Alla ricerca della Verità sulla galleria di sfollamento (quarta ed ultima parte)

Ritratto di Saro Di Paola

5 Maggio 2024, 07:24 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nella terza parte della mia ricerca della Verità sulla galleria di sfollamento, ho spiegato le ragioni, per le quali, a mio giudizio, la rampa prevista nel primo progetto definitivo sotto la via Cirincione, non si sarebbe potuta rendere carrabile, come chiesto, con voto unanime del Consiglio, nella seduta del 15 luglio 2003.
In questa quarta ed ultima parte, spiego le ragioni per le quali, a mio giudizio, quella rampa non si sarebbe potuta realizzare neanche se fosse rimasta non carrabile.

2- Per la versione non carrabile

Per rendersi conto dell’impossibilità di realizzare il pozzo profondo 10 metri e la rampa, che, partendo dalla quota del suo fondo, all’incirca 35 metri s.l.m., sarebbe dovuta scendere sino alla quota delle banchine, quella della via Roma, all’incirca 12 metri s.l.m, basta andare in quelli che, nel 2024, sono il luogo, nel quale il primo progetto definitivo ubicava il pozzo, ed il suo intorno, e, nel caso gli edifici, i muri di sostegno, le gradonate e le rampe in forte pendenza non fossero sufficienti a farli immaginare com’erano nel 2003, avvalersi della planimetria a curve di livello del progetto medesimo, prima che venisse realizzato l'edificio, che finì per provocare quello che il Vicesindaco Lapunzina, intervenendo nella seduta del 26 aprile scorso, ha definito "MACELLO".
          
          
In quel luogo e nel suo intorno, sarebbe stato, persino, difficile, se non impossibile, allestire ed organizzare l'area di cantiere strettamente necessaria per realizzare l'opera.
Ciò perché, quel luogo ed il suo intorno, costretti com’erano, lato sud, dal muro di sostegno della via Cirincione e, ai lati est, nord ed ovest, dagli edifici residenziali esistenti già nel 2003, erano troppo scoscesi ed angusti, per essere idonei ad allocarvi la predetta area.

E non penso, neanche ed affatto, ad un'area di cantiere estesa quanto quella prevista per l'imbocco e la rampa in località Gallizza.
                                                
Invero, però, ed a pensarci bene, ad eseguire lo scavo, del pozzo prima e della rampa dopo, ci si sarebbe potuti, anche, riuscire.
Ma completare il pozzo e la rampa sarebbe stato impossibile.
Nello scavo, infatti, le formiche, sarebbero, certamente, riuscite.
Sarebbe stata, soltanto, questione di tempo.

Sarebbe stato nella lavorazione del cemento armato per il rivestimento dello scavo che le formiche avrebbero avuto qualche difficoltà.
Altrettanto certamente.
Oppure no?

Non v’è dubbio che l'ipotesi di ubicazione dell'imbocco-sbocco della rampa di sfollamento, sotto la via Cirincione, sarebbe stata quella ideale, se non l'unica, per le funzioni che la galleria di sfollamento avrebbe dovuto, e dovrebbe, assolvere al fine di garantire la sicurezza della fermata sotterranea nei malaugurati casi di emergenza.
I viaggiatori, infatti, avrebbero potuto intraprenderla dall'estremità, quella Est, delle banchine dei due binari, i soccorritori avrebbero potuto raggiungere quelle stesse banchine, con il più breve dei percorsi e la galleria di sfollamento avrebbe avuto la lunghezza minima di 400 metri pari a quella delle banchine.

Però, per quanto ho detto, quella soluzione sarebbe stata irrealizzabile ed ITALFERR ha dovuto, giocoforza, trovare altre soluzioni ad ovest delle banchine della fermata, che hanno, inevitabilmente, allungato la galleria di sfollamento, ben oltre la lunghezza delle stesse, nelle tre ipotesi proposte dei successivi progetti definitivi. 
Quella del 2004 con imbocco allo Spinito e quelle due del 2023 con imbocco alla Gallizza, per le quali il viaggiatore, che dovesse trovarsi all'estremità est delle banchine, per mettersi in sicurezza ed uscire all'aria aperta, dovrebbe percorrere all'incirca 1.000 metri.
Che Dio l'aiuti!

La Verità, per la quale la prima soluzione abortì è quella di cui ho scritto nelle pagine della ricerca, che ho articolato in quattro parti e non è, affatto, una "FAVOLA", come l'ha definita il Vicesindaco.
Ad essere una "FAVOLA", per di più vecchia di ventuno anni, è quella che Egli ha raccontato nella seduta del Consiglio del 26 aprile.

Una Verità sulla quale tanto d'altro avrei da aggiungere, in particolare, sull'avvio del procedimento di esproprio per pubblica utilità del terreno interessato dalla prima soluzione, che RFI avrebbe dovuto notificare al proprietario del terreno e che, invece, non notificò, magari avvedutamente dopo essersi resa conto dell'irrealizzabilità dell'opera, di cui alla sua proposta grafica.
Però, mi fermo qui.
Ho scritto, già, abbastanza.

La mia è una Verità, che chiunque, politico o tecnico che sia, può smentire, sino a ridicolizzarla.
Potrà farlo in Consiglio comunale, sulle pagine di questo blog, su Facebook o nell'incontro pubblico, che, nella stessa seduta del 26 aprile, è stato chiesto al Sindaco Tumminello.
Con argomentazioni, però.

Per smentirla sino a tentare di ridicolizzarla non basterà ripetere il ritornello che le linee metropolitane sono state realizzate in tutte le città del mondo, 3 a Roma, 4 a Milano, 7 a Parigi, 12 a Mosca, o quante in quelle Città sono, e neanche che è stato realizzato il tunnel sotto La Manica e che, 45 metri sotto il livello del mare, a Genova, è in corso di realizzazione il tunnel subportuale.
Ripetere quel ritornello non è argomentare, è dire banalità.
Vicolo Bernava docet.

Saro Di Paola, 5 maggio 2024