21 Dicembre 2012, 13:13 - Comune di Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Con il suo motto di vita "Con il sorriso si può" ecco arrivare a Cefalù, ospite per alcuni giorni, Caterina Bellandi e il suo taxi "Milano 25".
Sabato 22 dicembre alle ore 17.30 Zia Caterina, donna impegnata sul sociale, incontrerà grandi e bambini in Sala delle Capriate, Piazza Duomo.
La storia....
“Con il sorriso si può” è da anni ormai il motto di vita di Caterina Bellandi, da tutti conosciuta come Zia Caterina, alla guida del suo taxi colorato ''Milano 25''.
Zia Caterina, taxista per amore, vive a Firenze e attraverso i suoi colori, la sua energia e il linguaggio del cuore porta il sorriso e l'allegria a tutti quei bambini che stanno combattendo la battaglia più grande, quella per la vita....
Per anni lavora in un ufficio a Prato e vive serena con il suo compagno Stefano, taxista, noto sulla piazza con la sigla “Milano 25”. Ma nell’agosto del 2001 Stefano muore per un tumore ai polmoni lasciandole il taxi e l’eredità di un lavoro che lui riteneva “sociale”. “Sarai tu ‘Milano 25’ ”, le dice poco prima di morire. E così è stato.
Prende la guida di quel taxi “Milano 25” e in breve, oltre ad essere una normale auto in servizio pubblico, lo trasforma in un motore d’amore. Durante una delle sue corse incontra una famiglia speciale, quella di Tommasino, un bambino morto per un una neoplasia, e parlando con i suoi genitori scopre che avevano dato vita ad una fondazione benefica per sostenere la ricerca sui tumori nell’infanzia, nonché la cura e l’assistenza dei piccoli colpiti da queste gravi patologie.
Da quel giorno iniziò ad effettuare corse gratuite per l’ospedale pediatrico ''Meyer'', a favore dei familiari e dei bambini malati di tumore. Quelli che Caterina chiama i “super eroi” e che lei fa dipingere sul suo taxi: quei bambini diventano personaggi da fumetto, disegnati (da Karin Engman) come loro stessi si immaginano (una gattina, un delfino, un lupo, un istrice…). Ognuno di loro ha il proprio particolare “super potere”, tutti hanno quello di dare a Caterina (e a noi) una lezione di vita e la forza di andare avanti.
Tanti bambini accompagnano ogni giorno Zia Caterina nel suo lavoro ma soprattutto nella sua missione più importante: quella di ridare il sorriso a chi lo ha perso. Caterina nel 2007 viene nominata “ambasciatrice di solidarietà” per la città di Firenze.
In città e non solo, la conoscono tutti e ha tanti amici che spesso coinvolge nelle sue imprese. Come lei, sono “spiriti liberi”, curiosi della vita, attenti ai bisogni di chi è meno fortunato. Sono quei “pazzi” che credono di cambiare il mondo… e, a volte, ci riescono.
“Milano 25” diventa un’associazione senza fini di lucro (Onlus), apre un sito internet (www.milano25.com)
E molte altre persone che hanno riscoperto la vita attraversando il dolore, altri che ritrovano se stessi in un gesto di solidarietà o anche solo nel conoscersi meglio, fuori dalle convenzioni, entrano nella grande favola di “Milano 25” che Caterina porta in giro per la città, e per l’Europa.
Caterina è una donna eccezionale perché è riuscita a rielaborare il dolore della morte di un proprio caro trasformandolo in amore per la vita e per chi ne ha bisogno.
Una vita diversa, fatta di semplici gesti quotidiani, capaci però di alleviare la sofferenza psicologica al prossimo, strappando un sorriso alla malattia e al dolore e regalando speranza. Lei che a prima vista può apparire eccessiva e troppo vistosa.
Lei che passa parte della sua giornata ad accompagnare e distrarre i bambini malati del Meyer. Lei che la trovi al supermercato a far la spesa per i genitori di quegli stessi bambini. Lei che offre la propria ospitalità ad alcune famiglie in difficoltà.
Lei che parte per l’Albania, perché un pomeriggio riceve la telefonata di un bambino che le chiede “portami a casa”. Lei che non esita a raggiungere Patch Adams a Mosca, attraversando l’Europa con il suo taxi.
Lei, sempre lei, che accompagna le spose.
Lei, che una volta faceva la moglie e l’impiegata e che un giorno ha radicalmente cambiato la sua vita per diventare un instancabile motore di solidarietà. Lei, che riesce a capire il dolore e che scommette con coraggio sulla vita. Lei, sempre e comunque, che sente il fruscio degli ''angeli''… attorno. Lei”.
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