Lo "ius primae noctis" sopravvive

Ritratto di Angelo Sciortino

5 Gennaio 2019, 14:50 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ci fu un tempo in cui i re e i nobili esercitavano il potere assoluto ed erano come padroni assoluti persino delle vite dei loro sottoposti. Delle vite, della dignità e degli affetti. Si pensi a quella terribile norma detta ius primae noctis, che imponeva alle donne di trascorrere la loro prima notte di nozze con il nobile, per saziare le sue voglie erotiche, per guadagnare il diritto di farlo con il loro legittimo marito.

C'era di più, però. Ho detto più volte che il termine cornuto aveva presso gli antichi Greci una valenza positiva, indicando la persona intelligente. Tale valenza si è perpetuata nel dialetto siciliano, che indica spesso l'abilità di un uomo a risolvere un problema difficile. Dal Medioevo, proprio quando vigeva lo ius primae noctis, il termine ha assunto quello dell'uomo tradito dalla moglie. Perché? Semplicemente perché quando il re voleva andare a letto con la castellana, invitava il castellano nella sua riserva di caccia, restando così libero di unirsi alla moglie. Quando il marito tornava, esponeva alle porte del castello il trofeo del cervo ucciso, per dimostrare a tutti che egli aveva avuto l'onore di essere stato ospite del re. Tutti, però, sapevano come stavano veramente le cose, per cui quelle corna del cervo indicavano che egli era stato tradito dalla propria moglie. In sintesi, quelle corna del cervo indicavano che al castellano poteva attribuirsi il termine cornuto.

Non so se le cose stanno diversamente oggi. So con certezza, però, che le cose non sono molto cambiate rispetto ad allora, come dimostra un'altra usanza in voga ancora oggi, quella del giullare. Questa figura era importante, non soltanto perché divertiva il re e i suoi nobili seguaci, che sorridendo dimenticavano il loro stato di servi, ma anche perché su quei giullari il re poteva addossare responsabilità, che invece erano sue. Guardiamo con intelligenza e obiettività al governo nazionale, con i suoi ministri giullari; guardiamo ai governi regionali, con i loro assessori e consiglieri giullari; guadiamo alle amministrazioni comunali, con i loro assessori e i consiglieri giullari: guardiamo all'intera politica italiana e non possiamo non ammettere che nulla è cambiato, specialmente se guardiamo ai cosiddetti elettori, divenuti servi della gleba plaudenti alle battute dei giullari.

Insomma, nulla è cambiato.

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