30 Agosto 2017, 20:21 - Rosario Lapunzina [suoi interventi e commenti] |
L’odierna seduta dell’Assemblea Territoriale Idrica di Palermo rappresenta il segno tangibile della stasi in cui versano certe Istituzioni sovra comunali, che, nate nell’intento di assicurare il miglioramento dei servizi e la razionalizzazione dei costi, rimangono ostaggio di volontà tese a paralizzarne l’azione.
Dopo oltre 15 mesi di inattività, l’Assemblea Territoriale Idrica, a seguito della tornata elettorale del 12 giugno scorso, ha rieletto il proprio Presidente, nella persona di Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Nessuna decisione, invece, sulla richiesta, più volte formulata dall’Assessorato Regionale per l’Energia ed i Servizi di Pubblica Utilità, inerente l’autorizzazione al Comune di Cefalù a procedere alla riscossione della tariffa idrica, in carenza della individuazione del gestore del Servizio Idrico Integrato nell’Ambito Territoriale Ottimale.
In merito a ciò, l’Assemblea, su proposta del Presidente Orlando e con il voto contrario del Sindaco di Cefalù, ha deliberato di non essere tenuta ad alcun adempimento, nell’attesa di una “fantomatica” rideterminazione degli Ambiti Territoriali da parte della Regione Siciliana.
Siamo di fronte al teatro dell’assurdo, giacché l’Organismo composto dai Sindaci della provincia di Palermo, che, per determinazione della Regione Siciliana, costituiscono l’Ambito Territoriale Ottimale per la gestione unica del Servizio Idrico Integrato, da una parte elegge i propri vertici e dall’altra sancisce la propria inutilità.
Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 19/2015, compito primario dell’ATI è la redazione del Piano d’Ambito e l’affidamento del Servizio ad un Gestore Unico e che il termine ultimo per detto adempimento, in base alla L. 133/2014 (Sblocca Italia), era fissato al 13 settembre 2015.
Ricordiamo anche che la Regione ha intimato alle Assemblee Territoriali Idriche di procedere agli adempimenti di competenza, pena il commissariamento.
La perdurante inerzia da parte di una Assemblea che, in strenua difesa dello status quo, intende ritagliarsi il ruolo di inutile sovrastruttura, ha già indotto il Comune di Cefalù a chiedere l’immediato intervento del Presidente della Regione e dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed i Servizi Idrici (A.E.E.G.S.I.).
Ciò, al fine di rendere effettiva l’applicazione della legge, i cui principi inderogabili sono stati autorevolmente ribaditi dalla Corte Costituzionale, non essendo più ammissibile un atteggiamento dilatorio che genera disservizi e riversa maggiori costi sul Comune di Cefalù, che, per come anticipato nel corso della odierna seduta, procederà, a tutela dei propri Cittadini, in danno di ATI.
Il sindaco
Rosario Lapunzina
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Commenti
Saro Di Paola -
Sblocca Italia o BLOCCA ATI?
Ero convinto che l'ATI di Palermo non avrebbe preso alcuna decisione sulla richiesta di autorizzazione ad emettere fatture avanzata dal Comune di Cefalù (https://www.qualecefalu.it/node/20945).
Ciò a prescindere dalla attesa di una “fantomatica” rideterminazione degli Ambiti Territoriali da parte della Regione Siciliana dietro la quale, su proposta del Presidente Orlando, si sarebbe trincerata l'Assemblea dei Sindaci della Provincia di Palermo.
Ciò perchè, come ho scritto in quello stesso post, il rilascio della autorizzazione chiesta non rientra tra i compiti e gli adempimenti istituzionali dell'Assemblea sovracomunale.
Come temevo e come dimostra il lasso di tempo trascorso dal 13 o 30 settembre 2015 entro il quale le ATI avrebbero dovuto redigere il Piano d'Ambito e affidare il SII ad un gestore unico, la Legge 133 del 2014 più che "Sblocca Italia" si sarebbe dovuta chiamare BLOCCA ATI.
E', infatti, una CAMICIA DI FORZA che per stare strettissima a tanti Comuni finirà per BLOCCARE LE ATI, tradendo la teleologia, i principi e gli obiettivi che il Legislatore si era prefisso con l'istituzione degli ATO idrici.