13 Aprile 2021, 18:53 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Sono già due settimane che, ad Ogliastrillo, un gruppo di Tecnici è impegnato in una campagna geognostica finalizzata all’inquadramento idrogeologico e geomeccanico dell’ammasso a monte dell’area di cantiere e di quello sottostante l’area sulla quale correrà il binario lato mare della nuova strada ferrata.
Per completare la campagna saranno necessarie altre settimane ed una domanda viene spontanea:
perché tale campagna dopo e non prima?
Ovviamente, dopo rispetto al cedimento della paratia e prima rispetto alla trivellazione del primo dei 189 pali della paratia medesima.
Eppure, ad Ogliastrillo, tanti, troppi, erano i segnali della ricchezza d’acqua nel sottosuolo, che, in fase progettuale, avrebbero dovuto imporre una seria campagna di indagini:
dal pozzo nell’area del Palasport
alla noria, al pozzo ed alla vasca per irrigazione a valle dell’area che sarebbe stata interessata dai lavori del raddoppio
addirittura, all’affioramento superficiale d’acqua che, da sempre, proprio in corrispondenza della stessa area, trasformava in pantano un tratto della via Samotracia.
Eppure, in fase di progettazione, erano ben note l’altezza e la lunghezza, che, a valle della strada statale, avrebbe avuto il fronte di scavo.
E’ auspicabile che i segnali, che non sono stati colti ad Ogliastrillo, vengano colti in altre zone che saranno interessate dai lavori del raddoppio ed, in particolare, da quelli per realizzare, con metodi tradizionali, le gallerie per l’accesso alla fermata sotterranea.
E’ auspicabile che i segnali vengano colti per tempo.
Prima e non dopo.
Perché dopo, là, a Pietragrossa e Pacenzia, rimediare non sarà facile.
Come lo fu a Santa Chiara, dove è bastato cambiare le porte.
Come non lo sarà ad Ogliastrillo.
Saro Di Paola, 13 aprile 2021
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Commenti
Mauro Gagliano -
raddoppio