14 Settembre 2017, 11:20 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Dentro l’ARMCO, nel quale, per completare la cosiddetta strada intercomunale Cefalù-Castelbuono, venne intubato il tratto del Sant’Oliva contiguo all’eliporto, sono entrato il 24 aprile del 2015.
Non, dall’imbocco di monte, da cui ero, sempre, entrato prima.
Da monte, l’alveo e le scarpate erano impenetrabili.
Vi sono entrato dall’imbocco di valle. (https://www.qualecefalu.it/node/16860)
Da valle, ho risalito, dall'interno, tutto il tubo.
Rischiando di rompermi l’osso del collo.
Il suo fondo era scivolosissimo.
Lungo l’attacco del fondo alla volta, l’acqua aveva fatto la sua parte.
Di già.
Aveva cominciato ad ossidare i pannelli di lamiera, che lo compongono.
Proprio, come aveva ossidato i pannelli dell’armco di Pietragrossa. (https://www.qualecefalu.it/node/21213)
Il pannello di lamiera trascinato dall’acqua era, ancora, là.
Bloccato dai montanti di ferro, che puntellano lo schiacciamento della volta.
Là, dove l’avevo lasciato il 26 aprile del 2013.
Dentro quell’armco, sono tornato il 21 dicembre del 2015.
Dopo che il Sindaco Lapunzina aveva fatto eseguire, agli operai dell’ESA, la pulizia straordinaria dell’alveo a monte.
Là, bloccato dai montanti metallici, oltre al pannello in lamiera, ho trovato dell’altro:
la carcassa di uno scooter e detriti di varia natura.
Nel dare a Cesare (Lapunzina) quel che era stato di Cesare (Lapunzina), (https://www.qualecefalu.it/node/18546), mi ero permesso di suggerirne la rimozione.
Infatti, all’interno di un qualsiasi tubo, a formare i tappi sono i detriti, che l’acqua stipa uno sull’altro.
Almeno, così ritengo.
In particolare, nei casi, come quello del tubo del Sant’Oliva, dentro cui, insieme alle acque piovane, possono scorrere canne, rami e tronchi d’albero.
Il mio suggerimento del 2015 sarà stato recepito?
Stamattina, dopo la tragedia di Livorno e prima di scrivere questo post, avrei voluto accertarmene.
Non mi è stato possibile.
Sì, perché, stamattina, l’imbocco dell’armco è più impenetrabile di quanto non fosse nell’aprile del 2015.
Già, perché, gli interventi di pulizia e di manutenzione dei corsi d’acqua devono essere condotti con sistematica regolarità.
Già, perché, le Istituzioni, piuttosto che finanziare interventi straordinari, a pioggia dopo le piogge, dovrebbero finanziare interventi ordinari prima delle piogge.
Con tutta probabilità, le Istituzioni risparmierebbero e, ciò che più conta, si risparmierebbero vite umane e danni irreparabili.
Saro Di Paola, 14 settembre 2017
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