Con l’adozione preliminare è stata conseguita la finalità privatistica del PUDM

Ritratto di Pasqualino Turdo

18 Aprile 2024, 10:35 - Pasqualino Turdo   [suoi interventi e commenti]

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Come si legge nella relazione del progettista, il PUDM è il "documento di pianificazione comunale che regola le modalità di utilizzo della fascia costiera demaniale e del litorale marino sia per le finalità pubbliche sia per iniziative connesse ad attività di tipo privatistico e riguarda le aree la cui gestione è affidata al Comune con l'esclusione di quelle che ricadono sotto la giurisdizione dell'Autorità portuale."

Il PUDM al nostro esame mi consente di affermare, con soddisfazione, che il Comune di Cefalù dispone, finalmente, delle regole che permetteranno il rilascio delle concessioni  di tipo privatistico.
Possiamo dire che il Comune ha conseguito uno degli obiettivi previsti dalla L.R. n.3 del 17/03/2016 e dalle direttive emanate dall'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente.

Con la stessa soddisfazione, non si può, però, affermare che, col PUDM al nostro esame, il Comune ha conseguito l’altro obiettivo previsto dal Legislatore “per l'utilizzo della fascia costiera demaniale e del litorale marino per finalità pubbliche”.

E ciò, certamente, non per demeriti del progettista, Arch. Antonio Calderaio, al quale va il mio personale apprezzamento, ma per le limitazioni che lo stesso Legislatore ha dato ai contenuti del PUDM.

Le finalità pubbliche, nel caso del nostro Comune, si sarebbero potute e si potrebbero conseguire, in particolare, su due grandi aree:
la cosiddetta area portuale e la cosiddetta area del ripascimento.

La prima, cioè l'area a terra dalla radice della diga foranea alla baia di Presidiana, è considerata area portuale sin da quando, nel 1953, è stata messa la prima pietra della diga foranea.

Solo che, tale area, ancora nel 2024, non può essere definita portuale.
Non solo per la mancanza di un porto che possa definirsi tale,
                                                               

ma, anche perché nel suo ambito ricadono attività e realtà artigianali e di ristorazione in proprietà private nonché la strada pubblica attraverso la quale si accede ad esse e ad altre attività turistico-ricettive.
Strada pubblica ed attività private assolutamente inusuali ed incompatibili all'interno di quelle che sono le aree portuali propriamente dette, la cui gestione il Legislatore demanda, giustamente ed esclusivamente, all'Autorità portuale.

Su gran parte di quella che, a Cefalù, viene intesa come area portuale e che, come ho detto prima, si estende dalla radice della diga foranea alla baia di Presidiana, la giurisdizione non può che essere del Comune.

Al riguardo, a mio giudizio, bene ha fatto l'Amministrazione a prevedere di destinare 200.000 euro dell’avanzo di amministrazione del bilancio comunale alla redazione del piano Regolatore del porto e bene abbiamo fatto quelli del gruppo “InnoviAmo Cefalù” a votarlo favorevolmente.
Però, sempre a mio giudizio, l’Amministrazione altrettanto bene avrebbe fatto  se, già in fase di redazione del PUDM, avesse chiesto al suo progettista di delimitare l'area che quel piano regolatore del porto dovrebbe interessare.

 

Per l'area, cosiddetta, del ripascimento mi limito a fare un’amara constatazione.
                                     

Il fatto che dopo circa 40 anni, col PUDM si sia ancora nella fase di "variazione della dividente demaniale" e di rinvio della sua destinazione per finalità pubbliche  ad una "successiva progettazione d'insieme" dice tutto sull'attenzione e sull’interesse che le Amministrazioni che si sono succedute dagli anni ottanta, quando quello specchio di mare è stato adibito a discarica dei materiali di risulta dallo scavo delle gallerie autostradali,  ad oggi hanno riservato a quell'area.
                              

Eppure, tale area, adeguatamente progettata e rifunzionalizzata, potrebbe essere di vitale importanza per tutto il territorio di Cefalù anche in termini di aree di interscambio modale, fondamentali per il miglioramento del traffico lungo gli assi viari di accesso al centro urbano.
E dei circa 30 anni intercorsi dai primi del novanta ad oggi, sono 12 quelli che sono stati gestiti dalla maggioranza e dall'Amministrazione in carica.
Mi spiace dirlo ma è così.

Per le ragioni che ho cercato di fare cogliere in questo intervento, il mio voto sul PUDM è stato di astensione.
   Pasqualino Turdo, Consigliere comunale