Il doppio virus: il Sars 2 e la pianificazione

Ritratto di Angelo Sciortino

29 Ottobre 2020, 20:18 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Approfittando di questa epidemia o pandemia che dir si voglia, questo governo, pur con i limiti della sua intelligenza, comincia già a imporre la pianificazione della vita degli italiani e soprattutto anche dell'economia, come se fossimo tornati al comunismo di Lenin e Stalin, quando lo Stato si arrogava il diritto di essere l'unico che poteva provvedere alle necessità dei cittadini. Si pensi alle strane idee di “ristorare” datori di lavoro e lavoratori, rimasti vittime degli effetti dell'epidemia.

La pianificazione sarebbe irrealizzabile e la creazione di "mercati artificiali" risulterebbe impossibile, poiché non determinerebbe la creazione di ricchezza, cioè di prodotti per i consumatori. Perché questo avvenga, occorre un vero sistema di prezzi (e costi), che dipende necessariamente da uno scambio di titoli di proprietà, cioè dipende dalla proprietà privata dei mezzi di produzione.

Tale impossibilità si dimostrò vera durante l'esperimento sovietico, giacché l'Unione Sovietica, dovendo stabilire parametri affidabili per la produzione e la pianificazione economica, iniziò ben presto a copiare i prezzi europei. Vale a dire che, data l'impossibilità di calcolo economico in un sistema senza proprietà privata, ma data la necessità di calcolo economico per evitare il crollo repentino del sistema, l'URSS dovette servirsi dei parametri di prezzo applicati nel continente europeo, dove esisteva la proprietà privata dei mezzi di produzione.

Questa proprietà privata sta subendo oggi un attacco strisciante proprio per colpa della politica attuale, del quale neanche l'Avvocato degli italiani si rende conto. Quel ch'è peggio, non se ne rendono conto neppure gli stessi italiani, presi come sono dal desiderio di ricevere la manna dal cielo, con un cielo rappresentato dallo Stato; una manna adesso chiamata ristoro!

Certo, qualcuno mi dirà che è così da tempo, visto il profluvio di raccomandazioni e di clientele, che hanno tempestato l'Italia negli ultimi cinquant'anni. Ma oggi è un po' diverso per due ragioni: perché dopo cinquant'anni è difficile ritornare a un più dignitoso sentire e soprattutto perché oggi, grazie all'epidemia dal coronavirus, regna la paura, se non il terrore. Un sentimento che permette di imporre ciò che si vuole.

Personalmente, fedele all'adagio latino Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, resto convinto che le idee e solo le idee possono illuminare l'oscurità. Come ci insegna la storia, le idee e non la fame o le proteste sterili di una folla che si definisce popolo.

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