Turismo e balneazione

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Giugno 2019, 12:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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A Cefalù è ormai diventata consuetudine non interessarsi da parte delle Autorità, siano esse amministrative e giudiziarie, in alcun conto, dei rischi che i cittadini corrono per la loro salute. Prima l'acqua, che non soltanto non è potabile, ma anche pericolosa per il suo utilizzo per usi umani – lavarsi i denti, lavare le stoviglie e persino farsi la doccia al mattino. Adesso si aggiunge un altro rischio, quello di farsi un bagno nel suo mare, dichiarato con decreto regionale non balneabile in molti suoi punti, tra i quali il mare antistante piazza Colombo e quello della Giudecca e del Porto. Eppure quotidianamente si assiste a folle di vacanzieri, che proprio in questi tratti di mare fanno il bagno.

Sorge spontanea una domanda: perché in prossimità della costa prospiciente a tali tratti non è posto un cartello di balneazione? Mi risulta che il decreto assessoriale, che stabilisce tale divieto, è stato notificato all'Amministrazione comunale, all'ASL e alla Capitaneria di Porto. Possibile che nessuno di questi Enti ha sentito il dovere di sistemare cartelli per informare i cittadini del divieto?

Una osservazione particolare merita l'Amministrazione. Coloro che ne fanno parte a vario titolo sanno che l'attività economica di Cefalù più redditizia è quella turistica. Numerosi alberghi danno ospitalità a turisti, che vengono a trascorrervi le loro vacanze, aspettandosi di godere del suo mare e delle sue bellezze. Invece, si ritrovano un mare non balneabile in molti tratti e nemmeno viene loro segnalato. Che pubblicità faranno costoro a Cefalù?

Commenti

Attendo con ansia la denunzia dell'Amministrazione. Potrò così dimostrare le verità esposte nel mio intervento e che segnalare fatti del genere non è un danno all'immagine, ma una sua difesa, se i responsabili provvedessero a rimediare.