Salvatore Solaro - “Sui Distretti Turistici”

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(da ESPERO)

Con la nascita dei Distretti Turistici in Sicilia, avrà inizio quella metamorfosi iniziata alcuni anni addietro, quando la Regione Sicilia decise di sopprimere le Aziende Provinciali per l’Incremento Turistico e le Aziende Autonome di Cura Soggiorno e Turismo, per la consegna brevi-manu, attraverso i Distretti Turistici, delle sorti del turismo nelle mani dell’iniziativa privata.
Prima che lo smantellamento degli uffici turistici diventasse cosa fatta, dopo un processo durato dieci anni circa, la distribuzione degli uffici in sicilia oltre all’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo , prevedeva le Aziende Provinciali per l’Incremento Turistico  e le Aziende Autonome di Cura Soggiorno e Turismo. Enti di diritto pubblico, muniti di proprio bilancio e regolamento, che in piena autonomia , diremmo oggi di tipo federalista, dava loro ampie competenze nella organizzazione di tutte le attività che avevano relazione con l’economia del turismo. E’ importante ricordare che le soppresse Aziende avevano la facoltà di riscuotere l’imposta di soggiorno, oggi soppressa, che permetteva loro di avere in bilancio somme necessarie per la progettazione e la stampa di materiale di propaganda, periodicamente aggiornato, ed inviato ogni anno presso le più importanti fiere del turismo in Europa – World Travel Market di Londra, Bit di Milano, Itb di Berlino, Salon de Vacances di Parigi, TuristiKa Francoforte, Borsa del Turismo Congressuale di Firenze, e distribuito gratuitamente presso gli uffici di informazione ed assistenza turistica. Ad Esempio quello di Cefalù, per l’elevato livello di competenza raggiunto, era menzionato nelle migliori guide turistiche internazionali e quindi punto insostituibile di riferimento per chi chiedeva informazioni dettagliate sul territorio.
Possiamo dire che fino a dieci anni fa, attraverso la presenza di questi uffici, tutte le attività venivano regolarmente programmate e pianificate, non ultime quelle legate all’intrattenimento dei turisti ospiti, con manifestazioni di alto profilo culturale, che costituivano motivo di forte richiamo turistico.
Con questa riforma dell’organizzazione turistica nel territorio, la parte pubblica sarà rappresentata dai Servizi Turistici Regionali (uno per ogni capoluogo di provincia), dei quali ancora non si conoscono le competenze, posti in una condizione di marginalità, per dare di contro ai soggetti privati, la regia nella pianificazione delle attività legate all’economia del turismo.
La Presidenza della Regione, in questa storia infinita, ha trovato il tempo di istituire comunque un’altro Servizio Turistico Regionale (DPR 15.03.2010) « premiando » non a caso , soltanto Taormina, fra quelle località che storicamnte hanno avuto un’importante ruolo nel turismo in Sicilia. Evidentemente la mano del Presidente, pende più verso la parte orientale della Sicilia. Le altre località, dove c’erano le AA .AA.SS.TT., devono accontentarsi di essere delle U.O.B., ovvero Unità Operative di Base, che rappresentano, nella scala degli uffici regionali l’ultimo gradino in termini di rappresentatività e operatività, le cui competenze saranno eslusivamente legate all’informazione turistica e alla raccolta ed elaborazione dei flussi turistici presso le strutture ricettive, nient’altro.
Il costituendo Distretto Turistico di Cefalù - Madonie - Himera, sarà gestito attraverso un Consorzio , all’interno del quale il pacchetto delle quote di maggioranza deve restare nelle mani di soggetti privati ed il cda, determinerà le scelte per la formazione del « Piano di Sviluppo Turistico ». All’interno del Consorzio é prevista la presenza di un Comitato Tecnico che farà da filtro per le proposte che saranno
sottoposte al voto del Consiglio e che serviranno a riempire di contenuti il « Piano di Sviluppo Turistico » ; Piano che dovrà essere presentato alla Regione entro il 31 gennaio di ogni anno, per attingere ai soliti finanziamenti pubblici.
Il nostro Distretto comprende un territorio molto eterogeneo con dentro 30 comuni, che va dal mare di Cefalù, alle montagne delle Petralie, fino a Termini Imerese con il suo entroterra. Sarà interessante sapere quali iniziative saranno prese, per rendere questa porzione di territorio siciliano, turisticamente appetibile, e decidere verso quali mercati proporre l’offerta, verso il turismo di massa o come dicono alcuni, verso quello di nicchia. Comporre questo mosaico non sarà certo facile, ma la sfida sta proprio nella capacità di mettere insieme realtà che apparentemente, fra di loro mal si sopportano. Le diatribe che già nate, su come chiamarlo, e l’ordine dei nomi da collocare sulla «  facciata della casa comune » contano poco.
Nel Distretto pare ci siano molte teste pensanti , si spera siano « linfa vitale » per farlo diventare uno strumento di sviluppo, compatibile con le caratteristiche del nostro territorio, capace di distribuire ricchezza sul piano sociale, e non diventare invece il solito mega- carrozzone come gli Ato, uso a soddisfare gli appetiti di pochi per i sacrifici di molti.
Voglio di seguito indicare i dati del movimento turistico nei Comuni più rappresentativi, per conoscere intanto quali sono i numeri che il territorio produce , e capire se la « Revoluçion   del Distretto Turistico »  determinerà, nel prossimo futuro, cambiamenti tali da giustificarne la presenza, considerato il fatto, non certo trascurabile che i progetti saranno finanziati con i soldi di chi paga le tasse.

- Tabella di riferimento

I dati sopra riportati, evidenziano realtà fra loro molto diverse, sotto tutti gli aspetti. Il movimento dei turisti é ancora tipicamente stagionale, legato esclusivamente alla bella stagione e si concentra per l’80% circa nel periodo da Giugno a Settembre. Nel particolare, per meglio capire il valore dei numeri oltre l’aspetto analitico, occorre spiegare cosa si nasconde dietro gli stessi.
A Cefalù, nel 2009 sono arrivati nei complessi ricettivi 121.749 turisti, i quali, soggiornando in media 4,82 giorni, hanno fatto registrare 586.605 presenze, cioè pernottamenti. Questo dato - 4,82 giorni - deve indurre ad una profonda riflessione, perché da almeno vent’anni non si era mai scesi sotto la soglia dei 5 giorni. Per quale ragione il turista si ferma meno? Quali le cause? Da alcuni anni Cefalù non ha più un calendario di manifestazioni tali da stimolare una più lunga, piacevole, interessante vacanza. Il turista che viene in vacanza a Cefalù è quello che viaggia con i gruppi, compra la vacanza all’estero, e la sua scelta è condizionata quasi esclusivamente dal prezzo. Quindi la vacanza diventa prodotto di consumo, e si acquista quella che costa meno. Non importa dove si va, ma quanto si spende. La sera, dopo il mare, con le dovute cautele, visti i prezzi e tenuto conto della capacità di spesa di chi ci visita, l’unica cosa che resta è una leccata di gelato.
Guardando la tabella possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che Pollina e Campofelice, detengono il record per la vacanza più lunga, pari rispettivamente a 6,38 e 10,60 giorni, dovuta non soltanto per la presenza nel proprio territorio di strutture ricettive (Villaggi e Hotel Club), che obbligano a soggiorni di almeno una settimana, ma anche per le fitte serate di appuntamenti musicali, teatrali e culturali, che hanno caratterizzato la loro stagione estiva.
Se la realtà del turismo a Termini, è soltanto quella legata al turismo delle Terme, è difficile pensare che nel prossimo futuro, ci possano essere numeri diversi rispetto a quelli esposti nella tabella. Resta decisamente basso il soggiorno medio, pari a 2,96 giorni, nemmeno sufficienti ad effettuare un ciclo completo di una qualsiasi terapia presso l’Hotel delle Terme. Le presenze – pernottamenti – sono state 33.915, con una presenza media giornaliera durante l’anno di 92 turisti ed una occupazione del totale dei posti letto disponibili pari al 16,1%. Cosa intende fare la locale amministrazione, visto che il polo industriale, è più che altro, un parcheggio di capannoni vuoti che non hanno prodotto un solo posto di lavoro, mentre la Fiat decide di andare a produrre li dove ci sono meno garanzie sindacali e stipendi da fame? La soluzione non sta certo nel tentativo mal riuscito di anteporre il nome di Termini Imerese nella denominazione dell’istituendo Distretto Turistico.
Castelbuono, è per il momento fanalino di coda sia per quanto riguarda le presenze, 22.938 che il soggiorno medio, pari a 2,04 giorni. Turismo del mordi e fuggi, del mangia e scappa. Con una presenza media giornaliera di 62 turisti ed una occupazione del totale dei posti letto disponibili pari al 16%. In altre occasioni ho detto che questa località potrebbe essere la liaison tra il mare e la montagna, ma i numeri parlano da soli. Restano ancora irrisolti i problemi relativi al traffico veicolare e quello dell’area artigianale, mai decollata, che costituiscono, insieme, grave pregiudizio per una località che dovrebbe essere a misura d’uomo. Nel cuore del paese, quindi, coabitano attività commerciali ed artigianali che cozzano, con la toponomastica stessa dei luoghi.
In conclusione, guardando i dati, potremmo pensare che il turismo praticato come attività economica, esclusivamente nel periodo estivo, rappresenta una forma di “pregiudizio mentale” che mette in moto le nostre capacità cerebrali, solo in questo spazio di tempo; poi c’è il black-out, le luci si spengono, il sipario si chiude e si va tutti a casa. A molti imprenditori sta bene cosi, un po’ meno ai loro dipendenti, la cui vita di questo passo, diventa più stagionale della stagione estiva, che permette loro di racimolare qualche soldo.

Salvatore Solaro