Inaugurata ieri la mostra “Eros...nella pittura” di Giuseppe Forte

Ritratto di Quale Cefalù

11 Agosto 2014, 12:08 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Domenica 10 agosto 2014 è stata aperta al pubblico, presso il Caffè Letterario “La Galleria” sito in Cefalù, Via XXV Novembre n. 22, la mostra “Eros...nella pittura” di Giuseppe Forte che raccoglie più di 20 opere.

Nel riportare uno stralcio di quanto scritto da Giuseppe Maggiore, noto regista cefaludese, ricordiamo che l’esposizione si concluderà il 30 agosto p.v.

«Tratteggio sicuro, semplice, d’effetto, con volute di colore appropriate al disegno e alla tematica trattati. Labirintici ghirigori di linee nere profuse in bozzetti a china o acquarello, di contenuto erotico, dati alla luce una diecina di anni fa e tenuti quasi nascosti nell'archivio personale dell’autore fra una miriade di altri disegni. Tali tratteggi si evolvono in svolazzi chiaroscurali esaltanti l’immagine della donna effigiata nella sua più disponibile fisicità, sola o in gruppo, aggrovigliata ad altri corpi, supina o eretta, languidamente sdraiata in indolente abbandono, invitante, soffusa di ostentata mollezza, colta nel limbo di coinvolgenti lascivi atteggiamenti dalle feline statiche movenze (sembrerebbe un anacronismo, una “coincidentia oppositorum”, qui l’accorpamento dei termini “statiche” e “movenze”, perché letterariamente l’uno escluderebbe l’altro, attesi i due significati contrapposti. Infatti se una figura è “statica”, allo stesso tempo non può presupporre il movimento suggerito dal termine “movenza”; la giustapposizione apparirebbe, appunto, irrazionale. Ma qui non c’è contraddizione perché anche nella staticità il movimento può sussistere adombrato dalla flessuosità dei muscoli pronti a scattare, dall’atteggiamento prorompente della persona, dalla sua postura e dalla scenografia che la circonda); statiche movenze, dicevo, dunque, che inneggiano al sempiterno primordiale afflato fisico, indiscutibile supporto del nostro continuo divenire (qui mi soccorre il sempre abusato concetto eraclitiano in cui spesso mi rifugio: “panta rei”).
[...]
Quest’opera subliminale di Giuseppe Forte, versata prevalentemente al femminile, evidenzia, una manualità esperta, uno stile maturo anche in un settore che credevo in Lui non usuale, se non addirittura obsoleto. […]»

(Tratto da: L’Eros nella pittura di Giuseppe Forte – Giuseppe Maggiore – 23 novembre 2013 – https://www.qualecefalu.it/node/5426)