24 Luglio 2012, 12:14 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Gli Incontri d'estate organizzati da Giovanni Cristina sono ormai un appuntamento fisso di Cefalù. Appuntamenti ai quali non si può mancare, se si ama la cultura e si vuole ricreare la mente.
L'appuntamento di domenica, però, è stato qualcosa di più: non solamente la nostra mente è stata ricreata, ma anche il nostro cuore è rimasto colpito. Così colpito, che tutti abbiamo partecipato e ci siamo trovati riuniti empaticamente ad Angela Di Francesca e a José Sottile, che nella loro recitazione hanno messo non soltanto la loro non indifferente abilità artistica, ma anche il loro cuore. Quel cuore senza il quale si può essere bravissimi, ma non si è artisti. Ed entrambi domenica sera sono stati artisti.
I canti del Sud del mondo, sia esso il Sud del Continente americano oppure il Sud d'Italia, la Sicilia, erano un'antologia dei lamenti degli oppressi e dei poveri, di coloro che la storia ha trasformato in sfruttati e che ora non sanno più riprendersi i loro diritti, perché ridotti quasi a una forma di debolezza congenita. Erano i canti di chi ha coscienza, da una parte, della propria dignità e consapevolezza, dall'altra, della propria impotenza di fronte ai soprusi, violenti e no.
Ci voleva, per far trasparire questo profondo sentimento di sofferta impotenza, non soltanto un cantante, ma anche e soprattutto un artista. E José si è dimostrato tale. La sua voce baritonale è stata di quelle che ormai s'incontrano sempre più raramente e la sua chitarra è stata inappuntabile, ma esse non sarebbero state sufficienti a fare dell'evento un unicum. Occorreva che quella voce e quella chitarra interpretassero non le parole e le note, ma il sentimento. Si pensi a quel canto sud americano, che si apre con la dichiarazione di godere di tanti fratelli e si conclude con l'orgoglio di dichiarare di avere una sola sorella: la Libertà. Ricordiamoci con quanta forza è uscito il canto di José in questo punto e avremo la misura della sua partecipazione sentimentale, del suo essere un artista senza se e senza ma.
E che dire di Angela, quando ha cantato i versi di Buttitta, completando il canto di José? Non è stata da meno: pochi versi cantati così accoratamente, che ti sembrava lei la vittima dei pirati, che le avevano tolto dagli occhi persino lo sguardo di donna appassionata e viva.
Insomma, una serata come poche, di quelle che ti hanno elevato così tanto lo spirito, che te ne ricordi per sempre.
Sono contento della presenza dell'assessore Marinaro, che tra le sue deleghe ha anche quella della cultura e non manca mai a queste manifestazioni culturali, dimostrando che prende sul serio il suo compito istituzionale e sa apprezzare le espressioni della vera arte. E dev'essere anche una buona madre, perché ha portato con sé la figlia Giovanna, ancora bambina di dieci anni, ma in grado di apprezzare la musica, che studia con passione.
C'è da ben sperare!
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 968 volte