2 Marzo 2016, 15:56 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
Comune di Cefalù
Corso Ruggiero, 157
90015- Cefalù
LETTERA APERTA AL SIGNOR SINDACO DI CEFALU’
Raddoppio Ferroviario – Rilanciamo la Stazione a Ogliastrillo
Come Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo”, vorremmo poter essere propositivi, superando polemiche ed incidenti di percorso.
Gli strascichi polemici che si sono sviluppati con la notizia delle dimissioni del Prof. Liguori, rischiano invece di non dare risalto a quegli elementi che erano evidenziati nella lettera, diciamo riservata, a Lei indirizzata dal Prof. Liguori il 18 febbraio u.s.
Ai tanti dubbi manifestati dall’autorevole Professore, nessuno degli interlocutori coinvolti nel Progetto aveva risposto e/o fornito chiarimenti. Si tratta, per ricordarli, della galleria di emergenza dello Spinito, del cunicolo di drenaggio di rio Pisciotto, di un Piano di mobilità urbana, ma soprattutto dei rischi probabili agli edifici, derivanti dagli scavi previsti.
Informazioni che riteniamo riguardino tutti i cittadini, seppure da livelli di competenza diversi. Il Professore Liguori La invita ad avere un “approccio battagliero” nei confronti della committenza, R.F.I., per ricevere “risposte concrete e non chiacchere”.
Che l’Ing. Palazzo di R.F.I. nel suo intervento il 26 novembre 2015, ci abbia prospettato un futuro radioso, con un’opera che “libererà interamente il territorio del Comune di Cefalù, che sarà lasciato migliore di quello che è oggi”, non possiamo non pensare ai risultati devastanti della prima tratta Fiumetorto-Cefalù.
Sono sotto gli occhi di tutti, le orrende barriere antirumore che fiancheggiano la SS 113 e la mastodontica galleria scatolare, nei pressi della Stazione di Lascari.
All’osservazione del Sindaco, fattaci nell’incontro del 26 gennaio scorso alla Parrocchia dello Spirito Santo, che ci saremmo dovuti impegnare tantissimo, per contrastare tale Progetto, possiamo rispondere con molta onestà che l’abbiamo fatto, cercando di sensibilizzare con innumerevoli lettere, fax, visite, i Responsabili di R.F.I. ed Italferr, regionali e nazionali, ma anche gli Amministratori locali, la Soprintendenza.
Quest’ultima, in più occasioni non ha avuto remore a manifestarci il proprio dissenso nei confronti di questo Progetto. L’ha fatto ancora, in modo indiretto, nella sua nota del 14 luglio 2015, quando la Soprintendenza afferma che le “prescrizioni del Progetto ottemperano ad una regolamentazione oggi superata dal T.U. dei BB.CC.AA.”
Ammettiamo di non essere riusciti a sensibilizzare molto i nostri interlocutori, ad esempio nel 2004, quando facevamo notare all’Italferr di Roma, che sarebbe bastato spostare di qualche centinaio di metri verso est la prevista intersezione del nuovo tracciato ferroviario con la SS 113, nel territorio di Lascari, per evitare quella orribile galleria scatolare, che è oggi sotto gli occhi di tutti, ma ancor più un enorme rilevato stradale, di là da venire, per riportare la SS 113, sul suo preesistente tracciato.
Gli amministratori locali hanno forse preferito socchiudere gli occhi, magari con l’assunzione di qualche decina di operai locali, o ancor peggio, ignorando il progetto nei suoi dettagli.
Oggi, vorremo evitare tale esperienza, decisamente negativa da tutti i punti di vista. Lavori della prima tratta, che si trascinano lentamente e destinati a durare fino al 2018, stando alle ultime previsioni, e cioè 15 anni per 16 km di lavori di raddoppio, per di più su un terreno interamente pianeggiante. Non ha senso, ad esempio, che il cantiere della prima tratta, a Ogliastrillo, sia fermo da tempo, mentre pare che stiano operando nell’attiguo cantiere della seconda tratta.
Ed è proprio questa prolungata esperienza negativa della prima tratta che ci porta ad essere realisti e paventare che l’insorgere di circostanze, al momento non previste, possano portare a situazioni drammaticamente difficili, soprattutto sul piano della vivibilità, della mobilità, ma anche dello sviluppo economico del nostro territorio. Lo scavo di gallerie nel centro urbano sono inevitabilmente fonti di rischi. Anche se i tecnici della Società Toto Costruzioni non l’hanno detto, sappiamo, ad esempio, che la posa di circa 150 piloni o pali a ridosso di via Antonello da Messina, allo Spinito, costringerà la gente che abita negli edifici vicini a vivere, non so per quanti mesi, con le imposte chiuse, a causa delle piogge di detriti, fango, ghiaia, cemento, che le trivelle emettono a ragguardevole altezza.
Ma è soprattutto la rete viaria che rischia di essere pressocché paralizzata, ancor più nella stagione estiva, quando lo è già normalmente. Pensiamo alla contrada Ogliastrillo, ad alta vocazione turistica, con una splendida costa, che ha visto occupata una grandissima area per il cantiere. Non possiamo non pensare agli operatori turistici di questa contrada, ma anche di tutto l’hinterland cefaludese, e del centro urbano, che per oltre dieci lunghi anni, nella migliore delle ipotesi, dovranno rinunciare a vivere in condizioni normali.
Allora, vi è da chiedersi, con l’umiltà di non essere dei tecnici, se possiamo tornare indietro a quel progetto iniziale che vedeva la Stazione di Cefalù ubicata a Ogliastrillo. I vantaggi che ne deriverebbero, sarebbero decisamente enormi. In primis, l’evitare grandi disagi e costi alla popolazione per tantissimi anni. Il costo del raddoppio di tale seconda tratta sarebbe decisamente molto più contenuto, e con i fondi risparmiati si potrebbe chiedere di investirli in opere di recupero delle aree dismesse e in infrastrutture. I tempi di realizzazione sarebbero anch’essi decisamente più brevi, ipotizzando soltanto una canna, e con un possibile inizio di scavo della talpa, dal versante est (Castelbuono), come ci era stato detto qualche anno fa.
Naturalmente una tale sensibile revisione progettuale dell’opera, richiederà la convocazione di una Conferenza di Servizi, a livello ministeriale. E in quella sede autorevole, l’esame di una tale proposta potrà essere vagliata in modo scevro da retro pensieri, ancor più prospettandosi sensibili economie, che non è poca cosa di questi tempi.
Cefalù, 2 marzo 2016
per il Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo”
(Salvatore Ilardo)
via Roma, EGV Center - scala E
90015 - Cefalù
e-mail: comitatofim@gmail.com
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Commenti
Vincenzo Liguori -
Tutte considerazioni corrette !!!
Condivido quanto da Lei scritto con maestria !! ho messo in risalto quello che Lei scrive dalla mobilità ai non consolidamenti preventivi e alla non richiesta con fermezza di opere di compensazione. Mi auguro che il Sindaco recepisca quanto da Lei esposto e si faccia attore di queste proposte nelle sedi opportune.
Giovanna Piraino -
Sono pienamente concorde
Sono pienamente concorde con quanto proposto da Salvatore Ilardo, rappresentante del comitato "Ferrovia a impatto minimo".
Auspico che ciò possa avvenire in tempi molto brevi e che quindi l'attuale progetto per i lavori del doppio binario venga rivisto in considerazione di quanto su esposto.
Saro Di Paola -
Un referendum per fare decidere tutti i cittadini
Ad integrazione della lettera aperta del Comitato "Ferrovia Impatto Minimo"
- 7 dicembre 2015: La ragione e la follia ( https://www.qualecefalu.it/node/18433 )
- 9 dicembre 2015: 1079.137, 15.550, 776.978, 317.709, 476.563, 15.885 (https://www.qualecefalu.it/node/18446 )
- 15 dicembre 2015: Nuova fermata sotterranea: CEFALU’ SVEGLIATI, FERMA LA FOLLIA! (https://www.qualecefalu.it/node/18505 )
Cefalù potrebbe svegliarsi con un REFERENDUM indetto dal Sindaco e dall'Amministrazione.
La QUESTIONE NON E' DA POCO!
Se l'esito della consultazione popolare dovesse far prevalere, come io sono più che certo, di FERMARE LA FOLLIA, alla "conferenza di servizi a livello ministeriale" il Sindaco e la Città potrebbero esibire LA FORZA DELLA VOLONTA' POPOLARE.
L'augurio esternato dal Professore Liguori nel commento è PIU' ELOQUENTE DI QUALSIASI RELAZIONE, che avrebbe potuto presentare per "SALVAGUARDARE LA CITTA' ED I SUOI ABITANTI".
Con l'economia del compenso, ripeto assai modesto, che Egli aveva accettato FACENDO UN GROSSO REGALO ALLA CITTA', l'Amministrazione potrebbe far fronte alle spese per il REFERENDUM!
Noi e quanti verranno dopo di noi potremo, almeno, dire che a DECIDERE L'ASSETTO URBANO DELLA CITTA' SONO STATI I CITTADINI DI CEFALU': TUTTI !
Non quanti, comunque pochi, si sono riconosciuti nelle posizioni di un Comitato piuttosto che in quelle dell'altro.
Rosario Fertitta -
La proposta di un vero referendum
La proposta di un vero referendum cittadino sarebbe il massimo esempio di decisione condivisa con l'intera città.
Noto, però, in questo momento la totale assenza - nell'interlocuzione su tale importantissima problematica - di quell'Organo politico diretta espressione della volontà popolare e cioè del Consiglio Comunale.
Ad ogni buon fine fa piacere rilevare che la FORZA delle argomentazioni portate avanti dal Comitato "Ferrovia a Impatto Minimo" abbia trovato il consenso del Professionista incaricato dal nostro Comune.
A volte bisogna soffermarsi meglio sulle parole e gli aggettivi utilizzati dai propri interlocutori.
Giusto per evitare spiacevoli interpretazioni. :)
Francesco D'Anna -
Praticità
Secondo me si potrebbero risparmiare anche i soldi per il referendum.
Basterebbe solamente qualche passo "umilmente" indietro da parte di alcuni e riuscire a fare azione comune di risoluzione del problema.
Peccato che quando c'è di mezzo la saccenza diventa tutto più difficile.
Ma sognare non costa niente.
Giosafat Barbaccia -
Ritornare al vecchio progetto?
Secondo me tornare al vecchio progetto è niente più che una follia.
Altre città che hanno subito il decentramento della stazione ferroviaria hanno visto inesorabilmente un incremento di traffico e una diminuzione dei pendolari. Una stazione all'interno del tessuto cittadino ha un valore in rientro economico infinitamente superiore. Per di più Cefalù avrebbe la rarissima fortuna di avere una stazione all'interno del centro urbano senza che questa occupi decine e decine di ettari di superficie destinabile ad altri scopi.
Tornare al vecchio progetto significa sperpero di milioni di euro di soldi pubblici spesi per i progetti preliminare, difinitivo ed esecutivo, in saggi geologici e monitoraggio ambientale, nonché di penali verso la Toto già aggiudicataria dell'appalto.
Tornare al vecchio progetto significa anche allungare di almeno 10 anni l'iter tecnico e burocratico. (prima un'opera viene completata e prima ha effetto il ritorno economico, quindi anche ritardare arreca danno economico)
Il vecchio progetto non prevedeva neanche la rimozione della "cintura di ferro" che coi suoi passaggi a livello taglia in due la città. Quindi anche dal punto di vista urbanistico sarebbe un autogol.
La stazione ad Ogliastrillo priverebbe la Sicilia intera di 12 km di raddoppio verso Messina, e Castelbuono di una nuova stazione per una nostra bega comunale interna. Qui l'unica cosa che bisogna pretendere è il meglio dell'ingegneria ferroviaria per risolvere quei problemi tecnici che sono stati evidenziati, cosa che sia Italferr che Toto costruzioni hanno già dimostrato altrove di saper fare in altri cantieri sparsi per tutto il mondo.
Saro Di Paola -
In un Paese NORMALE
In un Paese NORMALE, sarebbe NORMALE che ci si interrogasse per capire, proprio alla luce del "progetto esecutivo" redatto dalla Toto, quale delle due FOLLIE sia MENO FOLLE dell'altra.