NON SI DISPERDA L’EREDITÀ DI DON SANTINO PARROCO

ritratto di Saro Di Paola

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(L'accoglienza e il congedo della Comunità di Santa Maria della Luce)

Eccellenza Reverendissima nostro Vescovo Vincenzo,
“Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”,
le palme alle spalle dell'altare ci mettono in bocca le parole del saluto al nuovo Padre ed al nuovo Pastore della Chiesa Cefaludense,
nel giorno della Sua prima presenza a “Prissuliana”.
Nel giorno della Sua prima presenza sulla prua della barca di Maria.

Oggi, 14 agosto 2010, Ella per la prima volta, si è accompagnata
al Parroco Don Santino,
al Sindaco,
alla comunità di Santa Maria della Luce,
a tanti uomini di mare di Cefalù,
a tantissimi ospiti della nostra città,
in quel gioioso e colorato corteo di barche che ha seguito la rotta di quella di Maria.
IL CORTEO DI BARCHE PER MANIFESTARE MARIA,
IL CORTEO DI BARCHE PER FESTEGGIARE LA VERGINE MADRE
nel giorno in cui la Chiesa ne ricorda l’Assunzione in cielo.

Un giorno che il calendario gregoriano fa coincidere con il giorno di ferragosto.
Cioè con il giorno che l’imperatore Ottaviano Augusto istituì per le ferie in suo onore.
Giorno, o giorni, in cui il riposo e la vacanza ci distraggono.
Al mare, sulla spiaggia, negli alberghi, sulle barche ci distraiamo.
Dalle nostre preoccupazioni,
dai nostri pensieri.
Da tutto.
Ahinoi ! Ci distraiamo, anche, da Maria!

È stato, proprio, per farci ricordare della Vergine Madre, anche nei giorni del riposo e della vacanza, che Don Santino, ha voluto
MANIFESTARE E FESTEGGIARE MARIA SUL MARE
allorquando, ebbe ad ideare ed istituire, quello che, per Cefalù è divenuto, oramai una tradizione :
il corteo di barche a mare del 14 di agosto.

Fu nell’estate del 1993.
La seconda estate di Don Santino, Parroco del Villaggio.
Il corteo di oggi che, per Sua Eccellenza, è stato il primo, per Don Santino è stato l’ultimo. Almeno, nelle Sue attuali vesti di Padre Parroco, a noi tanto care.
Ce ne ha dato comunicazione, tre domeniche addietro, alla fine della Santa Messa.

Eccellenza Reverendissima,
non possiamo non dirGlielo.
Non saremmo figli sinceri se non Glielo dicessimo :
non è stata una bella notizia.
Per noi, per tutti.
Per i parrocchiani e per quanti altri, da quel 1992 con Don Santino Parroco,
nella Chiesa di Maria della Luce,
abbiamo eletto il luogo per la nostra preghiera.
Il luogo per i nostri incontri nel segno, e nel nome, del Signore.
Per quanti altri ancora, tribolati e afflitti, in Don Santino abbiamo trovato il conforto.

Eccellenza,
è stata una notizia che ci ha disorientato.
Abbiamo pianto, non abbiamo imbarazzo a dirGlielo!
Sì, abbiamo pianto!
Ahinoi!
Eppure, Isaia ce le ha insegnate le parole dell’Eterno :
“I MIEI PENSIERI NON SONO I VOSTRI PENSIERI, LE MIE VIE NON SONO LE VOSTRE VIE”.
Eppure il significato di quelle parole è ben chiaro al nostro Spirito.
È stata la Carne a farcelo smarrire.
Ahinoi!
La debolezza della Carne ha prevalso sulla forza del nostro Spirito.

Dopo lo smarrimento per la notizia, una sequenza di flash è passata davanti ai nostri occhi.
Abbiamo rivisto le immagini,
abbiamo rivissuto gli stati d’animo, le sensazioni, le emozioni, i sentimenti di un periodo,
direi di un ciclo, della nostra vita.
La nostra vita da parrocchiani di Don Santino.
Immagini, sensazioni, emozioni, sentimenti che, quei flash custodiscono impressi tra i ricordi del cuore.
Tra i più belli dei ricordi: quelli che serbiamo nel nostro cuore di cristiani!

La prima Messa : era la notte di Natale del 1991.
La nuova Chiesa non era, ancora, collaudata.
E Don Santino ci ha riuniti là , nell’androne dell’asilo della Calura.
Lui dietro un altare da campo, noi sulle seggiole dei bambini d’asilo.
È stato là, in quella occasione, che ho vissuto l’emozione della mia prima lettura durante una celebrazione Eucaristica,
è stato là, in quella occasione, che abbiamo ascoltato la prima omelia del nuovo parroco.
È stato là che, cantori stonati, abbiamo improvvisato i canti della notte santa.
Insieme a Don Santino, eravamo una decina.

Poi nella nuova Chiesa.
Quando, l’11 febbraio del 1992, il Vescovo Rosario consegnò le chiavi a Don Santino,
non vi si poteva celebrare l’Eucarestia.
Mancava, anche, l’essenziale.
Fu Don Santino a recuperare, in un magazzino degli Artigianelli,
un altare in legno e due banchi con inginocchiatoio.
Le prime sedie per noi fedeli furono quelle del ristorante di un albergo della Calura.
Dono alla nuova Chiesa di una famiglia cefaludese.
Don Santino, in quello stesso magazzino degli Artigianelli, recuperò, anche, due statuette,
una di Maria e una di Giuseppe.
Mi erano familiari.
Da bambino le avevo viste ai lati dell’abside della Chiesa dell’Istituto.
Erano annerite dal fumo del fuoco che un lumino, prima di consumarsi, aveva innescato e alimentato.
Francesca e un’amica le restaurarono.
Le ridipinsero.

La statuetta di Maria è questa che, esaltata dalla Stella della Luce,
dal giallo e dal bianco delle gerbere,
dal 14 agosto 1993, ogni anno, sulla prua di una barca bianca è salpata da Prissiliana, per tornare a Prissuliana.
Dopo le virate a “punta ra Calura” e “a punta ri Santa Lucia”.
Dopo la fermata “a punta ru muolu”.

È stato nella nuova Chiesa che abbiamo vissuto la prima Comunione di Rosy e Roberto.
I primi due bambini della Calura, i soli, che, nella primavera del 1993, in quella Chiesa hanno ricevuto, per la prima volta, il corpo di Cristo.

È stato nella nuova Chiesa che, tantissime volte, abbiamo visto le braccia di Don Santino, alzare al cielo i bambini che aveva, appena, battezzato.
Per affidarli alle cure del Padre e della Madre Celesti,
per presentarli alla comunità parrocchiale.

È stato di fronte alla nuova Chiesa che, con Don Santino, il vecchio lazzaretto abbandonato è divenuto luogo di accoglienza e luogo di catechesi.
Di accoglienza per i diseredati.
Di catechesi per i bambini in preparazione alla prima comunione, per i cresimandi, per le coppie di fidanzati in preparazione al matrimonio.

È stato davanti alla nuova chiesa che, di buon mattino, nella straordinaria bellezza dell’aurora, abbiamo cantato a Maria che dell’aurora “sorge più bella”.

È stato in prossimità della chiesa che ci siamo scaldati al fuoco delle “vampe”.
Quelle con le quali, insieme alle “sfince”, il 18 di marzo di ogni anno, Don Santino ha radunato parrocchiani, e non, nel ricordo di San Giuseppe.

E poi, in prossimità della Chiesa,
“l’anguria insieme”, dopo il ritorno di Maria nella Sua casa,
“il caffè insieme” dopo le preghiere e i canti dell’aurora.

Là, in Chiesa,
là, davanti alla Chiesa,
là, in mare, sulle barche,
qua, in questo spiazzo del porto di Prissuliana,
di anno in anno, ci siamo ritrovati sempre più numerosi.
Di anno in anno, sempre più ricchi di spiritualità.

Con Don Santino parroco la comunità parrocchiale è cresciuta,
si è arricchita nello Spirito.
Con Don Santino parroco si è arricchita la Chiesa nella sua fisicità di luogo dello Spirito e di luogo per lo Spirito.

La Chiesa disadorna, con l’acqua che, in inverno, affiorava dal pavimento,
la Chiesa disadorna, con l’aria che, in estate, diveniva irrespirabile,
si è andata arricchendo.
Di anno in anno!
Con il suo primo altare in muratura, con il suo primo fonte battesimale in gesso,
con l’Annunciazione, con il battesimo di Cristo e con l’ultima cena raffigurati nel cotone, lavorato all’uncinetto dalle mani, antiche e pazienti, di due parrocchiane.
Poi, con le opere d’arte contemporanea.
Quelle che, nelle drammatiche sequenze dei bassorilievi di Sebastiano Catania, ci fanno rivivere il sacrificio della Croce.
Quelle che, nella Luce e nei colori delle tele di Pippo Bonanno,
fanno splendere la Luce di Maria.
La Luce della Vita della Vergine Madre specchiata nella Luce della Vita del Figlio.
In ultimo, ma non ultimo, l’altare in marmo, il leggio ed il fonte battesimale nel disegno dell’architetto Sergio.

Grazie a quella capacità di chiamare a Sé per chiamare a Dio,
grazie a quel carisma di coinvolgere
che sono stati, e sono, propri di Don Santino,
di anno in anno,
la fisicità della Chiesa parrocchiale e la Spiritualità della comunità che in essa si raccoglie si sono arricchite.
In perfetta simbiosi.
La Comunità si è allargata.
Ben oltre i confini fisici del Villaggio e della Calura,
per estendersi a Ferla, S.Francesco, San Cosimo, Costa Verde,
per divenire la COMUNITA’ DI DON SANTINO.

Eccellenza reverendissima,
è proprio nel messaggio che promana da una delle tele di Pippo Bonanno che ho trovato, e trovo, il soccorso per il congedo dal nostro Parroco.
È il messaggio che Giovanni, apostolo ed evangelista, mette in bocca a Maria, quando, durante lo sposalizio a Cana di Galilea, venuto a mancare il vino, Maria si rivolse ai servi per dire, indicando il Figlio :
“ FATE QUELLO CHE LUI VI DIRÀ “

Fratelli e sorelle della comunità parrocchiale,
è proprio in quel messaggio che, da Cristiani autentici,
dobbiamo attingere la forza per superare, sul piano umano,
la tristezza del congedo da Don Santino Parroco.
È proprio con la cristiana applicazione di quel messaggio che dobbiamo dare prova
di quella crescita spirituale e di quell’arricchimento nello spirito che, per ognuno di noi e per la comunità parrocchiale tutta, sono il più prezioso dei lasciti di Don Santino Parroco.

Fratelli e sorelle della comunità di Don Santino,
saremo cristiani autentici
soltanto se, come è stato con Don Santino parroco, riconosceremo l’opera del Padre nell’opera di Don Domenico, il nuovo parroco che,
per il tramite del nostro Vescovo Vincenzo, lo stesso Padre ci ha dato,

saremo autentici cristiani
soltanto se, sotto la guida di Don Domenico, ci sentiremo e saremo Comunità , come ci siamo sentiti, e siamo stati, Comunità con Don Santino Parroco,
soltanto se collaboreremo con Don Domenico come abbiamo collaborato con Don Santino.

Fratelli e sorelle
se così sarà stato, potremo dire di essere riusciti a cogliere, per metterlo in pratica nella sua straordinaria pienezza, uno degli insegnamenti che Gesù, nel Pater Noster,
impartì ai suoi apostoli quando Gli chiesero di insegnarli a pregare,
per insegnarci a pregare.

Quell’insegnamento che, per noi Spirito, è il più ascetico.
Quell’insegnamento che, per noi Carne, nelle avversità e nelle occasioni del dolore, è il più difficile da accettare e da mettere in pratica :
PADRE NOSTRO, SIA FATTA LA TUA VOLONTA’!

Padre Nostro, Ti rendiamo grazie per averci fatto il dono di Don Santino Parroco.
Padre Nostro, Ti rendiamo grazie per Don Domenico, il nuovo Parroco di cui ci hai fatto dono.

Padre Nostro, un altro dono Ti chiediamo.
Per noi non è un dono da poco.
Fai che la nostra Comunità non disperda l’eredità di Don Santino.
SARÀ MARIA DELLA LUCE AD INTERCEDERE PER NOI.

Saro Di Paola, 14 agosto 2010