Ritorno all'oscurantismo

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Dicembre 2020, 20:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ho imparato in anni di studio che, come ci hanno insegnato i Greci venticinque secoli orsono, fare ipotesi è lecito, ma è ancora più necessario fornire una dimostrazione logica, altrimenti essa rimane una pura fantasia.

Grazie a questo dono offertoci dai Greci è progredita la civiltà; è progredita sotto ogni forma: nella scienza, vedi Newton e Galilei; nella tecnica e nella produzione di derrate alimentari; nella medicina, senza santoni e maghi; nei viaggi, ora più rapidi e più sicuri, e quindi nello scambio di esperienze, che un tempo erano difficili, quasi impossibili. Si consideri, per esempio, che senza Marco Polo avremmo dovuto aspettare secoli prima di conoscere la civiltà cinese e senza Colombo e Magellano i nostri orizzonti geografici sarebbero rimasti ristretti come se fossimo stati prigionieri della nostra piccola Europa.

Oggi, per fortuna, la nostra Terra è diventata piccola e non soffriamo più di questa miopia, ma soffriamo di una sorta di presbiopia, che ci impedisce di vedere da vicino. Ci impedisce di vedere e comprendere le realtà vicine a noi. Senza l'uso dell'argomentazione, giudichiamo per preconcetti e per opinioni fantasiose le altre civiltà, proprio come fanno loro. Questo accade perché dall'una e dall'altra parte ha prevalso una sorta di arroganza fideistica, che ci fa credere di essere superiori.

Fatte queste premesse, consideriamo presso quali popoli accade tutto ciò. Certamente non presso i giapponesi e neppure presso gli indiani, perché in questi popoli se una fede esiste, essa non è dogmatica. È la fede nella loro intuizione e nel sostenerla con argomentazione logica, dalla quale deriva la saggezza degli scintoisti e dei buddisti.

Accade, invece, fra i popoli che credono nelle religioni rivelate, che a ben riflettere derivano tutte dall'ebraismo: il cristianesimo – ortodosso, protestante, cattolico – e l'islamismo – sciita, sunnita, kharigista. I popoli che seguono queste credenze, nonostante esse derivino da insegnamenti condivisibili (si pensi a quelli del Cristo), sono stati traditi dalle forme istituzionali da esse assunte nelle cosiddette chiese. Non per nulla oggi si parla di chiese e di lotta delle chiese fra loro e persino al loro interno.

In verità, a queste due fedi da circa un secolo se n'è aggiunta una terza: il comunismo. Vero è che esso ha fallito ovunque ha cercato di creare una società nuova e migliore, ma ha fallito con i suoi gulag e le sue persecuzioni. Nonostante tutto, ancora oggi il marxista che venga messo di fronte alle molteplici testimonianze che dimostrano il fallimento e il disastro delle sue convinzioni, risponderà invariabilmente: “Ma non era vero Marxismo!” (e l’unica risposta possibile sarebbe: “Per fortuna, pensa se lo fosse stato fino in fondo!”).

Queste tre fedi hanno tradito l'insegnamento dei Greci ed esse, pertanto, lottano fra loro e pretendono la conversione in forza degli insegnamenti dei loro profeti e dei loro messia, che non si capisce bene in forza di quale spiegazione logica, o argomentazione logica per dirla con i Greci, hanno dimostrato e dimostrano che tali insegnamenti non sono soltanto fantasie, che esse utilizzano per sostenere la loro intolleranza.

Le cose diventano orribili e insopportabili, quando il potere laico, quello che crede soltanto nella libertà dei cittadini e nella forza del diritto, si allea con una di queste fedi. Si pensi all'asiento, in forza del quale la Chiesa cattolica autorizzava la schiavitù dei negri, perché discendenti di Cam maledetto da Noè per tutti i suoi discendenti; si pensi all'abiura imposta a Galilei e a Giordano Bruno sul rogo; alle uccisioni di ieri e di oggi da parte degli islamici; a Solženicyn e a Sinjavskij e Daniel nella Russia comunista e i giovani uccisi dai comunisti cinesi nella piazza Tienanmen a Pechino.

L'elenco potrebbe e dovrebbe continuare a lungo. È raccapricciante che ancora oggi, dopo Voltaire e Diderot, dopo l'illuminismo, proprio noi europei e italiani ci lasciamo trascinare dall'intolleranza e pronunciamo condanne in forza delle nostre fedi fantasiose, che è nostro diritto professare, ma reato imporle persino con la forza.