All'esame del Consiglio comunale l'ultimo progetto definitivo della galleria di sfollamento

Ritratto di Saro Di Paola

20 Aprile 2024, 11:29 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il Consiglio comunale di Cefalù tornerà a riunirsi, venerdì 26 aprile, per esprimere, ai sensi dell'art. 7 della L.R. 65/81, il voto di competenza sull'ultimo progetto definitivo della rampa di accesso alla galleria di sfollamento dalla fermata sotterranea di Cefalù.
È il quarto progetto definitivo elaborato da ITALFERR ed RFI, dopo il primo del 2002.

Il primo progetto definitivo prevedeva la rampa di accesso alla fine, lato Est, delle banchine della fermata sotterranea ed aveva l’imbocco-sbocco all’esterno, in un pozzo profondo quasi 10 metri, che si sarebbe dovuto realizzare sotto la Via Cirincione, in corrispondenza dell’area, cosiddetta, del “mercato del contadino”.
                                                                                      
Il Consiglio comunale, nella seduta del 15 luglio 2003, bocciò, all'unanimità, quel progetto e chiese ad ITALFERR di elaborare una soluzione che rendesse la rampa carrabile, in tutto il suo sviluppo, dalla fine delle banchine sotterranee all’esterno.
Perché, tutti i Colleghi Consiglieri, condivisero quanto avevo fatto rilevare nel mio intervento.
Cioè che, con l’imbocco-sbocco della rampa in un pozzo profondo 10 metri, “nei malaugurati casi di emergenza, i soccorritori con i loro mezzi, per superare il salto di quota e scendere nella galleria o risalire dalla stessa insieme alle persone soccorse, sarebbero dovuti montare su una piattaforma elevatrice e la galleria di sfollamento, più che una uscita di sicurezza sarebbe potuta diventare una trappola, non per topi, ma per soccorritori e soccorsi”.

Per rendere la rampa carrabile nel luogo dove era stata prevista, la si sarebbe dovuta allungare sino a tagliare in due la Via Cirincione, www.qualecefalu.it/node/24525 .
                                                                             
La soluzione sarebbe stata assolutamente irrazionale ed RFI fu costretta a trovare una nuova ubicazione per l’imbocco della rampa di accesso.
Finì per trovarla nel terreno di proprietà comunale a monte della Via Antonello da Messina, in corrispondenza della Piazzetta di San Pio e, quindi, presentò al Comune il secondo progetto definitivo,
                                                                              
che venne approvato dal Consiglio nella seduta del 26 luglio del 2005, nella quale nessun Consigliere, me compreso, eccepì alcunché.
Nessuno, infatti, avrebbe immaginato ciò, che io, solo dopo aver preso visione di tutti gli elaborati del “progetto esecutivo”, depositati al Comune dalla ToTo all’inizio del 2016, dimostrai il 19 febbraio 2016, www.qualecefalu.it/node/18815.
E cioè che l’imbocco della rampa di accesso ricadeva in corrispondenza del tubo ARMCO,
          
del diametro di circa 2,00 metri all’interno del quale scorrono le acque del torrente Spinito.
Un tubo che sarebbe stato impossibile deviare o spostare in altra sede.

Fu tale impossibilità la RAGIONE VERA, per la quale ITALFERR fu costretta a trovare una nuova ubicazione per l’imbocco della rampa di accesso, in “un’altra zona senza preesistenze in superficie”, come aveva suggerito il Prof. Fabio Cafiso, nella relazione, con la quale, il 26 giugno 2016, esitò l’incarico di “valutare le interferenze tra il progetto del tunnel di sfollamento e le edificazioni presenti in contrada Spinito” , che l’Amministrazione gli aveva conferito, per non lasciare cadere l’allarme e le preoccupazioni che la galleria di sfollamento aveva destato, e che lievitavano ogni giorno di più, nei residenti e nei proprietari di abitazioni dello Spinito, www.qualecefalu.it/node/24528.
ITALFERR individuò la zona senza preesistenze in superficie, nel parco della “Villa Parlato”, ad oltre 450 metri dalla fine, lato ovest, delle banchine della fermata sotterranea, 
                      
e, in quell'area, elaborò il terzo progetto definitivo della rampa,
                      
                      
sul quale la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Palermo, come avevo previsto, www.qualecefalu.it/node/24530, ha espresso, in data 18 aprile 2023, parere contrario, perché data la vicinanza al bene denominato "Villa Parlato", "era incompatibile con gli indirizzi della pianificazione e tutela paesaggistica".

Dopo le interlocuzioni con la Soprintendenza seguite a tale parere, RFI “ha sviluppato ed inoltrato alla stessa una nuova soluzione progettuale che si allontana da “villa Parlato”, ai fini della tutela del bene isolato stesso.
Soluzione, che la Soprintendenza,  il 5 luglio 2023 ha accolto favorevolmente restando in attesa del progetto definitivo per emettere il proprio parere di competenza”. 

                              
                    
                    
Sarà questo il quarto progetto definitivo, sul quale il Consiglio comunale si esprimerà il prossimo 26 aprile, come previsto nell'ordine del giorno  già inoltrato ai Signori Consiglieri comunali.
                       
                    

Un progetto che, a mio giudizio, al netto dell’allontanamento del corpo tecnico da “Villa Parlato, differisce dal terzo quanto “la zuppa differisce dal pan bagnato”, come ho scritto il 26 febbraio scorso, www.qualecefalu.it/node/24781.
Da tutti i punti di vista: da quello dell'assetto idrogeologico, sotterraneo e superficiale, a quello dell'assetto ambientale, in corso d'opera e post operam.
                    
Saro Di Paola, 20 aprile 2024