Per quanto mi riguarda non ho altro da aggiungere

ritratto di Pino Lo Presti

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Sta certamente alla volontà di capire o alla pigrizia del lettore utilizzare, alla fine, l’ampio materiale fornito in queste settimane nelle piazze della informazione locale, utile ad una riflessione sulla "Informazione" in questa città!

Soltanto un’ultima cosa - a meno che anche questa non risulti “sterile polemica” - vorrei proporre alla vostra intelligenza: (segue)

Perchè un qualunque processo di rigenerazione sociale, culturale, civile etc... possa svilupparsi in una comunità di uomini, occorre in primo luogo che vi sia una sana, chiara, onesta, trasparente comunicazione tra loro. Questo implica che:

a) - non si chiudano gli occhi sulla realtà, e cioè che non si ometta di prendere atto-informare su fatti che sono peraltro evidenti e sotto gli occhi di tutti, neanche ricorrendo a ragioni di carattere "aziendale"; in quanto, se si vuole che la politica e quindi anche la informazione abbiano un “cuore”, non si possono anteporre dubbie motivazioni di carattere “concorrenziale", specie in un momento di crisi per la vita collettiva in cui mai come ora necessita una presa di coscienza delle tante cose che si "agitano" nella vita della nostra città;

b) - si risponda a domande lecite, motivate, argomentate e poste in forma, comunque, civile

c) - non si risponda indirettamente invece attraverso voci anonime - direi quasi “ventriloque”- che sentenziano giudizi senza il supporto di alcuna informazione e insinuano tesi senza alcuna argomentazione logica;
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Se di fronte ad informazioni oggettive e riscontrabili, può passare in secondo piano la valenza della identità di chi le fornisce; la certezza sulla identità è fondamentale invece inspecie quando si esprimono solo considerazioni soggettive.

E, altrettanto fondamentale che si motivi con chiarezza perchè ad alcuni si tappi la bocca e ad altri si offrano megafoni; cioè è fondamentale che vi siano delle regole nel dibattito, come in qualunque altro “gioco”.

Aver cercato di “stanare” chi (con diversi ma complici ruoli) non informa, censura e spande in forma anonima solo confusione; aver cercato di farlo con argomenti, ricostruzioni, riferimenti, citazioni, prove (la cui lettura certo non è eccitante per i più, bensì noiosa), prendo atto che a molti - come vedo - appare solo una “caduta nei bassifondi della più sterile delle polemiche”, “che è riuscita a sommergere quel poco di vitalità culturale che ancora c'era in questo povero Paese”, “un battere i piedi perchè mamma non ci ascolta”!

Mai come oggi, si dice, si deve riscoprire il significato della parola confronto , è vero!
Certamente ne sono principi derivati e, nello stesso tempo, costituenti la certezza della identità della persona che partecipa al confronto e le regole dello svolgimento dello stesso, in particolare su chi e quando ha o non ha diritto di parola!

Ho cercato di "evidenziare" chi non rispetta questi principi, con elementi di prova e ragionamenti trasparenti; dall’altra solo silenzi e frasi gratuite e malevoli. Mi sarei aspettato un parere su dove risultasse - agli osservatori - esservi più luce e dove più ombra, magari con qualche argomentazione di supporto; non tanta (per me incomprensibile) equidistanza!
Perchè, poi, questi stessi inviti non vengono fatti anche all’altra parte?

Non vedo come, non individuando i punti d’ombra, le cose da non fare, si possa altrimenti pensare di impostare un confronto fertile, cioè civile, che abbia “cuore” e “vitalità culturale”!