31 Luglio 2012, 20:23 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
Manlio Peri, Vicepresidente della Fondazione Mandralisca
Signor Sindaco del comune di Cefalù, signor Sovrintendente dei BB.CC. della provincia di Palermo, signore e signori.
La fondazione culturale Mandralisca è onorata di ospitare oggi questo illustre consesso, e io sono lieto di dare il benvenuto alle autorità presenti e a tutti coloro che sono qui convenuti per assistere a questo importante evento.
Lo faccio soprattutto a nome del Presidente della fondazione Mandralisca, il dott. Angelo Piscitello, a cui imprescindibili impegni di lavoro hanno impedito di essere presente, e che vivamente se ne rammarica.
Il dott. Piscitello mi ha chiesto di volgere a voi tutti il suo personale saluto e di manifestarvi il suo vivo apprezzamento per questa iniziativa.
Questa sera giunge a compimento un percorso di cui la Fondazione ha avuto l’onore di ospitare anche l’esordio. E’ di poco più di un anno fa, infatti, l’incontro svoltosi nei nostri locali nel corso del quale la sezione di Cefalù dell’Archeo Club d’Italia ha presentato la iniziativa del restauro del “Martirio di Santa felicita e dei sette santi fratelli”, e l’idea, originalissima, della campagna di raccolta fondi che è servita a renderlo possibile.
Quella iniziativa si è ora concretizzata, restituendo alla cittadinanza un’opera d’arte ricondotta all’antico splendore.
Ritengo doveroso porgere un vivo ringraziamento all’Archeo Club d’Italia, al suo Presidente, la prof.sa Flora Rizzo, che si è personalmente adoperata, con la generosità e la competenza che le sono consuete, affinché si conseguisse questa importante mèta.
La fondazione Mandralisca, che per tanti anni ha custodito questo magnifico dipinto, non può che gioire di questo risultato, come pure della prospettiva di continuare ad ospitare il quadro nei propri locali, e ciò fino a quando il dipinto potrà tornare, in piena sicurezza e con garanzie di ottimale conservazione, nel luogo per il quale era stato originariamente voluto dal committente e ideato dall’autore, cioè la chiesa di Santa Felicita presso il castello Ortolani di Bordonaro.
Ancora una volta quindi, e mi sia consentito di sottolineare questo aspetto, il museo Mandralisca si rivela risorsa di grande valore per la conservazione e la fruizione, da parte del pubblico, del patrimonio artistico che Cefalù può vantare e che, se il museo Mandralisca non esistesse, sarebbe disperso tra varie sedi probabilmente non confacenti.
Prima di concludere, vorrei ricordare come questa iniziativa abbia voluto essere anche un omaggio al nostro indimenticabile concittadino, Nico Marino; è stata infatti la sua sconfinata conoscenza della storia e degli accadimenti di Cefalù a consentire il maturare dell’idea del recupero e della ricollocazione del quadro nel suo sito originario.
Mi piace pensare che Nico sia oggi con noi e gioisca anche lui per il concretizzarsi di quest’idea per la quale di certo si sarebbe speso con la consueta generosità e disponibilità.
Il Sindaco
Ha sottolineato come, al di là della disponibilità dei mezzi di una Amministrazione, sia l’amore dei cittadini per ciò che è comune ad essere, come in questo caso, determinante; ciò non toglie che resti dovere della Amministrazione farsi carico della conservazione di ciò che è patrimonio collettivo.
Informa di aver ricevuto la promessa di 30.000 euro, da parte di un deputato nazionale, da utilizzare per opere di manutenzione, di prima necessità, al castello Bordonaro, e di un interesse per la Tenuta annessa, da parte della Curia Vescovile, per i giovani.
Comunica che è suo desiderio che il dipinto venga conservato presso la Casa comunale.
Flora Rizzo, Presidente della sezione di Cefalù dell’Archeo Cub d’Italia
Abbiamo iniziato, come associazione, un percorso. Il percorso che ci ha portato questa sera, qui, inizia esattamente il 9 maggio 2010, quando, come è nostra consuetudine, abbiamo fatto la manifestazione “Chiese aperte”, una manifestazione che si ripete ogni anno nella nostra città.
Nel 2010, la chiesa che abbiamo voluto aprire al pubblico, è stata la Chiesa, appunto, di Santa Felicita a “Settefrati”.
In quella occasione, prima dell’apertura, abbiamo fatto un sopralluogo con gli impiegati comunali che si occupano del nostro patrimonio, e con il nostro socio Nico Marino.
Ci siamo resi conto che era in uno stato di inagibilità: il soffitto, danneggiato ampiamente, non consentiva nessuna funzione all’interno. Soprattutto abbiamo trovato un’altare spoglio, un bellissimo altare - e tra l’altro con dei decori pittorici che sono ancora conservati (seppur bisognosi di restauro anch’essi) -.
Ci siamo interrogati su quale fosse stata la Pala di quell’ altare. Nico ci disse che sicuramente si trattava di Santa Felicita e che lui ne conservava un’immagine, inoltre questo dipinto sicuramente poteva trovarsi nei depositi del Mandralisca perché il Comune aveva pensato bene di conservarvi quelle opere che non potevano più stare al castello Bordonaro.
Devo dire che, assieme a quest’opera, c’erano anche altre opere che si trovano tuttora custodite qui, al Mandralisca, bisognose di restauro.
Siamo venuti presso la fondazione e abbiamo chiesto di visionare questa opera - che abbiamo trovata straordinaria, nelle dimensioni, nella cornice, nel tema rappresentato -.
Ce ne siamo subito interessati ed è venuto fuori il desiderio di tutta l’associazione di fare qualcosa per questo dipinto.
Perché, la intenzione quale è?
E, su questo dobbiamo essere chiari, signor Sindaco!
La nostra intenzione è quella di mettere un tassello fermo nel ripristino della Chiesa. Perché il dipinto deve stare all’interno della Chiesa, al suo posto sullo sfondo di quell’altare.
Che stia un periodo nei locali del Comune va benissimo, che stia in un percorso museale qui al Mandralisca va benissimo ma la cosa fondamentale - lo capiremo meglio poi quando lo storico parlerà di questo dipinto e di quello che rappresenta - è che ritorni nel luogo per cui è stato commissionato e realizzato.
Abbiamo quindi pensato al suo restauro.
L’altra congiuntura importantissima è stata la conoscenza di una restauratrice della nostra città.
Non che io ce l’abbia con chi non è della nostra città, però valorizzare le nostre risorse ci sembra una cosa importante (evitare che molti cervelli, mani, gambe, vadano fuori è mio personale impegno costante).
Avere scoperto questa professionalità nel nostro territorio è stato anch’esso fondamentale affinché si giungesse oggi a questo risultato.
L’iter che abbiamo seguito lo voglio qui ripercorrere perché è importante comprendere come le cose possano essere portate avanti; perché a parole sembra tutto molto più semplice.
Avevamo l’opera all’interno della fondazione Mandralisca, abbiamo trovato la restauratrice - che è Antonella Tumminello -.
Innanzitutto, dovevamo rivolgerci al proprietario e, quindi, ci siamo rivolti all’Amministrazione comunale per ottenere l’autorizzazione per poter procedere alla presentazione del progetto di restauro. Abbiamo chiesto alla fondazione Mandralisca - che ospitava questo dipinto - di avallare questa iniziativa. Dopo di chè, abbiamo preparato un progetto (lo ha preparato Antonella Tumminello con il supporto scientifico del prof. Erminio Signorini), e lo abbiamo presentato, con una richiesta di Nulla Osta, alla Soprintendenza di Palermo.
la Restauratrice, dott.sa Antonella Tumminello Il Prof. Erminio Signorini
In quella occasione, abbiamo conosciuto, prima la dott.sa Elvira D’Amico (che si trova qui), e successivamente il Sovrintendente in persona - che ha preso molto a cuore questa operazione - il dott. Gaetano Gullo, qui presente a dimostrazione della sua personale partecipazione a questa iniziativa.
Il Sovrintendente, dott. Gaetano Gullo Il Prof. Abbate
Il Progetto, con relativa richiesta di Nulla Osta, è stato presentato il 31 agosto del 2011. Il Nulla Osta è arrivato il 22 settembre, quindi celerissimo!
Tutto questo perché c’eravamo, nel frattempo, conosciuti (avevamo portato avanti - come iniziativa dell’Archeo Club e soprattutto come Lions club di Cefalù - l’altro dipinto del “Salvator Mundi” che si trova sulla facciata dello Osterio magno di Cefalù, sempre con la dott.sa D’Amico), e quindi è stato tutto più semplice.
Ottenuto il Nulla Osta, abbiamo informato la Fondazione e il Comune, quindi la Sovrintendenza dell’inizio dei lavori.
Nel contempo, abbiamo avviato la campagna di raccolta fondi “Diventa proprietario morale di questa opera d’arte”, perché riteniamo che non ci sia niente di più bello che sentirsi partecipi, e quindi proprietari, di qualcosa che è di tutti, della comunità!
Ai primi di novembre, è cominciato questo straordinario lavoro di restauro, nei cui particolari non entro, però devo dire che abbiamo fatto tutti, la nostra comunità (Fondazione, Sovrintendenza, il Comune, i cittadini) una cosa straordinaria!
E, l’abbiamo fatta “straordinaria” perché abbiamo fatto un restauro che è straordinario, che è innovativo, che usa delle tecniche importanti che salvaguardano ancor di più l’opera; abbiamo fatto un lavoro “scientifico”, un lavoro didattico (che dobbiamo pubblicare), dal punto di vista del metodo, importante per la Sicilia.
E’ nostro interesse lavorare per ricostruire la storia dell’arte del nostro territorio attraverso tutte queste risorse professionali locali.
Il prof. Erminio Signorini Lo Storico dell’Arte Giuseppe Fazio
La restauratrice Antonella Tumminello
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 1959 volte