Archeologia: scoperto nei fondali di Panarea relitto nave romana
30 Giugno 2010, 16:59 - Staff [suoi interventi e commenti]
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PALERMO – Sui fondali di Panarea, ad oltre 100 metri di profondita’, giace un relitto di epoca romana, una nave al servizio della civitas che trasportava anfore colme di frutta secca. La sensazionale scoperta archeologica e’ stata presentata oggi alla Soprintendenza del Mare a Palermo, dall’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identita’ siciliana, Gaetano Armao e da Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare.
Il ritrovamento e’ stato reso possibile da un’intesa e proficua attivita’ di collaborazione avviata da alcuni anni fra la Soprintendenza del Mare, la fondazione statunitense Aurora Trust (nell’ambito del progetto ArcheoRete Eolie) e l’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell’Ambiente, che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea.
Il progetto intrapreso nel 2009, costituisce un importante progresso nell’ambito delle ricerche archeologiche subacquee perche’ per la prima volta sono state utilizzate dotazioni tecnologiche di ultima generazione. “Grazie al Rov – ha spiegato Tusa – strumento robotizzato, dotato di telecamere, fari illuminatori e propulsori ad elica, siamo riusciti, nonostante la profondita’ del fondale, ad ottenere immagini estremamente nitide del relitto e del carico che trasportava”.
La nave e’ risalente al I secolo d.c. circa ed aveva a bordo oltre un centinaio di anfore, adibite al trasporto di frutta secca. Le anfore si trovano disposte in posizione leggermente diversa da quella originale, un probabile indizio del fatto che la nave, scivolando si sia appoggiata su un fianco. “Per conoscere con precisione la natura del carico – ha proseguito Tusa- si e’ effettuato il prelievo di un’anfora e si procedera’ ad accertamenti di natura tipologica e merceologica. Ad una prima analisi possiamo supporre che fosse una nave annonaria, al servizio di Roma e che navigasse lungo le rotte nautiche commerciali dell’epoca, quali, per citarne alcune, Lilibeo- Roma, Milazzo-Roma”.
Le ricognizioni effettuate hanno portato all’individuazione di un altro relitto, anch’esso ad oltre cento metri di profondita’. Le ricerche archeologiche in alto fondale nel mare di Panarea riprenderanno il 15 luglio del 2010 per identificare con precisione il relitto ed effettuare operazioni di scavo.
“Questo risultato – ha commentato Tusa – e’ stato ottenuto grazie ad una sinergica ed innovativa collaborazione fra pubblico e privato: da un lato la Fondazione statunitense “Aurora Trust” con cui abbiamo avviato il progetto ‘Archeorete Eolie’ e dall’altro l’Ispra”.
L’intera sequenza della scoperta del relitto e del recupero dell’anfora sara’ oggetto di una puntata del magazine televisivo “Pianeta mare” in onda su Rete 4.
L’assessore Gaetano Armao, in occasione della presentazione, ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento, “ulteriore conferma dell’immenso patrimonio storico- archeologico che giace nel mare siciliano” ed ha annunciato che, “da oggi parte il progetto per la realizzazione a Palermo del Museo del Mare ed a Gela del Museo del Mare Antico”.
“Abbiamo individuato le risorse con cui dare vita a queste due nuove strutture museali – ha dichiarato – che saranno la testimonianza della millenaria storia portuale, marittima e commerciale della nostra regione. Una storia cosmopolita ed unica nel suo genere, la cui memoria si e’ persa nel corso del tempo.
Attraverso questi due musei, vogliamo riappropriarci di questa parte importante dell’identita’ siciliana e farla conoscere ed apprezzare in tutto il mondo”.
L’assessore ha anche presentato alcune iniziativa relative alla proposta di inserire Mozia e Pantelleria nel patrimonio mondiale dell’Unesco. “La proposta di Mozia – ha continuato Armao – verra’ istruita in gemellaggio con le isole Scilly (arcipelago a 45 km dalla punta sud-occidentale della Cornovaglia), come concordato con il console del Regno Unito, Michael Burgoyne, che ho incontrato due giorni fa a Villa Whitaker”.
“Questo gemellaggio fra Mozia e le Scilly, propedeutico alla richiesta di inserito nella World Heritage dell’Unesco – ha continuato Armao -si fonda sulla comune denominazione fenicia.
Abbiamo avviato anche l’istruttoria per la proposta di inserimento nel patrimonio mondiale Unesco di Pantelleria in gemellaggio con l’isola giapponese Ojika, dato che ad accomunare entrambe vi e’ l’aspetto legato alla ricerca archeologica subacquea”.
Nell’isola di Ojika la soprintendenza del Mare ha gia’ intrapreso una collaborazione con l’universita’ di Fukuoka e sono stati effettuate ricognizioni per identificare le navi della flotta di Kublai Kan, nipote di Gengis Khan e primo imperatore cinese della dinastia Yuan.
“Vogliamo ridare alla Sicilia – ha concluso Armao – quella dimensione cosmopolita che nei secoli ha avuto, essendo crocevia di popoli, culture e religioni variegate. Intendiamo aprire la nostra regione alle piu’ importanti istituzioni museali del mondo, per usare la cultura come leva di sviluppo della nostra regione”.
“Con il Metropolitan museum – ha proseguito Armao – abbiamo aperto un’interlocuzione che portera’, il prossimo 6 ottobre, davanti alla tela del Caravaggio esposta all’Abatellis, alla firma di un accordo di cooperazione e collaborazione culturale. La Regione sara’ l’unica istituzione europea a intrattenere un rapporto stabile di collaborazione con il Metropolitan”. Armao ha poi ricordato le collaborazioni gia’ avviate con il Getty museum di Los Angeles, con il British museum di Londra e con il museo archeologico nazionale di Istanbul, che ospitano importanti reperti archeologici siciliani, contribuendo a far conoscere la ricchezza monumentale vantata dall’isola. L’assessore ha, inoltre, annunciato una serie di iniziative culturali di respiro internazionale, in collaborazione con vari paesi: nel 2011, anno della cultura russa in Italia e di quella italiana in Russia, l’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identita’ siciliana, curera’ una serie di iniziative, di scambio d i opere d’arte fra i due paesi”.
La Soprintendenza del Mare ha intrapreso nel 2009 un progetto di ricerche in alto fondale in collaborazione con la Fondazione statunitense Aurora Trust denominato Archeorete Eolie che ha gia’ avuto come obiettivo la ricognizione di un tratto di mare di circa 150 kmq a Sud dell’isola di Panarea. In seguito a quella ricerca effettuata con side scan sonar si indizio’ strumentalmente, gia’ nella campagna effettuata a luglio 2009, la presenza di due relitti ad oltre cento metri di profondita’.
In occasione della registrazione di una puntata per il programma televisivo “Pianeta Mare” effettuata in collaborazione con l’ISPRA del Ministero dell’Ambiente che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea, si e’ tornati sui luoghi della ricognizione i giorni 24 e 25 del mese di giugno 2010. La nave Astrea e’ dotata di sofisticate attrezzature per la ricognizione subacquea, nonche’ di personale qualificato. Tra le attrezzature di cui la suddetta nave e’ dotata vi e’ un ROV estremamente maneggevole e versatile per la ricerca in alto fondale. Il ROV (Remotely Operated Vehicle) e’ uno strumento dotato di telecamere, fari illuminatori e propulsori ad elica capace di inviare in diretta immagini estremamente nitide del fondale. E’ inoltre dotato di manipolatori idraulici per la raccolta di campioni e reperti dal fondo.
Grazie a questo ROV si e’ tornati sul luogo ove l’anno prima era stata indiziata la presenza di uno dei due relitti individuati in seguito alle ricerche condotte in collaborazione con la Fondazione Aurora Trust. Con grande soddisfazione dei ricercatori della Soprintendenza del Mare e delI’ISPRA il carico del relitto si e’ materializzato attraverso le nitide immagini del ROV.
Il carico e’ formato da centinaia di anfore del tipo Dressel 21-22 databili al I sec.d.C., di fabbricazione laziale, adibite al trasporto di garum o frutta fresca o secca, oltre che granaglie di vario tipo. Le anfore si trovano disposte in posizione leggermente diversa da quella originale nella nave. Esse sono, infatti, quasi tutte coricate su di un lato. Cio’ indicherebbe che la nave, scivolando sul fondo, si sia appoggiata su un fianco. Tuttavia le anfore mantengono ancora la disposizione originale dimostrando che l’affondamento sia avvenuto probabilmente per turbolenza marina che ha fatto imbarcare acqua alla nave facendola scivolare delicatamente sul fondo.
Al fine di chiarire con maggiore precisione la natura del carico si e’ prelevata un’anfora per accertamenti di natura tipologica, cronologica e merceologica.
Il progetto di ricerca Archeorete Eolie e’ coordinato per la Soprintendenza del Mare dall’architetto Stefano Zangara e per la Fondazione Aurora Trust dall’archeologo Timmy Gambin. Il progetto s’inquadra nella collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, diretta da Sebastiano Tusa, e la Fondazione Aurora Trust diretta da Craig Mullen e Ian Koblick.
Le operazioni in mare che hanno portato nella notte tra il 24 ed il 25 giugno 2010 alla identificazione visiva del relitto sono state eseguite in collaborazione con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del Ministero dell’Ambiente coordinato dal biologo marino Franco Andaloro.
Le ricerche archeologiche in alto fondale nel mare intorno a Panarea riprenderanno il 15 luglio del 2010.
Fonte: www.vivienna.it
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