DIBATTITO SUL TURISMO

ritratto di Nicola Pizzillo

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Si è tenuto il 4 giugno presso la sala conferenze della Fondazione Mandralisca l'incontro-dibattito su "Integrazione produttiva e destagionalizzazione del turismo nel comprensorio cefaludese: le opportunità ed i vincoli del nuovo distretto". Stante l'assenza imprevista di Mario Azzolini, i lavori sono stati moderati da Giovanni Cristina e preceduti dalla presentazione della neonata associazione Demos sezione di Cefalù da parte dello scrivente. L'incontro ha avuto come relatore il prof. Antonio Purpora docente di Economia Industriale e del Turismo presso l'Università di Palermo, che ha effettuato una disamina tecnico-scientifica di come le istituzioni pubbliche e l'imprenditoria privata dovrebbero approcciarsi all'industria turistica, che non può essere nè frutto di improvvisazione nè un ripiego in caso di crisi di altri segmenti economici. La Sicilia ha un potenziale attrattivo favoloso ma ha tante presenze quanto la piccola isola di Malta, la quale possiede 1/6 della nostra capacità ricettiva, oppure solo 1/10 delle Baleari, questo è dovuto alla mancanza di una seria programmazione gestionale e ad un cattivo uso delle risorse finanziarie europee disponibili. I fondi europei 2007-2013 sono l'ultimo giro di danza, se non verranno sfruttati adeguatamente rischieremo di non avere altre occasioni per farlo. Bisogna comprendere che il turismo può essere praticato solo in zone che hanno una loro vocazione naturale, con bellezze paesaggistiche o storico-artistiche, i territori che invece possiedono una tradizione manufatturiera, agricola, possono entrare nel circuito turistico attuando sinergie con le strutture ricettive già presenti e mantenendo le loro peculiarità. E' compito di chi amministra saper selezionare le zone che devono fare turismo e stabilire cosa fare in altre aree prive di questa vocazione, per esempio destinandole alla produzione della spesa turistica locale. Per il nostro territorio, dapprima occorrerebbe effettuare una disamina delle presenze attuali di Cefalù e del Parco delle Madonie e verificare i flussi in un dato regime temporale (10 anni), verificando anche gli arrivi, i tempi di permanenza, la fidelizzazione della clientela (allo stato molto bassa) ma sopratutto quanta spesa media viene lasciata sull'intero territorio, ossia avere la capacità di catturare la spesa turistica tra ristorazione, souvenir, acquisto prodotti locali, ed è proprio quest'ultimo parametro che funge da discrimine tra un turismo stagionale mordi e fuggi ed uno che invece riesce ad abbracciare l'intero arco dell'anno. Bisogna saper fornire un buon prodotto non solo come soggiorno, ma anche come infrastrutturazione, servizi, svaghi, pulizia; è infatti l'insieme di tutte queste componenti che fa si che il cliente possa ritenersi soddisfatto della vacanza e a determinarlo a ritornare, oltre ad essere egli stesso veicolo pubblicitario con il passaparola riuscendo ad attirare nuova clientela. Viceversa se un turista parla male del territorio si crea un circuito perverso che allontana un numero esponenziale di possibili avventori, si calcola infatti che 1 turista insoddisfatto ne riesce ad allontanare 10. Il nostro è un problema di organizzazione degli apparati produttivi, dove coesistono due modelli di sviluppo: quello di Cefalù e del versante costiero, che nasce grazie ai tour-operators e si sviluppa con essi (v. Club Med); quello delle madonie più relazionale, con maggior presenza di agriturismi, B&B, microricettività e ristorazione tradizionale. Questi due modelli devono necessariamente intrecciarsi, non solo dal punto di vista di migliori infrastrutture viarie di collegamento, ma sopratutto attraverso lo scambio di esperienze imprenditoriali maturate sulla costa verso l'interno, solo così potra realizzarsi quel turismo integrato e sostenibile che sarà fonte di sviluppo duraturo e generale della nostra comunità.

Di seguito si sono registrati numerosi e qualificanti interventi degli ospiti presenti: Manlio Peri della Fondazione Mandralisca, Ilardo di Legambiente, Scancarello della Pro-loco Gangi, il sen. Bartolo Fazio, l'assessore al turismo di Cefalù Vito Patanella, Santa Franco di Demos, Enzo Cesare del comitato "Cefalù quale Ferrovia", Gaetano Lapunzina consigliere provinciale, Gino Crisafi di Demos. Ha concluso i lavori l'on. Antonello Cracolici capogruppo del PD all'ARS che ha disegnato lo stato dell'arte della programmazione regionale in materia di fondi comunitari destinati al settore turistico. Sul nascente distretto turistico si ripongono tante aspettative ma alla fine i fondi che ad esso la Regione riserverà sono briciole, si parla di 20 milioni di euro per l'avviamento e 300 milioni a regime per i diversi progetti. Dovremo cercare di affrancarci per il futuro dalla dipendenza dei fondi comunitari e saper camminare sulle nostre gambe, essi sono una distrazione dall'obiettivo finale che è la crescita economica generale in termini di PIL (prodotto interno lordo), allo stato una dei più bassi tra le regioni d'Europa. Adopera infine una metafora: noi dovremo puntare a vedere la luna ed invece guardiamo i dito che punta sulla luna, dove il dito sono i fondi UE mentre la luna è l'incremento del PIL.

Nicola Pizzillo, Associazione Demos