Alla ricerca della Verità sulla galleria di sfollamento (seconda parte)

Ritratto di Saro Di Paola

2 Maggio 2024, 10:25 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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In un passaggio dell'intervento, che svolsi, da Consigliere, nella seduta del 15 luglio del 2003, integralmente riportato nella parte prima, accennai ad un "incidente", che si era verificato nel pozzo, profondo 10 metri, all'interno del quale era previsto l'imbocco-sbocco della rampa di accesso alla galleria di sfollamento, quando lo stesso era, ancora, soltanto disegnato in una tavola del progetto definitivo.
Pensavo che i più informati dei colleghi, che di quell'incidente avevano dato notizia, sarebbero intervenuti nel dibattito per parlarne.

Ed invece nessuno ne parlò.
L'incidente restò voce di corridoio, bisbigliata tra gli scranni dell'aula.

Di quell'incidente ebbi piena contezza, soltanto dopo.
Accadde che, a seguito della pubblicazione della delibera consiliare del 15 luglio 2003, il proprietario del terreno, nel cui ambito era prevista la realizzazione del pozzo e degli attigui locali tecnici, inviò un'apposita nota ai Responsabili dei Servizi Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Cefalù, ad ITALFERR e ad RFI, per “invitarli” a prendere atto del già avvenuto rilascio, per silentium, della Concessione edilizia per la costruzione di un edificio per civile abitazione a tre elevazioni, per il quale aveva presentato l'istanza di rilascio prima del 15 luglio 2003, quando il Consiglio comunale approvò la variante al PRG ai sensi della L.R. 65/81.
La concessione per “silentium, perché “erano decorsi, abbondantemente, i 120 giorni dalla data di presentazione dell'istanza, previsti dall'art. 2 della L.R. 17/94”.
                                            

Al fine di prendere atto dell'avvenuto rilascio della Concessione Edilizia, i destinatari della predetta nota si incontrarono, il 18/02/2004, per adottare le conseguenti misure finalizzate alla realizzazione di una rampa di accesso alla galleria di sfollamento in un luogo diverso da quello previsto sotto la via Cirincione, in corrispondenza dell'area cosiddetta del mercato del contadino. 

Nel documento che venne redatto e sottoscritto in quell'incontro, si legge testualmente.                                                          
"Per il buon esito e costruttivo prosieguo del progetto al fine di ricercare una soluzione alternativa, nell'ambito di una nuova verifica di fattibilità della rampa carrabile vengono individuate due possibili soluzioni:
- una lato Palermo in corrispondenza di un’area in gran parte di proprietà del Comune
 (località Pacenzia-Spinito)
per intenderci quella lato monte rispetto alla Via Antonello da Messina, in corrispondenza della Piazzetta di San Pio;
- l’altra lato Messina in corrispondenza della strada di via Gibilmanna, lato valle o lato Messina, subordinando tale ipotesi allo stato delle istanze delle concessioni edilizie eventualmente in corso di rilascio di cui il Comune si riserva di rilasciare copia alla società Italferr”. Di tale soluzione, ancora oggi, non riesco a localizzare l’area a valle della via Gibilmanna nella quale sarebbe potuta essere localizzata la rampa.
Ipotesi che i funzionari della ITALFERR presenti all’incontro si riservavano di sottoporre ad RFI”.

Del documento sono venuto a conoscenza per il fatto che il Vicesindaco Lapunzina l’ha reso pubblico commentando il post, col quale, sulla mia pagina Facebook, avevo condiviso lo scritto “Sul voto del Consiglio comunale del 26 aprile 2024”, www.qualecefalu.it/node/24813.
                                                      
                                                      
Lapunzina ha pubblicato tale documento per replicare al passaggio del commento, nel quale, replicando a mia volta ad un commento di Giosafat Barbaccia, ho definito leggenda metropolitana, la storiella della Concessione edilizia, di cui alcuni si sono serviti, sin d'allora, e dopo oltre oltre vent'anni continuano a servirsi, anche con interventi in Consiglio comunale, per scaricare sul Sindaco Vicari, sull'Ing. Crisà e sull'Arch. La Barbera, la responsabilità del fatto che, ancora dopo oltre 20 anni, non si è riusciti a trovare la soluzione idonea per una galleria di sfollamento che sia autenticamente tale e di sicurezza per per la fermata sotterranea.

In questa seconda parte della mia ricerca della Verità sulla rampa di accesso alla galleria di sfollamento, non vado oltre.
Per non farla risultare eccessivamente lunga, scoraggiandone la lettura.
Rimando alla terza parte le argomentazioni e le ragioni per le quali la storiella, che Lapunzina, nel suo intervento in aula del 26 aprile scorso, ha definito “MACELLO”, riscuotendo apprezzamento e consenso da parte del Sindaco e dei Consiglieri di maggioranza, non solo è leggenda metropolitana ma è, anche, emblema dell’approccio, col quale ITALFERR, nel 2002, affrontò la progettazione definitiva della rampa di accesso alla galleria di sfollamento.
Una progettazione che avrebbe fatto della rampa un’ OPERA IMPOSSIBILE DA REALIZZARE, nel luogo dove era stata disegnata.
Ciò a prescindere dalla richiesta di renderla carrabile avanzata dal Consiglio il 15 luglio 2003 nel documento da me elaborato, che ho riportato nella prima parte, www.qualecefalu.it/node/24814 ed a prescindere dall’edificio che in quel luogo venne realizzato.
                                         
(seguirà parte terza)

Saro Di Paola, 2 maggio 2024