Spazi polifunzionali a Cefalù

ritratto di Gianfranco D Anna

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A Cefalù, allo stato attuale, vi sono solamente tre spazi architettonici da poter impiegare per esposizioni, rassegne ed eventi vari:

- l’Ottagono di Santa Caterina all’interno del Palazzo di Città, di proprietà del Comune;
- il Centro polifunzionale della SS. Annunziata, costituito dalla Corte delle Stelle e dall’Auditorium della SS. Annunziata, di proprietà del Comune;
- l’Osterio Magno, di proprietà della Regione.

Qual è, secondo l’amministrazione, il futuro di questi luoghi?

OSTERIO MAGNO:

Nella trasmissione radiofonica “Oggi parliamo di…” andata in onda il 11/09/2011 su Radio Cammarata, in un intervento telefonico, il consigliere Antonio Franco, nel ricordare al Vice Sindaco Roberto Corsello, presente in studio, «l’impegno suo personale che si era preso con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo per un intervento d’urgenza relativo al magazzino del plesso Bastione dove sono conservati i reperti archeologici di Cefalù», gli chiede, in qualità di Assessore alla Cultura, «se corrisponde a verità, come mi è stato detto in Soprintendenza, che è arrivata al Comune una comunicazione da parte del Soprintendente archeologico, il Dott. Vassallo, il quale lo ha ulteriormente diffidato a tenere i reperti nelle condizioni vergognose in cui sono tenuti in questo momento in quel magazzino, e che sarebbero pronti a portarseli via, a portarli ad Himera e non so se questi reperti torneranno mai più a Cefalù. Siccome è un patrimonio della nostra città su cui lui aveva preso un impegno personale in Consiglio comunale ed un impegno personale con il nostro concittadino onorario prof. Amedeo Tullio, io gli chiedo se qualche cosa è stato fatto o se ha intenzione di agire tempestivamente.»

L’Assessore Corsello risponde:
«È vero quello che Tony ha detto, cioè che è arrivata questa nota. Io, come avevo già anticipato al prof. Tullio, ritengo che l’unico posto alternativo alla conservazione dei reperti che vi sono al Bastione possa essere individuato nell’Osterio Magno. Mi sono già incontrato con l’arch. Testa per valutare l’opportunità di custodire all’interno di una delle sale dell’Osterio Magno, quella al piano terra, una parte, quanto meno la parte più importante, dei reperti che si trovano al Bastione, posto che la situazione infrastrutturale dell’immobile del Bastione è tale da non potere consentire oltre la permanenza di quei reperti li come la Soprintendenza ha giustamente scritto. Questa idea cui faceva riferimento Tony Franco era quella della creazione di un museo archeologico di Cefalù che, secondo me, con le ristrettezze economiche di questi tempi, non può essere fatta avulsa dalla Fondazione Mandralisca, cioè noi non possiamo far altro che continuare ad arricchire il patrimonio della Fondazione Mandralisca perché pensare ad un’altra struttura, ad un’altra fondazione, ad un’altra realtà sarebbe assolutamente impensabile posto che non ci sarebbero le risorse per poterlo fare, quindi, la conservazione, secondo me, va fatta di concerto con la Fondazione Mandralisca che, peraltro, so in questi giorni sta avviando anche un’attività di recupero delle sale a piano terra della struttura chiusa; nell’immediato l’ipotesi a cui abbiamo pensato per evitare il problema che ha posto la Soprintendenza, quindi la fuga di questi reperti da Cefalù, è quella della loro conservazione all’Osterio Magno previo assenso della Regione proprietaria del bene.»

“CORTE DELLE STELLE”:

La domenica successiva, 18/09/2011, sempre nella trasmissione radiofonica “Oggi parliamo di…” di Radio Cammarata, l’Assessore Vito Patanella ha parlato della Corte delle Stelle: «Cosa sarà delle Corte delle Stelle? … Questo è uno degli argomenti, secondo me, più importanti di quelli che interessano le deleghe di Peppe Barranco, dell’Assessore Barranco, perché la Corte delle Stelle oggi si trova di fronte a due proposte. Io credo che le due proposte debbano camminare insieme: c’è una proposta del Partito Democratico che vuole di quel luogo si faccia il luogo delle associazioni e della consulta giovanile; c’è una proposta che sostanzialmente fatta propria anche dall’amministrazione, di pensare alla Corte delle Stelle come ad un Museo del Gelato. Io credo che l’una non escluda l’altra: c’è lo spazio per musealizzarla attraverso un percorso didattico e ricreativo incentrato sul concetto del gelato e ci sono gli spazi perché la consulta giovanile e le associazioni vivano quel luogo. In ogni caso, entrambe le cose, come dicevo pocanzi, fanno vivere quel luogo; lasciarlo abbandonato a se stesso, alla mercé di chiunque passa e come un cane ci lascia il suo evidentemente è la cosa più sbagliata che si sia fatta fin adesso e, allora, ragioniamo su una capacità di integrazione delle due proposte piuttosto che far nascere l’ennesima polemica che ci divide, se è fattibile bene, se non è fattibile può tranquillamente decidere la città tra una ragione squisitamente locale e cefaludese che siamo pronti a capire, comprendere e, soprattutto, apprezzare ed, invece, un’idea di sviluppo turistico e di immagine anche produttiva per la città quale può essere quella del Museo del Gelato.»

Sull’argomento è intervenuto anche il sig. Alamia, organizzatore dello Sherbeth Festival: «Io, rispetto al museo, capisco che l’Assessore ha un problema di conquistare e consolidare il consenso. … Io non parlo del PD, a me interessa quando uno lancia un messaggio e parla agli utenti e quindi ai giovani delle associazioni. Per quello che noi pensiamo, nella nostra idea progetto la Corte delle Stelle è insufficiente solo per realizzare quello che noi vogliamo fare, fermo restando che io condivido e sono d’accordissimo che i giovani e le associazioni debbano avere quegli spazi che sono necessari affinché loro crescano e diventino il futuro perché una società che non investe sui giovani non ha capito nulla. Noi dobbiamo investire sui giovani e, quindi, dare a loro la grande opportunità.»

Infine Vincenzo Garbo, segretario cittadino del P.D., intervenuto in un secondo momento al programma radiofonico, ha ricordato che il «Consiglio Comunale si è espresso su quei locali (della “Corte delle Stelle”) nel momento in cui ha deliberato l’approvazione del Regolamento di affidamento dei Beni comunali e, quindi, ha indicato quali debbano essere le modalità di affidamento di quel bene, quindi si è già espresso; si esprimerà, penso a giorni, in quanto è calendarizzato nell’attuale sessione dei lavori consiliari la proposta, anzi le due proposte dell’albo e di costituzione della consulta delle associazioni di Cefalù che noi abbiamo presentato mesi orsono, quindi non è una novità, nell’ambito del quale noi chiediamo che quei locali siano destinati a divenire locali sede della consulta delle associazioni di Cefalù.»
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Personalmente ritengo che queste opere architettoniche andrebbero riqualificate, dotate di impianti ed allestimenti espositivi progettati e realizzati in modo specifico, valorizzate esse stesse come beni architettonici-culturali, dotate di un regolamento che impegni al massimo rispetto tutti coloro che ne usufruiscono e MESSE A DISPOSIZIONE DI TUTTI I CITTADINI, cefaludesi e non, che vogliano organizzare a Cefalù un’esposizione, una mostra, una rassegna, un evento di interesse socio-culturale e NON debbano, invece, ESSERE CONCESSE IN ESCLUSIVA AD UNA SINGOLA ASSOCIAZIONE O ENTE - e ciò vale soprattutto per il Centro della SS. Annunziata, un unicum indivisibile costituito dalla piazza inferiore, dalla sala polifunzionale a doppia altezza, dalla galleria espositiva superiore da cui si accede alla sala del ritrovamento archeologico e all’auditorium della SS. Annunziata, e dalla piazza superiore con i locali originariamente pensati come bar tea-room.

ritratto di Saro Di Paola

UN BEL CONO

Le icone del gelato sono il cono e la coppa.

Il cono o la coppa sarebbero, perciò, l'icona ideale del "museo del gelato".

La "Corte delle stelle" sarebbe l'ideale per un "museo del gelato" perchè ha un posto ideale per posizionarvi la icona :
il centro o il cuore della stella.

Personalmente come icona del museo metterei un cono :
UN BEL CONO, alto con il gelato color fragola- rosso miceneo che svetti oltre la piazza superiore.
Sarebbe meno invadente della coppa.
Sopratutto a livello del calpestio della "Corte".

E poi, sarebbe l'introduzione ideale al
"percorso didattico e ricreativo incentrato sul concetto del gelato" del museo.

ritratto di Marcello Panzarella

La forma non segue più la funzione, e viceversa

La forma non segue più la funzione e la funzione non segue più la forma, come invece ci avevano insegnato i Maestri fondatori dell'architettura moderna.
Ma, insomma, siamo postmoderni, no? e tutto ormai si può confondere col suo contrario.
La Corte delle Stelle NON E' NATA COME MUSEO, Assessore, ma se Lei davvero la vuole trasformare in Museo è liberissimo di pensarlo, però mi consenta di dirLe che Lei non sa quello che sta facendo, e può permetterselo perché, purtroppo, questo è il tempo delle improvvisazioni. Per trasformare la Corte delle Stelle in un Museo ci vuole un progetto, e se lei, Assessore, prima di pronunciarsi avesse chiesto un parere a un tecnico onesto, la prima cosa che questi Le avrebbe risposto sarebbe stata che lì non c'è lo spazio, né per le misure, né per le caratteristiche distributive. L'unico pezzo di museo possibile lì è nella saletta archeologica, che io ho progettato come tale, cioè come posto in cui musealizzare ciò che vi si è trovato e mantenuto, e basta.
Se no, ci faccia fare pure un museo da qualunque "yes man", ma il risultato sarà peggio di un fondaco. E poi, il Gelato insieme con l'Archeologia! come dire: Capre e Cavoli, o - a scelta - Cavoli a Merenda.
Se però, Assessore, Lei volesse prendere in considerazione un museo ben fatto, La prego di dare un'occhiata all'Antiquarium di Himera, a quattro passi da Cefalù. E aggiungo, per mia modestissima opinione, che poi coincide con quella della Soprintendenza, che in mancanza di un Museo con la M maiuscola a Cefalù, è INDISPENSABILE trasportare lì i reperti cefaludesi malriposti al Bastione.
Se invece si volesse ragionare senza l'ottica del raffazzonamento, direi che sarebbe meglio pensare a un nuovo Museo Civico Archeologico, magari gestito dalla Fondazione Mandralisca, e credo che esso dovrebbe consentire una utile sinergia - e una parziale inclusione nei suoi spazi esterni di pertinenza - della porzione di mura megalitiche di via Paramuro, nel sito oggi occupato dai decrepiti e orrendi manufatti dell'ENEL, presso il Teatro Comunale. Questo è un vecchio suggerimento dell'Archeoclub d'Italia di Cefalù, che credo interessante e conducente. I soldi? Il fatto è che i soldi si cercano quando uno ha un progetto. Se il progetto non ce l'ha, magari poi arrivano i bandi europei, e uno si deve presentare con le mani vuote.
PS n. 1
Non ho niente contro l'ipotesi di portare dei reperti archeologici dal Bastione ai magazzini del Museo Mandralisca, ma è chiaro che si tratterebbe di un trasloco da un deposito malridotto a un altro deposito più adatto. Quanto a pensare che il semplice trasloco farebbe di quei magazzini una estensione del Museo Mandralisca, ce ne corre.
PS n. 2
Non ho niente contro il gelato, mi piace, tanto è che mi sono dovuto mettere a dieta.
Però il Sindaco aveva assicurato che, finito lo Sherbet Festival, avrebbe fatto togliere dalla Corte delle Stelle il colore rosa pallido del logo pubblicitario dello Sherbet e l'avrebbe fatta ridipingere col suo colore originario. Restiamo in fiduciosa attesa.

ritratto di Saro Di Paola

ARCHITETTO LA SMETTA!

Dopo tutti quei discorsi inutili sul COLORE ora ci mettiamo a discutere pure della FORMA e della FUNZIONE.

ARCHITETTO LA SMETTA!
Se ne sbatta degli insegnamenti dei
Maestri fondatori dell'architettura moderna,
IMPARI DA ME!

A casa mia avevo un piccolo W.C. di forma rettangolare troppo piccolo per fare i bisogni comodamente.

"EUREKA" : un lampo di genio ed ho risolto il problema.

Ho spostato il WC nell'ingresso che era più grande ed a forma di trapezio.
Dopo tanti anni finalmente posso fare i miei bisogni comodamente.

Architetto, i Maestri dell'architettura moderna le hanno insegnato malissimo : la forma non "ci azzecca" con la funzione.

ritratto di Pino Lo Presti

WW i nostri assessori

alla Cultura, alla Gestione e Fruizione del BB.CC. e al Turismo!

ritratto di Salvatore Culotta

Vorrei dire qualcosa a

Vorrei dire qualcosa a proposito dell’utilizzo della Corte delle stelle come sede della Consulta delle Associazioni. Vorrei anzitutto capire di quali spazi ha bisogno una “Consulta” per espletare le sue funzioni. La consulta è una assemblea, che necessita quindi, almeno credo, di una sala attrezzata per riunioni e anche di locali per uffici (segreteria, archivio,centro stampa etc.). Ovviamente non si terranno assemblee quotidianamente, per ventiquattrore su ventiquattro. E se necessitano uffici si dovrà ricorrere a gabbie in alluminio, vetro etc. ripetendo il massacro del Municipio. Una seconda perplessità riguarda le modalità pratiche con cui , se non ho capito male, le varie associazioni potranno usare quello spazio per i loro fini sociali e per una (limitata) manutenzione e sorveglianza ( escludendo un servizio di ronde),e cosa significa usarlo a turno, escludendo che di volta in volta ogni associazione traslochi le sue cose o che si crei un ufficio per ogni associazione. Pur approvando l’idea di una Consulta delle Associazioni credo che sul piano grettamente pratico questa destinazione per la Corte delle stelle sia veramente infelice. Un’idea veramente blasfema per l’impiego di quello spazio sarebbe quella di utilizzarlo per gli scopi per cui è stato concepito e realizzato. La Corte delle stelle è segnata purtroppo da un suo peccato originale : nel progettarla non si è tenuto conto della qualità delle persone che l’ avrebbero “posseduta”.

ritratto di Pino Lo Presti

Forse però

a ogni associazione potrebbe bastare un armadietto (o una sua parte) per mettervi le proprie carte.
La Sala (riunioni ed esposizioni, ed eventualmente transitori laboratori) potrebbe essere indifferentemente usata da tutte loro nei periodi assegnati.
Basterà forse solo ricavare un locale "separato" dove mettere la segreteria (con l'armadietto e la varia strumentazione: computer, stampante, telefono, fax etc...). Non sò se sarebbe necessario molto altro.

ritratto di Salvatore Culotta

Mi sembra comunque ovvio che

Mi sembra comunque ovvio che non può essere "sede"di ogni associazione che lo chiede.Il CAI ha bisogno di un magazzino in cui tenere le sue atrezzature,altrettanto una banda o un gruppo teatrale.E allora nell'"armadietto" cosa ci tengono? E in ogni caso quali sono modi e mezzi per salvaguardarla da vandali e incontinenti?

ritratto di Pino Lo Presti

Infatti

sarà la sede della Consula delle associazioni e non delle singole associazioni.
La loro presenza costante (si spera sarà un ottimo deterrente per gli incontinenti) assieme certamente ad un sistema di videosorveglianza e al'apertura (come previsto) di un bar sulla piazza superiore.

ritratto di Salvatore Culotta

Presenza costante di chi? E

Presenza costante di chi? E il bar mi ricorda quel tentativo fatto al Bastione tanti anni fa.Pensa quanti ombrelloni,meno di p.za Duomo certo ma stesso risultato.

ritratto di Pino Lo Presti

Ma tu

cosa vorresti che se ne facesse della Corte delle Stelle e come pensi di affrontare i suoi problemi di incuria?

ritratto di Salvatore Culotta

Ritengo un errore

Ritengo un errore considerarla esclusivamente appannaggio della Consulta: che resti quello che è: una sala polifunzionale in cui possano all’occorrenza svolgersi anche assemblee della stessa,tutt’al più (dopo che il progettista ne abbia ravvisato la fattibilità) le si potrebbe riservare una stanza. La videosorveglianza andrebbe bene se accoppiata ad una reale possibilità di immediato intervento e successiva sanzione (magari ad opera di anziani). E’ ovvio che, se possibile, la si dovrebbe attrezzare per ospitare sia mostre che incontri di vario tipo, proiezioni e così via. In merito alla piazza superiore non vedo affatto la possibilità di affidarla ad un bar, cosa che sarebbe senz’altro una “privatizzazione” ( p.za Duomo docet), forse basterebbe, come detto, una stretta videosorveglianza, ed un impegno alla pulizia quotidiana come per ogni altra piazza o strada, e che resti quello che è, mettendo in atto il suo collegamento con l’Auditorium. Per completare sarebbe opportuno che si incaricasse un ufficio comunale di gestire e coordinare le varie attività,e questo non solo per la Corte delle stelle ma per ogni altro consimile.

ritratto di Pino Lo Presti

Sull'Ufficio comunale

che si incaricasse di ... sarei d'accordo come per qualunque altra cosa di interesse pubblico. Stante la inconsistenza attuale della loro capacità nella politica gestionale dei beni pubblici, vedrei bene un affidamento alla Consulta, della Corte delle Stelle, con la clausola di accogliere manifestazioni ed eventi che rispondano a certi requisiti di ordine culturale e sociale.
Dò per scontato che la Corte dovrebbe essere attrezzata per mostre, incontri di vario tipo etc... come per qualunque modifica (vedi la famosa "stanza") la consultazione e la collaborazione del progettista. Per quanto riguarda il bar non è una mia idea, nè le sono particolarmente affezionato; credo che sia stato già previsto da Marcello in sede di progetto. Ciò che conta è che vi sia un qualche centro di aggregazione che assicuri il non vuoto=abbandono degli spazi della piazza superiore.
Dò per scontato anche il collegamento con l'Auditorium.
Per quanto riguarda la video-sorveglianza come qualsiasi altro strumento di controllo credo che nessuno possa compensare perfettamente l'assenza di buona educazione e senso civico dei cittadini.

ritratto di Vito Patanella

Improvvisazioni 1

"La Zisa" oggi museo dell'arte islamica

ritratto di Vito Patanella

Improvvisazioni 2

"Lo Steri" oggi sede del Rettorato

ritratto di Vito Patanella

Improvvisazioni 3

ritratto di Mauro Caliò

Che fine ha fatto

mi piacerebbe sapere, il municipio raffigurato in quelle foto...
Purtroppo non c'è più, forse già dal giorno dopo gli scatti.

ritratto di Marcello Panzarella

Il vero sordo è chi non vuol sentire

Semplicemente, il problema è che non si rendono conto, fino in fondo, di quello che fanno. Gli pare che non fanno niente di male, anzi!
I lavori di ristrutturazione del Municipio di Cefalù durarono circa vent'anni, per varie vicissitudini delle imprese, tra cui un fallimento. Ma in quei due decenni Cefalù era molto cambiata, cresciuta non tanto nel numero degli abitanti, quanto nelle esigenze e nelle attribuzioni demandate all'ente locale: il municipio pensato vent'anni prima per un paese adesso doveva far fronte a molti più compiti e necessità, e doveva ospitare molto più personale, molte più funzioni che in passato: per l'appunto quelle di una città. Il problema era chiaro, e gli architetti lo posero correttamente all'amministrazione comunale: suggerirono di ospitare in quella sede solo le funzioni apicali e quelle di rappresentanza, lasciando temporaneamente gli altri uffici nelle sedi in cui fin allora erano stati ospiti, nelle more della programmazione e realizzazione di almeno un'altra sede distaccata. Di fatto, però, la consegna dell'edificio finito avvenne nelle mani di un'amministrazione nuova, fresca di elezioni, la quale - con intenti d'austerità del tutto astratti dalla situazione, e nella totale noncuranza delle conseguenze - fece, come si dice, orecchio da mercante. Anzi, cominciarono subito gli acquisti e la collocazione di partizioni prefabbricate per uffici, e nel fabbricato che era stato appena liberato di tutte le superfetazioni, ricominciò immediatamente la corsa a suddividere, tramezzare, soppalcare, controsoffittare. Sarebbe interessante sapere se almeno abbiano chiesto un nulla-osta alla Soprintendenza, e naturalmente se l'abbiano ottenuto.

ritratto di Marcello Panzarella

BON TIEMPU E MALATTIEMPU ...

Egregio assessore, lei si sente punto sul vivo perché mi sono permesso di dire che questo è un tempo di improvvisazioni!
E che dovrei dire io, sentendo che lei, dopo aver attribuito il mio lavoro ad altri (e va bene, non è obbligatorio saperlo) si permette di dire che il colore è discutibile, la destinazione d'uso è discutibile e insomma pare che io non debba inquietarmi, e che da autore non abbia nessun diritto, nemmeno quello di far presente un certo disappunto, mentre basta che qualcuno, solo per essere divenuto assessore, si senta autorizzato a fare e disfare il lavoro degli altri come gli pare. Certo, comprendo perfettamente che un avvocato, per proprio mestiere, sia abituato a discutere i fatti secondo la prospettiva che più conviene al suo cliente, anche utilizzando i documenti che appartengono alla "parte avversa": è precisamente ciò che lei sta tentando di fare, credendo di poter usare contro di me ciò che io ho scritto. Trascura però un dettaglio, e cioè che gli esempi che lei richiama, usando i miei scritti, sono opere decine di volte più grandi della saletta interna della Corte delle Stelle; insomma, lei immagina di potere usare la sua dialettica contro uno che sta scrivendo un libro sul riuso degli edifici. Vede, se lo desidera, posso fornirgliene l'indice, così non perderà molto tempo a rendersi conto di quanto varia sia la casistica e quali le implicazioni. Resta però un fatto: la Corte delle Stelle, al suo interno, ha dimensione così minuscola e forma così obbligata, che qualunque trasformazione - per la quale occorre comunque il progetto di un tecnico abilitato - la snaturerebbe completamente. Ovviamente non ci sono limiti alla fantasia umana, e se lei insiste, anche contro il parere espresso dal signor Alamia - che di gelati se ne intende - chi mai potrà impedirle di fare lì un museo del gelato? Lo faccia fare, ma diventa un'altra cosa, un pasticcio, un pastrocchio, una cosa "scafazzata".
Ciò assodato per fatto lampante, mi resta solo da considerare che lei, con i tre richiami che ha proposto all'attenzione dei lettori, sta giustappunto trattandomi non da parte lesa, ma da "parte avversa": prendo atto che solo per aver espresso una tenue critica alle sue dichiarazioni estemporanee lei mi vive come un avversario. Sappia che non è così e non lascerò che lo sia. Faccia pure della Corte delle Stelle quello che crede: ci penseranno altri, dopo di lei, a restaurarla.
Comunque le devo anche un ringraziamento, per aver dato la possibilità a tutti di leggere un mio vecchio scritto, al quale sono molto affezionato, e che il lettore attento ed equilibrato spero possa apprezzare, rendendosi perfettamente conto di ciò che c'è scritto.
Distinti saluti
Marcello Panzarella

ritratto di Saro Di Paola

IMPROVVISAZIONE 4

Dopo improvvisazioni 1, improvvisazioni 2 e improvvisazioni 3
mi sono confuso.

Mi sono chiesto e continuo a chiedermi se mai io abbia compreso il significato della parola IMPROVVISAZIONE.

Mi sono chiesto e continuo a chiedermi se mai, sino ad oggi, di quella parola abbia colto il "CONCETTO".

GIA' IL CONCETTO !
Haimè, anche del concetto ho smarrito il significato.
Da quando ho letto di quel
"percorso didattico e ricreativo incentrato sul concetto del gelato"
che dovrebbe essere il "museo del gelato" di Cefalù.

ritratto di Gianfranco D Anna

Dimentichiamo che…

Dimentichiamo che ci sono anche i locali posti tra la piazza superiore e la Via Costa, originariamente destinarli a bar tea-room e che potrebbero diventare la sede dell’Università del Gelato.

ritratto di Gianfranco D Anna

Improvvisazioni 5

Condivido in toto la risposta chiara e decisa data dall'Arch. Panzarella all’assessore Patanella: «La Corte delle Stelle NON E' NATA COME MUSEO, Assessore, ma se Lei davvero la vuole trasformare in Museo è liberissimo di pensarlo, però mi consenta di dirLe che Lei non sa quello che sta facendo, e può permetterselo perché, purtroppo, questo è il tempo delle improvvisazioni.»

Dovrebbe, inoltre, essere chiaro a tutti che la Forma segue la Funzione e la Funzione segue la Forma.

La sala polifunzionale con il suo soppalco-galleria è stata pensata - ma mai attrezzata - per ospitare esposizioni temporanea, incontri relativi alle mostre, conferenze ed anche piccoli concerti di musica da camera, non a caso si è pensato, per ragioni acustiche, ad una forma a “ferro di cavallo” ed è stata creata anche una piccola sala regia.

Pensare di posizionare armadi, di creare stanze magari chiudendo, al piano inferiore, parte dello spazio che circonda l’ovale a doppia altezza significherebbe far sì che la Funzione non segua più la Forma.
Per le sedi delle associazioni, per gli uffici della consulta si possono individuare altri locali mentre sono ovviamente d'accordo sull'idea di svolgervi le riunioni.
Non ricordo bene, mi sembra che il Vice Sindaco Corsello nella trasmissione radiofonica “Oggi parliamo di…” dell’11 settembre u.s. abbia prospettato l’idea di dare all’Associazione della Pro Loco di Cefalù alcuni locali dell’ex Municipio di Via Giovanni Amendola o degli ex uffici di Piazza Spinola.

Pensare addirittura di ospitarvi un Museo del Gelato, beh! su questa idea si è già espresso l’Arch. Panzarella «… la Corte delle Stelle, al suo interno, ha dimensione così minuscola e forma così obbligata, che qualunque trasformazione - per la quale occorre comunque il progetto di un tecnico abilitato - la snaturerebbe completamente. Ovviamente non ci sono limiti alla fantasia umana, …»

Prima di improvvisare, consiglierei alcune “letture” riguardanti il progetto della Corte delle Stelle:
- Relazione generale e Relazione tecnica-illustrativa del progetto
- “In Architettura” Giornale di Progettazione n. 16, Palermo, Ottobre 1990
- “Diario di architettura”, Marcello Panzarella, Medina, Cefalù, 1984