Giuseppe Lupo"Partito del Sud? Micciché governa con Berlusconi, si occupi della Sicilia"

ritratto di Gaetano Lapunzina

Versione stampabile

Da SiciliaInformazioni.com

Giuseppe Lupo è il segretario regionale del Partito democratico in Sicilia, ha assunto l’incarico nel novembre 2009. Appena quattro mesi fa.
E’ ancora in piena luna di miele, onorevole. La trattano bene?
“Mi hanno trattato benissimo, soprattutto gli oltre 200 mila siciliani che hanno votato alle primarie”.
C’è stata grande competizione.
“E’ stato un congresso vero, c’erano tre candidati. Oltre me, l’onorevole Lumia e l’onorevole Mattarella. Ognuno aveva una sua piattaforma programmatica. Poi, concluso il congresso abbiamo trovato una sintesi. Adesso stiamo lavorando per unire il partito e affrontare le tante emergenze della Regione”.
Le sintesi sono difficili. Work in progress… Il vostro è un partito plurale, ognuno fa le sue sintesi. Come comunicate ai vostri seguaci l’identità del partito?
“Bisogna ascoltare la voce di tutti, confrontarsi, rispettando le idee di tutti. E poi gli organi del partito decidono. Il segretario deve rappresentare un momento di sintesi. L’importante è fare sapere ciò che decidiamo, in questo la comunicazione ha un ruolo centrale. Non è facile, in questa regione non c’è un grande pluralismo informativo”.
Nel nuovo rapporto con il governo Lombardo il Pd ha espresso posizioni diverse al suo interno, talvolta molto marcate e vivaci. I ribellismi all’interno del Pdl vi hanno dato tanto spazio. Lei è contento di come è stato sfruttato questo spazio politico che vi è stato offerto? Forse senza merito?
“Un pizzico di merito l’abbiamo probabilmente, perché se c’è un crollo del centrodestra in Sicilia vuol dire che i siciliani cominciano a riconoscersi in un’idea diversa di politica, quella che esprime il centrosinistra, il Partito democratico. Dal 2001 a oggi il centrodestra ha governato la Sicilia con il primo e il secondo governo Cuffaro, con Forza Italia e il Pdl. Tutto questo non c’è più. Forse i siciliani non hanno ancora piena consapevolezza di questo crollo del centrodestra che non governa la Sicilia, o meglio non lo governa come prima. C’è ancora un presidente eletto dal centrodestra che si chiama Lombardo. Noi dobbiamo fare di tutto per cambiare, per trovare un’alternativa di governo riformista, progressista, di centrosinistra per migliorare la condizione di vita dei siciliani. Oggi la situazione è allarmante, basta guardare al tasso di disoccupazione in crescita, alla condizione delle imprese, basta guardare ai tanti giovani costretti ad andarsene da una regione sommersa dai rifiuti. La nostra sfida è cambiare le cose, stiamo presentando alcuni disegni di legge, uno sul credito d’imposta sull’occupazione: dare agli imprenditori che assumono un vantaggio fiscale, un bonus per coloro che assumono a tempo indeterminato, un disegno di legge per istituire le zone franche urbane a tributi zero per le imprese che investono nelle aree svantaggiate. Abbiamo proposto la riduzione degli Ato rifiuti, la riduzione delle società partecipate. Troppi amministratori, troppi presidenti, troppe risorse, troppe spese che gravano anche indirettamente sulle tasche dei siciliani”.
Onorevole Lupo, siamo alla vigilia di una svolta. Le Regionali rappresentano un giro di boa. Che cosa succederà in Sicilia? La frattura nel Pdl sarà ricomposta? Il Partito del Sud nascerà? Reggerà la diarchia Pdl-Lega, tagliando fuori Gianfranco Fini? Micciché torna a casa, i finiani faranno altro? E il Mpa di Raffaele Lombardo? Ha perso i legami con il centrodestra, dovrà assumere decisioni nuove, importanti.
“Noi siamo interessati a costruire un’alternativa al centrodestra con coloro che sono disponibili a seguirci. Il Partito del Sud che costruisce Gianfranco Micciché sarà un partito di centrodestra federato con il Pdl, non ci interessa. Lombardo vuole fare nascere una forza politica territoriale, trasversale, non necessariamente di centrodestra. Non credo neanche in un partito territoriale traversale perché in un sistema bipolare un partito territoriale deve poi decidere se guardare a destra, come guarda a destra la Lega Nord, o guardare a sinistra, come guardano a sinistra i partiti autonomisti spagnoli, che governano la Catalogna e l’Andalusia. La domanda è questa, dunque: che cosa è il Partito del Sud? Non si è capito che cosa sia. Strano che Miccichè e Lombardo si occupino di un partito che non esiste invece che occuparsi dei problemi della Sicilia. Noi vogliamo essere un partito democratico, capace di cambiare la Sicilia, avanzare le proposte, realizzare ciò di cui la Sicilia ha bisogno: il lavoro, lo sviluppo, la legalità. Costruire, dunque, un’alternativa di centrosinistra assieme tutti i partiti che condividono questa idea”.
A Gianfranco Micciché oggi, onorevole Lupo, cosa chiederebbe, trovandoselo davanti, con estrema schiettezza? Che cosa desidererebbe che facesse nell’interesse della Sicilia e del Meridione?
“L’onorevole Micciché è il sottosegretario del presidente del Consiglio con delega al Cipe, organismo che si occupa in particolare dei Fondi per le aree sottoutilizzate. La cosa che dovrebbe fare Micciché è battere i pugni sul tavolo del ministro Tremonti per far arrivare in Sicilia i quattro miliardi e trecento milioni di euro che spettano alla Sicilia, che il governo Berlusconi non trasferisce alla Regione. Piuttosto che parlare del Partito del Sud, l’onorevole Micciché faccia la sua parte per fare arrivare in Sicilia ciò che ci spetta”.
Miccichè e Tremonti non si parlano…
“Non so se parla o non parla con Tremonti, francamente non ne ho idea, so che è il sottosegretario del presidente del Consiglio, che ha una delega ed un ruolo politico importante e deve fare il suo dovere per fare arrivare in Sicilia quanto ci serve per aiutare la crescita della nostra Regione”.
Che cosa dovrebbe fare il suo partito perché cominci a parlare alla gente con un linguaggio riconoscibile e coerente? Avete fatto le primarie, ma avete completato gli organi interni previsti dal vostro statuto?
“Si stanno svolgendo i congressi del Partito democratico sul territorio in tutte le provincie della regione. In alcune province i congressi sono stati avviati, sarà un momento di partecipazione importante in tutti i comuni. Dobbiamo mantenere il dialogo con il popolo delle Primarie. Ben 200 mila siciliani hanno votato il 25 ottobre per eleggere Bersani segretario nazionale e me segretario regionale. Questa è la grande sfida, mantenere questo rapporto. Fa bene al Partito democratico, aiuta la vita democratica, migliora la qualità della partecipazione ed il livello delle istituzioni”.
La partecipazione è essenziale, poi però vengono le decisioni cui tutti dovrebbero attenersi. Chi non prevale deve farsene una ragione. Il partito si regge su questi presupposti, l’accettazione delle decisioni assunte a maggioranza.
“C’è un confronto vero, ci sono tante opinioni, da quando sono stato eletto tutte le decisioni assunte dal gruppo parlamentare e dal partito hanno ottenuto quasi sempre l’unanimità. Il 9 dicembre l’assemblea regionale del Pd ha approvato la mia relazione, un documento politico che impegna il partito a sfidare il governo Lombardo per realizzare le riforme che servono alla Sicilia. Questo documento è stato approvato con un astenuto e un voto contrario da 180 delegati eletti alle primarie. Questo partito sa anche decidere”.
L’unanimità lascia perplessi. Una decisione assunta a maggioranza deve essere rispettata da chi non prevale. E’ su questo terreno che si gioca il futuro di un partito che ha guadagnato una identità.
“Sono assolutamente d’accordo, un partito vive di questa essenziale dialettica. La maggioranza decide, la minoranza svolge un ruolo importante, significativo ma deve riconoscere il ruolo volto dalla maggioranza. Penso che il partito saprà essere proprio questo”.