i rappresentanti sindacali e di categoria; manca cioè quella struttura, quella ossatura che ha fatto grande questa grande nazione, e che, oggi, non c’è; oggi è latitante, è assente nel dibattito, un dibattito che quando c’è’ è assente di contenuti.

Invito tutti voi a dirmi se qualcuno ha sentito più parlare dell’Area del libero scambio! Ne abbiamo sentito parlare negli anni passati, si sono fatti convegni, conferenze. Vi dico che è un appuntamento fondamentale per noi, per questa terra di Sicilia, perché l’Area di libero scambio significava aprire le frontiere, non avere più dogane, non avere più passaporti, per cui novecento milioni di cittadini del Mediterraneo sarebbero riusciti a dialogare. Sarebbe stato un momento importante perché diventavano cittadini di un incrocio centrale di percorsi economici e culturali. È normale che l’uomo della Lega nord - oggi l’attivista di riferimento del Governo nazionale - non sia interessato a questo punto; hanno infatti bloccato questo percorso, non se ne parla più, si è tolto dall’agenda politica; non si è creato niente perchè la nostra Sicilia si dotasse delle adeguate strutture che le permettessero di potere competere o di poter offrire servizi a livello di tutto il bacino del Mediterraneo.
Piuttosto ci accorgiamo che si sta cercando di “demolire”, piano piano; ma, resistiamo in tal senso, e i comuni hanno un ruolo importante, fondamentale (basta pensare alla “pazzia” che ha avuto il sindaco di Isnello - ne parlerà meglio lui perché è presente - di pensare a questo Parco astronomico grossissimo; è il Parco più importante che c’è forse nel Mediterraneo e forse in Europa) per dimostrare come i territori hanno una grande volontà di valorizzazione culturale, di valorizzazione del proprio ambiente.
Il sindaco di Isnello, il sindaco di Castelbuono (saluto Antonio Presti per la sua presenza: un altro “pazzo” che ha cercato sempre di portare avanti grandi eventi culturali nella nostra bellissima terra),

noi sindaci stiamo cercando di lavorare insieme a chi è disponibile a collaborare con noi, a darci idee, a mettere a disposizione la propria fantasia, per far sì che, insieme, riusciamo a valorizzare quello che abbiamo. Il sindaco di Isnello non ha pensato di portare la Fiat o una grande fabbrica; non c’interessa! Io piuttosto mi auguro che se ne vada la grande industria pesante dalla nostra terra perché non ne abbiamo bisogno di queste industrie, perché loro fanno altre scelte: la Fiat se ne sta andando in altri paesi, la Bialetti se ne è andata in Cina, un’altra - che produce calze per donna - se n’è andata in Jugoslavia. Cioè, queste grandi imprese non le “tieni”; come possiamo noi competere con il mondo, e avere una nostra specificità se non per quelle risorse “uniche”, che non possono portarsi via, e che possono diventare invece elemento stabile di ricchezza permettendo ai nostri giovani di studiare, di formarsi e poi di investire il loro sapere valorizzando il nostro patrimonio ambientale, valorizzando la nostra agricoltura di qualità.
Dobbiamo riusciare a fare questo in un confronto diretto con altri popoli, con altre culture, con altre religioni, senza fare steccati; a noi siciliani ci viene facile questo perché è nel nostro Dna. Non troverete mai un Sindaco siciliano che toglierà una panchina per non farvi dormire un immigrato. L’ha fatto qualche cretino del Nord, della Lega oltretutto.
Io ho avuto dibattiti, con altri colleghi sindaci, sul tema; vedere questi sindaci della Lega che neanche si presentano ai dibattiti o a fare solo il saluto e poi andarsene ...!

Io credo che un appuntamento come questo sia importante se riusciamo a farlo diventare patrimonio del territorio per il suo salto di qualità. L’impegno mio, di questi anni da Sindaco, è stato quello di produrre un cambiamento culturale nel mio paese; ne sono contento perché ci siamo riusciti: i temi della Pace, della Tolleranza, del Confronto tra i popoli, i temi della Solidarietà, del Coinvolgimento economico, della Contaminazione con altre realtà, con altre esperienze, sono tutti “percorsi” che nel mio paese abbiamo avviato e che oggi ci portano a questo appuntamento che cade in un modo molto opportuno - a cui devo dire non avere pensato - per cui ringrazio chi mi ha coinvolto, perchè è un momento di spinta per quel “salto”.
Dopo il percorso che abbiamo fatto di crescita all’interno della comunità, oggi noi abbiamo l’esigenza, in sinergia con altri, di proiettarci e di capire come possiamo confrontarci aprendo le porte dei nostri paesi, la nostra disponibilità e, nello stesso tempo, di proporre tutto quello che abbiamo da proporre.
Sono convinto che tutto il territorio della Madonie è pronto. Tutto questo percorso, che stiamo “meditando” stasera, fa sintesi di quei progetti e che ci permette di fare anche un bilancio. La presenza stasera dal dottor il Gullo - che ha ora assunto funzioni di Responsabile della Sovrintendenza dei BB.CC. è importante. Vi immaginate un Sovrintendente ai BB.CC. disponibile a dialogare con il territorio, a coinvolgere il territorio, a valorizzare quello che abbiamo di patrimonio culturale; per non lasciarlo così com’è, soltanto conservandolo, ma “aprendolo”, dando spazi, dando opportunità, coinvolgendo ad esempio il mondo della Chiesa. Oggi abbiamo la fortuna di avere un Vescovo che sembra molto più aperto di quello che c’era prima.
Perciò dico ci sono tanti fattori in atto per fare questo nuovo Slancio. Questo appuntamento può servire - anzi sicuramente serve - perché ci sta mettendo nelle condizioni di dire: oggi noi vogliamo confrontarci non soltanto tra noi o su tematiche limitate ai nostri confini, ma abbiamo la pretesa e la presunzione - e il coraggio anche - di dire che, nel Mediterraneo, la Sicilia può giocare una partita importante!
È in questo scenario che possono giocare una partita importante “le Madonie”. Questo angolo della provincia di Palermo, che per la sua storia di emigrati - che sono stati - e di immigrati - che abbiamo anche qui .... (e ne abbiamo immigrati).

Devo dire che con loro, al comune di Castelbuono, abbiamo un bellissimo rapporto: facciamo incontri periodicamente, c’è una chiesa a disposizione dove viene un prete ortodosso a dire messa una volta al mese; cioè stiamo cercando sempre più di discutere. Verrà un sindaco della Romania, il giorno 12, che ho conosciuto nella sua città. Questi contatti non devono servire soltanto a uno scambio di “gagliardetti” ma l’interesse deve essere aprire proprio a questo confronto culturale, economico, turistico, ma soprattutto “sociale”. Arriverà un gruppo di ragazzi “diversamente abili” dal Piemonte (perché ho creato una rete di sindaci fra Nord e Sud) verrà un gruppo di 13 ragazzi e, da Castelbuono, un gruppo di nostri ragazzi andrà in Piemonte.
Veramente ringrazio per questa occasione, facciamola diventare un appuntamento annuale che serva a fare quel “salto”, che da questa occasione si possa formare una cabina di regia, uno strumento che ci permetta di “volare” nell’incontro con altre culture, altre religioni, coscienti come siamo che la Sicilia deve giocare “questa grande partita”, da popolo, da terra di dialogo e di confronto.

Sindaco di Isnello, D’Agostino
Fa piacere questo discorso aperto, di collaborazione. Io penso che questo territorio debba recuperare un “senso istituzionale” del territorio. Qui ci sta il ragionamento della “collaborazione” e dei “distinguo”; infatti è bene che ci sia chi, per preparazione e sensibilità, si occupi della organizzazione e chi, invece, di mettere a disposizione la propria collaborazione! Questo è un territorio - quello della Madonie - che non ha delle specificità che possono sopravvivere in maniera isolata.

“Parco astronomico delle Madonie” - non di “Isnello” -, e stata una scelta voluta, perché non è una cosa solo di Isnello in quanto la sua valenza va oltre le stesse Madonie.
L’idea nasce nei primi anni ’70, quando le Madonie e la zona di Monte ... e di Carbonara erano siti di eccellenza per andarvi a sistemare il telescopio nazionale, perché il cielo delle Madonie è una risorsa al pari di tante altre risorse naturalistiche.
Cielo non inquinato che vediamo splendidamente di notte nei nostri posti; non lo vediamo in molti altri posti. Negli anni ‘70 furono valutati i cosiddetti “indici di visibilità” dalla Università di Catania. Il sito della ... fu scelto; solo che poi il telescopio nazionale, per scelte governative, andò alle Canarie.
Il sito mantiene ancora oggi, nonostante un minimo di inquinamento luminoso, le caratteristiche degli anni ‘70. Sul finire degli anni ’80, grazie anche al professor Mario De Martino (osservatorio astronomico di Torino) - di origine isnellese che si è entusiasmato a questa idea -, abbiamo lavorato al progetto del Parco astronomico della Madonie, che comprende, oltre la strumentazione tecnica, una struttura didattico-divulgativa, in prossimità di Isnello, che servirà le scuole del meridione di Italia. Il progetto prevede anche una struttura museale interattiva e una batteria di osservazione per astrofili.
I tre telescopi sono robotici, quindi da ogni parte del mondo ci si collega - se il “progetto di osservazione” viene approvato da una commissione scientifica - e si possono manovrare quei telescopi.
Una medesima realtà - ma di minore portata - si trova in Cile, sulle Ande, che viene gestita direttamente dalla università americana del Nord Caroline.
Prospettiva, la nostra, già “validata” dalla Agenzia spaziale europea che nel sito di ... vuole posizionare un suo prototipo, (ci sono 20 sezioni nel mondo lungo questa linea che saranno finalizzate al monitoraggio dei detriti spaziali).
Ci sono telescopi di nuova concezione è questo prototipo verrà sperimentato su .... Il progetto è stato finanziato già da un anno; siamo in fase di gara,cioè stiamo definendo le modalità di gara.

Vogliamo creare un contesto culturale attorno a questa cosa. La stazione didattico-divulgativa sarà filiale di una struttura che si trova Trieste: si chiama “immaginario scientifico”.
Questa struttura didattico-divulgativa, nel 2009, ha registrato 79.000 presenze di sole scolaresche.
Già, per il secondo anno, abbiamo istituito un premio “Gal Hassin”, un astronomo di chiara fama. Attorno a questo Premio una serie di iniziative, di conferenze nella scuola, nei paesi. Andando sul sito del comune di Isnello potrete trovare tutte le notizie.
(http://www.comune.isnello.pa.it/isnellonew/)

Prefazione di Gaetano Gullo (già direttore della biblioteca centrale della regione siciliana “Alberto Bombace”), a “Passare il mare” - dall’emigrazione all’immigrazione: 100 anni di memorie e racconti nelle pagine degli scrittori siciliani.

La preparazione di un opuscolo promozionale sulla cultura siciliana sul tema dei “confini”, scelto quest’anno quale filone tematico della fiera internazionale del libro di Torino - manifestazione cui tradizionalmente partecipa la biblioteca centrale per conto della regione siciliana - è stata l’occasione che ha dato origine a questa piccola antologia, cui, in corso d’opera, si è aggiunta l’adesione della biblioteca alla iniziative per la giornata mondiale del libro.

Passare i confini per gli abitanti di un’isola significa “Passare il mare”e per i siciliani passare il Mediterraneo: quel mare che prima di diventare “nostro” fu separazione, ostacolo e poi si mutò in via di trasporto, scambio, avvicinamento, congiunzione e veicolo di cultura tra i paesi che vi si affacciavano: “collezioni di regioni isolate le une dalle altre”, come le ha definite Fernand Braudel nel suo magistrale affresco sulla civiltà mediterranea, “che tuttavia si cercano costantemente le une con le altre; donde, tra loro, un incessante andirivieni, nonostante le giornate di cammino e di navigazione da cui sono separate, andirivieni facilitato dal nomadismo degli uomini... La complessa storia delle isole è forse, come certe immagini ingrandite, quella che meglio vale a illuminare la storia mediterranea”.

“Tutti questi movimenti richiedono secoli per compiersi...” afferma sempre Braudel, “la storia si interessa soltanto alle crisi, ai parossismi di quei lenti movimenti. Ora, immense preparazioni le precedono, interminabili fughe le accompagnano. E accade che questi movimenti, nella loro lentezza, cambino a poco a poco disegno”.

Ed è quanto emerge da questa piccola antologia letteraria di memorie e racconti di emigrazione e immigrazione in Sicilia fra il 1905 e il 2005

La preparazione di un opuscolo promozionale sulla cultura siciliana sul tema dei “confini”, scelto quest’anno quale filone tematico della fiera internazionale del libro di Torino - manifestazione cui tradizionalmente partecipa la biblioteca centrale per conto della regione siciliana - è stata l’occasione che ha dato origine a questa piccola antologia, cui, in corso d’opera, si è aggiunta l’adesione della biblioteca alla iniziative per la giornata mondiale del libro.

_________________________________

Marco Manera ha letto un lungo brano di Leonardo Sciascia: “lungo viaggio”.

Salvino Strano ha concluso questo primo momento del Programma (che abbiamo pubblicato il 1° settembre (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2291) con un concerto al piano.

-Maria Giuliana (l’anima della Organizzazione)