15 Giugno 2016, 19:02 - Antonio Franco [suoi interventi e commenti] |
RINGRAZIAMENTI E PRECISAZIONI
Sono io che ringrazio il sig. Ilardo perché il suo intervento mi permette di precisare quanto segue. Effettivamente il titolo di “turisti della politica” risulta poco idoneo per i miei interlocutori sul tema dei lavori ferroviari a Cefalù: mi rincresce di aver usato un epiteto tutto sommato positivo e non più appropriate definizioni, come “incompetenti della politica” e, per qualcuno, “farisei della politica”. Infatti, le impeccabili (si fa per dire) competenze del sig. Ilardo sul traforo del San Gottardo, il corridoio Berlino-Palermo e, perché no, la costruzione della Transiberiana e quella della Via Appia, sono proprio da lui messe a cuocere in una salsa di acredine, malanimo e risentimento che ha chiara origine da scontri con il Sindaco e il Coordinamento cittadino del Partito Democratico, di cui faceva parte fino a qualche mese fa, su altre questioni che farebbe bene a chiarire con i diretti interessati, senza strumentalizzare ad arte quello che magari lo riguarda di persona soltanto perché i lavori del raddoppio ferroviario gli hanno rovinato qualche proprietà in territori non pertinenti al Comune di Cefalù. Se fosse frutto d’incompetenza, poi, la proposta di spostare la stazione ad Ogliastrillo “con l’aggiunta di qualche pensilina e di qualche piccolo prefabbricato” susciterebbe un senso di pietosa tenerezza: l’idea, infatti, di una romantica stazioncina di Cefalù sul modello della “Giancaldo” di “Nuovo Cinema Paradiso” ha indubbiamente un certo fascino; ma ritengo che la Cefalù del futuro, un riferimento del turismo culturale in Sicilia, insignita dal riconoscimento dell’Unesco, in rete con l’aeroporto di Palermo e confermato punto di sbocco delle Madonie, non è affatto quella che è nella testa di Salvatore Ilardo e dei Cinque Gatti in Movimento che strumentalizzano le preoccupazioni (in parte legittime) di un intero quartiere estorcendo firme col dire che la stazione “potrebbe mettere a rischio la stabilità delle abitazioni del quartiere” (citaz. da un loro volantino), per preparare il loro debutto elettorale dell’anno prossimo. D’altronde, sono gli stessi che fanno la guerra alle Olimpiadi di Roma del 2024 perché, per risolvere le questioni aperte da ora al 2024, non hanno soluzioni concrete e progetti credibili, ma sanno solo creare confusione, sospetto e odio dei cittadini verso le Istituzioni che, in tempi difficili per colpa di altri in precedenza, lavorano ogni giorno per risolvere i problemi dei cittadini e migliorarne la vita.
Non faccio l’avvocato difensore né delle FS, né del Prof. Cesare o del Prof. Panzarella, con i quali ho condiviso l’impegno nel Comitato “Cefalù quale ferrovia”, costituito da persone di orientamenti politici anche molto diversi, ma accomunati proprio da quell’impegno civico e da quelle sensibilità ambientali che non potrei mai giudicare “esecrabili”, perché di queste è fatta la mia storia personale: i miei ruoli nelle Istituzioni non sono certo maturati per “carriera di partito” o per amicizie con il potere, ma appunto a partire dalle battaglie sociali e dal desiderio di contribuire con le personali competenze al Bene Comune. Non il mio tono ma i miei contenuti diventano offensivi, volutamente e responsabilmente offensivi, con la mia libertà e la piena percezione di chi e che cosa ho davanti, quando esercito la legittima difesa mia e dei cittadini di Cefalù dalle assurdità e dalle manipolazioni di coloro che strumentalizzano la buona fede e generano artatamente il terrore di tanti abitanti del quartiere Spinito: ho detto più volte, in pubblico e in innumerevoli incontri con la gente – lo ripeto – dello stesso quartiere dove io stesso abito, che, se la relazione del Tecnico esperto di parte nominato dal Sindaco dovesse contenere anche un solo dubbio sulla ben nota problematica della Galleria d’Emergenza, mi batterò perché si arrivi a una Variante per costruirla laddove ci sia piena sicurezza per tutti; ma quali dubbi possono esserci sui vantaggi di una Stazione, non a Piazza Duomo come scioccamente si lascia intendere, ma in pieno Centro abitato, per cittadini, visitatori e pendolari, che sarà “metropolitana” non perché di Serie B, ma poiché inserita “nella Città” come quelle di realtà all’avanguardia come Sanremo o Montecarlo?
Mi pare davvero assurdo, poi, sostenere che il monopolio dell’informazione ai cittadini su questo tema sia stato dei vari gruppetti autonominatisi paladini di una lotta che puzza di qualunquismo, in qualche caso di luddismo e d’un più o meno consapevole asservimento ai potentati del cemento che, per non far venire in luce lo sfascio o il caos che hanno prodotto in decenni allo Spinito e per trarre vendetta contro coloro che, come il sottoscritto e il Sindaco, li hanno sempre avversati a viso aperto, aizzano gli utili sprovveduti e disinformano la gente. L’Amministrazione cittadina, in sintonia con il Presidente e il Consiglio comunale, hanno organizzato diversi incontri, anche allo Spinito, in cui è avvenuto il confronto, si è fatta informazione, si sono acquisite democratiche richieste, si sono fatte proprie le legittime preoccupazioni, per ovviare il più possibile ai disagi e – lo ripeto – avviare i lavori solo quando il Progetto avrà escluso i rischi ragionevolmente prevedibili: è venuto fuori, per più aspetti, che i disagi sono legati alla conformazione stessa del quartiere, a come si è edificato e all’assoluta assenza di attenzione per la viabilità, gli spazi pubblici e le aree a verde. Vorrei sapere DOVE stavano tutti questi “farisei della politica” che oggi si ergono a difensori dello Spinito negli anni in cui si devastava la zona costruendo senza regole né servizi prioritari? Erano in vacanza, si curavano le loro attività strafottendosene della Città o forse erano plaudenti sotto il palco dei politici responsabili di tutto questo? So dove sono stato io, da quasi trent’anni: a lottare perché tutto questo non avvenisse, perché Cefalù avesse uno sviluppo regolare e con le migliori soluzioni urbanistiche, perché molto più che a costruire si pensasse a riqualificare l’esistente; le voci mia e di pochi altri rimanevano inascoltate, osteggiate, derise da quanti pensavano a fagocitare le vacche grasse o ad elemosinarne le briciole o semplicemente se ne stavano a guardare “facendosi i fatti propri”. Ora mi devo sentir dire da un poveretto che ancora non ha capito che il suo rapporto con l’elettorato è stato, è e sarà intrinsecamente fallimentare, che “i miei tempi” sono quelli della DC: sono orgoglioso di essere un Democratico Cristiano che, prima di aver portato il mio contributo di idee e consensi al Centrosinistra per oltre 20 anni, ha iniziato il proprio impegno in quel partito; vi ho condotto le mie prime battaglie per il rinnovamento della politica e per la legalità, scontrandomi, neppure ventenne, con gli “sniffatori di cemento”, i capibastone e i maggiorenti che spadroneggiavano al suo interno, fra i quali – è bene ricordarlo a tutti – c’era anche quell’ing. Saro Di Paola che ora, farisaicamente, interviene di continuo per affermare le (sue) roboanti Verità assolute in particolare sul suo grande e inspiegabile amore per il Servizio Idrico e sulla Stazione ferroviaria che egli stesso, in Consiglio comunale, ha votato perché fosse nel Centro abitato ma che forse gli dà fastidio perché non sarà posta a servizio anzitutto di quell’agglomerato di case di Ogliastrillo, a cui è da sempre affezionato, e che io non ho timore di indicare come la vera, enorme, indecorosa e impunita devastazione di Ogliastrillo. Le precisazioni dell’ing. Di Paola mi fanno ridere, perché sono sempre di parte e volte a creare ben studiate confusioni, ormai le conosco bene e non vi bado più: comunque, il Progetto del 1998/1999 prevedeva una Stazione ad Ogliastrillo prevalentemente merci, con zona stoccaggio container e un’area d’intervento almeno due volte superiore a quella utilizzata per il solo passaggio del doppio binario; possono confermarlo quanti se ne sono occupati in quegli anni. Non mi fa paura nessun confronto pubblico con coloro che oggi mistificano la realtà e infangano l’impegno di quanti abbiamo condotto – lo ripeto – una battaglia di civiltà costringendo l’Amministrazione comunale, il Ministero delle Infrastrutture e le diverse società di FS a concordare su un Progetto di Stazione che arricchisce la Città, elimina la inquinante sottostazione elettrica, rilancia Cefalù per il futuro, certo a prezzo di qualche anno di sacrifici, ma non tanti quanti ne abbiamo subiti per decenni per le colate di cemento dei “poteri forti” di Cefalù. Se poi i cittadini vogliono seguire il canovaccio appeso dai servi sciocchi dei potenti o da gente dell’età spensierata di Ilardo, Di Paola, Sciortino e simili, o ancora di un manipolo (è il caso di dire) di soggetti in più tenera età ma disinformati, male informati o assetati di visibilità e di veloce carriera partitica nel Movimento di moda al momento, facciano pure: sono abituato, purtroppo, ad avere ragione dopo molti anni e non mi chiamo né Cassandra, né Geremia … malgrado le troppe persone negative, sogno sempre una Cefalù che non muore, ma che vive in tutta la sua Bellezza.
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Intervento correlato: Non tutti siamo turisti della politica – Salvatore Ilardo – 15 giugno 2016 (https://www.qualecefalu.it/node/19385)
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Commenti
Angelo Sciortino -
Ritornare bambini
Un sinedrio chiuso amministra Cefalù. Almeno così sembra, se qualcuno definisce me, Salvatore Ilardo e Saro Di Paola “gente dell'età spensierata”. L'età, cioè, dell'adolescenza, che purtroppo tutti e tre abbiamo superato da troppi decenni.
Non so se siamo spensierati perché ancora adolescenti o per rimbambimento senile e nel mio caso per avere ormai “il cervello inversamente proporzionale alla prostata”, ma sono certo che seguiamo il consiglio, che Gesù diede a Nicodemo – dal Vangelo di Giovanni – “di ritornare bambini”. Un consiglio che chi fu presidente dell'Azione Cattolica non poteva non seguire.
Giuseppe Aquia -
Caro Angelo Sciortino questo
Caro Angelo Sciortino questo succede quando una lotta giusta per un quartiere per una città viene strumentalizzata questa da aditò e permetono che anche gli Stronzi parlino!!!!!!!
Saro Di Paola -
Le Verità, gli aggettivi, gli avverbi, le allusioni e le offese
Avrei potuto replicare al Prof. Tony Franco come Egli ha replicato al Dott. Salvo Ilardo: con un post.
Mi limito a farlo, invece, con un commento al Suo post, che potrei qualificare con tanti aggettivi e che, invece, non qualifico.
Un commento per precisare alcune Verità.
Di quelle con la maiuscola.
Di quelle senza aggettivi.
Di quelle, che sono tali perché non possono essere confutate.
Perché non possono essere scalfite da aggettivi, avverbi, allusioni ed offese.
1- Verità sullo Spinito
Lo “sfascio o il caos” dello Spinito è quello che “i potentati del cemento hanno prodotto” nei decenni successivi al 1974, quando venne approvato il PRG, ed in quelli successivi al 1984, quando, se non ricordo male,venne approvato il piano particolareggiato attuativo del PRG cosiddetto delle zone collinari o Calandra per il nome dell’insigne urbanista che lo elaborò.
Gli edifici, che allo Spinito erano stati realizzati prima del 1974 si contano sulle dita di una mano.
Perciò, la Verità sullo Spinito è che tutti gli edifici vi sorgono Spinito sono stati realizzati perchè “COMPATIBILI E CONFORMI” alle regole che, nel tempo, la Politica ha dato alla Città per l’edificazione e per lo sviluppo di quella zona del suo territorio.
Allo Spinito nessun edificio è “COMPATIBILE MA NON CONFORME” come altri che si stanno realizzando in altre zone del territorio di Cefalù – Sant’Oliva e Ogliastrillo – in variante a quelle regole, anche per il voto favorevole del Presidente del Consiglio.
2- Verità sulla stazione ad Ogliastrillo
Nessun progetto di massima e/o definitivo che sia stato ha, mai, previsto una “stazione ad Ogliastrillo prevalentemente merci, con zona stoccaggio container”.
Ufficialmente, ma solo ufficialmente, fu una espressione contenuta nel decreto di approvazione da parte dell’A.R.T.A. del progetto del 1987, che prevedeva la stazione ad Ogliastrillo ad indurre 14 Consiglieri comunali a chiedere il riesame del progetto, che con voto unanime avevano approvato il 10 luglio dello stesso anno.
L’espressione era la seguente: “il progetto della stazione di Cefalù dovrà tenere conto del traffico non solo passeggeri, ma anche merci”.
Una espressione, in effetti fuorviante, ma, assolutamente, priva di contenuto, come quello stesso progetto dimostrava e come i successivi progetti finirono per dimostrare.
Il raffronto dell’area “utilizzata solo per il passaggio del doppio binario”, che, secondo il Presidente Franco, sarebbe inferiore di almeno due volte a quella che sarebbe l’area da utilizzare per la stazione ad Ogliastrillo non ha senso alcuno.
Avrebbe senso, soltanto, il raffronto tra “l’area utilizzata solo per il passaggio del doppio binario” e quella che sarebbe stato necessario utilizzare per la semplice fermata con due soli binari.
Al riguardo, solo a considerare che il parcheggio per autoveicoli e bus si sarebbe potuto realizzare sulla copertura di una galleria artificiale da Salaverde al Paltricoli e solo a considerare che sulla stessa copertura si sarebbe potuto realizzare l’eliporto, che, invece, si sta realizzando a valle dell’attuale strada ferrata, non è difficile rendersi conto che, paradossalmente, l’area necessaria per la fermata ad Ogliastrillo sarebbe stata, e sarebbe, addirittura, inferiore a quella che verrà utilizzata per il solo passaggio del doppio binario.
Non ho motivo alcuno per essere “affezionato all’agglomerato di case di Ogliastrillo”.
Nella “indecorosa e impunita devastazione di Ogliastrillo”, realizzata, peraltro, nel rispetto delle norme del PRG e, perciò, COMPATIBILE E CONFORME a tutte le regole urbanistiche della sottozona di PRG non ne possiedo una che sia una.
Per non averne progettato, diretto e/o realizzata una che sia una, non ne ho “snifatto il cemento” di una che sia una.
Altri ne stanno “sniffando il cemento” con un edificio COMPATIBILE MA NON CONFORME, grazie anche al voto favorevole del Presidente Franco, come ho già scritto.
3- Verità sulla sottostazione elettrica
Il progetto di raddoppio della tratta ferroviaria avrebbe dovuto prevedere, COMUNQUE, lo spostamento della “inquietante sottostazione elettrica” di Pietragrossa.
Infatti, per alimentare la linea in sotterranea non sarebbe potuta rimanere com’è e dov’è.
Ciò a meno che il progetto di raddoppio non avesse previsto un’altra galleria attraverso la quale collegare i cavi aerei della sottostazione a quelli della nuova linea.
Il che non avrebbe avuto senso.
Quelle che ho esposto sono Verità.
Gli aggettivi, gli avverbi, le allusioni e le offese del Presidente Franco nei confronti miei, di Salvo Ilardo, di Angelo Sciortino e di altri me le lascio scivolare addosso.
Non mi scalfiscono, come non scalfiscono Ilardo e Sciortino.
Non scalfiscono, soprattutto, le Verità, come ho scritto all'inizio del commento.
Antonio Franco -
Risposta (esclusiva) all'ing. Di Paola
Ing. Di Paola, le faccio l'onore di rispondere esclusivamente a lei, non prendendo nemmeno in considerazione certi esseri costituiti della stessa sostanza che mangiano e che defecano, che sono la vera causa della puzza appestante che si sente laddove abitano. Lo ribadisco, ing. Di Paola, a lei piace affermare verità che reputa assolute ma che tali sono per lei e non per altri: mi dispiace ma non appartengo alla (assai piccola) folla di suoi seguaci che sbavano ad ogni sua affermazione pure sul pelo del pesce sega. Entrando sinteticamente nel merito: A) lei non ricorda bene il Progetto 1997-1998 e ciò non mi sorprende vista la sua posizione ondivaga di allora, tra il sì e il no alla megastazione di Ogliastrillo (in assoluta dipendenza dal Vicari pensiero); se lei non si fida delle mie affermazioni "poco tecniche", se le faccia spiegare da qualcuno tecnico come lei. B) A questo Consiglio, e quindi anche al sottoscritto, è toccata la localizzazione di Piani costruttivi finanziati dalla Regione, per evitare che ciò venisse fatto da un commissario regionale: si tratta di edilizia agevolata e sappiamo come ciò dia molto fastidio a professionisti, costruttori e speculatori che hanno già costruito in quelle stesse zone dove abbiamo localizzato quella che essi schifano come "costruzioni povere", mentre le loro sono aristocratiche perché COMPATIBILI e CONFORMI con strumenti urbanistici modificati a colpi di variante dai Consigli Comunali in cui anche Lei sedeva, tanto da essere rinnegati dagli illustri Docenti urbanisti che li avevano redatti; inoltre, i nostri deliberati sono COMPATIBILI ma NON CONFORMI solo perché il PRG vigente (che si trascina da trent'anni) e voluto così dalle classe politica a cui Lei appartiene, si è rivelato altamente permeabile alla speculazione edilizia: insomma, le carte dei suoi tempi saranno anche formalmente a posto, ma i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti, cioè caos urbanistico, assenza di servizi, inesistente lungimiranza, viabilità delirante, ecc.; quindi, se io devo confessare la sofferenza con cui ho approvato i Piani costruttivi, Lei dovrebbe cospargersi di cenere per ogni lottizzazione, variante o altra determina che ha votato contribuendo al davvero "encomiabile" sviluppo edilizio di Cefalù. C) Non ho ben capito il suo "autoerotismo verbale" che le permette di teorizzare addirittura l'ampiezza inferiore di un'eventuale stazione a Ogliastrillo rispetto all'intervento attuale, ma sarà ovviamente un mio limite: certo ricordo bene (e non solo io) il suo appassionato intervento in Consiglio comunale a sostegno della realizzazione "dell'agglomerato di case di Ogliastrillo", ma non capisco perché si risenta se non ho detto che Lei abbia "sniffato cemento" a Ogliastrillo, mentre la sua accusa che io - da Presidente - abbia favorito un preciso costruttore (quando Lei e tutti sapete benissimo che io rifuggo da qualsiasi pur minimo rapporto con l'intera tale categoria) è molto più grave di tutte le mie messe insieme e merita, diciamo così, un qualche approfondimento. Queste ovviamente le mie verità, ma io - viceversa rispetto a Lei - non pretendo che siano anche le sue.
Saro Di Paola -
Quel malfattore politico di nome Saro Di Paola
Prof. Franco, replico sinteticamente al suo commento per esprimerle la mia gratitudine per l’onore che lei mi ha fatto di rispondermi in esclusiva e per ricordarle un’altra Verità inconfutabile, come quelle che le ho già ricordato, che lei, con gli errori, le inesattezze, le illazioni e le offese del suo commento, non è riuscito a scalfire.
La Verità di cui scrivo è che l’ing. Saro Di Paola, che lei ha degnato di tante attenzioni sia nel post e sia anche nel commento, cioè l’artefice delle più grosse malefatte politiche che siano state perpetrate a Cefalù dal 1960 quando era scolaro alle medie al 2010 quando ha smesso di esercitare la professione di ingegnere,
è la stessa persona, che nel corso della competizione elettorale del 2012 il candidato sindaco Lapunzina ha voluto relatore in tre degli incontri tematici che ha organizzato per qualificare e arricchire di contenuti la sua campagna elettorale,
è la stessa persona, che i presenti a quegli incontri, candidati consiglieri e grandi sostenitori di Lapunzina, tra i quali anche lei, hanno calorosamente applaudito,
è la stessa persona, che in uno di quegli incontri ha svolto una “laectio magistralis”, come ha scritto in un apposito post su “L’AltraCefalù” l’allora candidato consigliere Prof. Daniele Tumminello,
è lo stesso malfattore, che il candidato sindaco Lapunzina avrebbe voluto comiziasse in Piazza Duomo, al suo fianco, a chiusura della campagna elettorale.
Antonio Franco -
Appunto...
Proprio per quanto Lei dice, quanto ho scritto su di Lei è scritto con l'amarezza di chi aveva ascoltato in quelle sedi cose ben diverse dai pervicaci e velenosi commenti di assertiva demolizione che OGNI GIORNO vengono sparati "A MITRAGLIA" contro quanti provano ad amministrare con difficoltà una Città di enorme complessità e, magari, da Lei si sarebbero aspettati ben più costruttivi contributi. Mi chiedo da cosa nasca tale astio o risentimento o delusione o macata soddisfazione ... Sugli errori della Cefalù del passato la mia è una riflessione che deve toccare TUTTI, non solo Lei, ma anche Lei dev'essere disposto a riconoscerli: così come Lei non è un malfattore politico di IERI, Antonio Franco, Rosario Lapunzina e gli altri che hanno OGGI ruoli istituzionali non sono né deliquenti politici né ridolini né decerebrati come vorrebbero dipingerci certuni con cui anche Lei ora si addiziona, concorda e dà sponda mettendoci i carichi a briscola.