"Recital di A. Barracato & C."

Ritratto di Giuseppe Maggiore

31 Marzo 2015, 19:30 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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"RECITAL  di  A. BARRACATO & C."
(Una sera a teatro)

 

"Nuntio vobis gaudium magnum: ...habemus Narraturas!..."

 

Nell'atmosfera ovattata di un teatro Cicero scenograficamente mirabile, seduto su una delle ultime poltrone del locale (avevo precedentemente chiesto al Dr. Toti Coco - è una inveterata tradizione, ormai -,  sodale che invito sempre a seguirmi per compagnia in similari occasioni quasi egli faccia parte di un mio ipotetico seguito, di essere anche lui presente al recital; ma, ritengo, per motivi di reperibilità non gli è stato possibile aderire), attendo tranquillamente che inizi l'annunziata performance dell'altro amico, Antonio Barracato, che i Cieli ne conservino la limpida memoria sino alla settima generazione (ed oltre ancora).

Sono le 18,20 del 29 Marzo di quest'anno del Signore e la sala si è adeguatamente riempita.

I conoscenti non mancano ed i conseguenti saluti neppure.

Così ho il piacere di incontrare: Antoniella Marinaro, prestigiosa Assessora alla Cultura di questo Comune, inveterata cultrice di innumeri manifestazioni culturali nonché personaggio di spicco al quale la nostra città deve molto, che mi onora della sua ambita cordialità; Silvia Patti, nota organizzatrice e conduttrice di convegni e di mostre d'arte (elegante nel vestirsi: un giorno prima l'incontrai in rosso ed ora al teatro la trovo in verde, in sintonia col colore dei suoi occhi); la di lei figlia, Maria Teresa Rondinella, prestante archeologa adusa a consimili convegni (e per l'occasione, infaticabile fotografa di scena); Rosaria Lo Bono, preclara poetessa della vicina Termini Imerese, pluripremiata in molteplici concorsi nazionali (citiamo alcune sue liriche in lingua ed in vernacolo in cui il sentimento si amalgama con lo stile vivificando i concetti espressi: "Spighe d'amore", "Vittimi 'nuccenti", "Amo il mare", "Pinseri d'un cunnannatu").

Per ingannare l'attesa osservo ammirato la rutilante pittura che impreziosisce il soffitto, opera di Rosario Spagnolo, raffigurante l'allegoria delle arti con le muse della commedia "Talia", ponendo mente al fatto che la maestrìa di una volta, dispiegata nell'arte, oggi è un lontanissimo ricordo; e che si ha un bel dire che la tecnica e l'ispirazione connotino ogni epoca col "profumo" della propria modernità: per quanto ciò avvenga, è innegabile che si sia persa, purtroppo, la dolcezza delle linee, l'armonìa della composizione, la ridondanza delle forme e quant'altro, orpelli di un memorabile passato che dànno all'immagine quella prestanza che l'immagine stessa deve avere.

Non è molto tempo che mi trovo a far tali congetture, quando, attratto da un pungente profumo di squisita pertinenza femminile, mi volto alla mia sinistra (alla destra non vi sono più poltrone). 

Mi accorgo di una procace signora bionda, a me totalmente sconosciuta, non più di primo pelo e marcatamente truccata, volutamente ostentante una perduta rimpianta giovinezza, che s'é venuta a sedere proprio accanto a me, da quest'altro lato, unico posto libero fra i tanti altri occupati. Forse, sessant'anni fa poteva anche essere stata bella, ma adesso l'impietoso tempo non mostra che un rudere.

Mi si rivolge.

-- ... Scusi, ma quando cominciano?...-- mi fà con pura intonazione bolognese, elargendomi uno smagliante sorriso d'occasione che mette in mostra una doppia fila di bianchissimi denti alquanto sconnessi; per non parlare, poi, delle sue labbra, rosse come le fiamme dell'inferno, ma avvizzite.

-- Che vuole che le dica... L'orario canonico sarebbe alle 18,30… almeno, a seguire la locandina...-- le rispondo con sufficienza.

-- Si, ma sono già le 18,40...--

-- È vero…-- constato, sbirciando l'orologio al mio polso  -- Ma lei sa benissimo come viene calcolato il tempo in Sicilia: l'ora del sud equivale alle circa due ore in più rispetto al nord... Pertanto, se si dice 18,30, può benissimo capitare che si intenda cominciare alle 20,30 --

--… Dice?... -- appare contrariata -- … Mi auguro di no... ho una cena, stasera, alla quale non posso proprio mancare... -- Mi guarda con espressione sospettosa -- … Ma è poi vero, quello che mi dice... due ore?... Proprio due?... Così tanto?...--

-- Siamo nelle mani del Cielo.. -- faccio io, filosoficamente, allargando le palme -- speriamo bene --

Si mette a ridere. Ed io con lei, per pura mia degnazione, oltre che per pura convenienza.

-- E a Bologna, mantengono l'orario? -- indago io, così, tanto per sostenere il dialogo.

-- … Come fà a sapere che sono emiliana?... -- si meraviglia lei.

-- ... Bè... l'intonazione, è indiscutibile, la tradisce... È di Bologna?... --

-- Veramente no. Sono di un paesino vicino: Villanova. Mi trovo qui in vacanza dove mio marito ha dei lontani parenti... È un posto incantevole, questo, nel quale non sono mai venuta...ma, a dirle la verità ed a parte le bellezze naturali ed architettoniche della città, che sono quelle che sono, non ho trovato molte attrattive sociali...Sono qui da una settimana e mi sto annoiando... Peccato! Una caratteristica città come questa dovrebbe ben industriarsi per attrarre in miglior modo il turismo, no? Così, passando per caso, dopo una passeggiata su questo bellissimo vostro lungomare e risalendo per Via Spinuzza, ho visto questo locale aperto con un certo movimento di gente. Per curiosità ho chiesto e ho appreso che si tratta di un teatro e che stasera vi sarà una recita o qualcosa del genere. Così, non sapendo che fare, sono entrata e mi sono trovata in questo stupendo ambiente... --

-- È un gioiello, come vede. Del primo ottocento… --

-- … Si, vedo, vedo. È una bomboniera... un monile da curare... Cefalù, però, credo che avrebbe bisogno di una più oculata conduzione per assurgere ad una potenzialità internazionale di tutto rispetto, più degna di lei, maggiore di quella che può avere... --

-- Ma, guardi, che lei si sbaglia... Concordo che si debba tendere al sempre di più, ma cosa le fà pensare che qui la conduzione della città sia carente? Non lo creda affatto. Abbiamo gente in gamba, qui, gente che si è impegnata ed ha ottenuto immancabili risultati con partecipazioni a stand esteri, a manifestazioni internazionali, a convegni ed a quant'altro. Sia il Sindaco, Rosario Lapunzina, la Consulente al Turismo, Angela Macaluso, che la stessa Antoniella Marinaro, lavorando di concerto, hanno fatto sì che la città, in ambito culturale e turistico, si riprendesse da un passato poco rispondente. Certo, tenga presente che i tempi sono quelli che sono e finché l'epoca delle vacche magre non trasmigrerà altrove non credo che si potranno fare salti di gioia...--

In quella Barracato si fà sul palco, aggiusta il microfono sul piedistallo, si guarda in giro, sorride a qualcuno fra il pubblico e gli fà un lieve cenno di saluto con la mano, pone una carpetta aperta sul leggìo e si allontana, poi, verso un tendaggio sul fondo, attraverso il quale si eclissa uscendo di campo.

-- Questo chi è, il presentatore?... -- mi chiede ancora la signora, quasi sottovoce, avvicinando la sua bocca al mio orecchio, sicuramente per discrezione.

-- Non proprio... a volte si, comunque -- la informo – È l'autore di alcune poesie che verranno lette, il direttore di scena, il regista della serata... e, dulcis in fundo, è anche il creatore di questa compagine "I Narratura" che si esibisce stasera... Lei, certo, non può conoscerlo... È celebre. Ha avuto un sacco di riconoscimenti in ambito nazionale... Poeta dialettale di vaglia, fotografo d'eccezione, filmaker della più bell'acqua, organizzatore di simposi poetici, recentemente anche premiato a destra e a manca con primi, secondi e terzi premi, attestati di merito, citazioni in antologìe e quant'altro... Adesso, pensi, sta portando a termine un incontro poetico con i detenuti di note case circondariali insulari sempre nello spirito di una loro auspicata rieducazione... Bisogna riconoscerlo: è molto impegnato nel sociale... --

-- ... Tutte queste cose è?... -- m'interrompe lei meravigliata.

-- Appunto!... E ciò che le ho appena riferito è la centesima parte di tutto ciò che fà... In più -- aggiungo -- ha la grande qualità di sapersi attorniare di un quorum femminile di indiscutibile prestanza fisica e culturale… --

-- ... Ma guarda!... E chi l'avrebbe mai detto!... -- osserva lei -- ... A guardarlo, così su due piedi, m'é sembrato una mezza calzetta... avrei pensato solo ad uno dei tanti presentatori improvvisati di ribalte provinciali..."

-- Eh, no, signora cara. Lei ha preso un granchio. L'ha detta grossa! Il mio amico, se gliela racconto, scuserà la sua battuta! Ma non è per niente ciò che ha detto lei! L'abito non fà il monaco, come si dice. Può, a prima vista non sembrare, ma è proprio un cavallo vincente... in molteplici campi!. --

Mi pare di notare, ma sicuramente sarà una mia sventata sensazione, che il suo ginocchio prema con moderazione il mio. Ma, certamente, questa mia impressione sarà un postumo ingeneratomi dal film "Malombra" del 1985, con Paola Senatore, visto per caso ieri sera in TV.

-- ... E lei lo conosce?... -- mi fà ancora, mostrando un certo interesse.

-- Chi, Barracato? Certo che lo conosco!... È anche amico mio, a parte il fatto che lo stimo. Lui addirittura sostiene che quello che sa glielo abbia insegnato io, bontà sua; ma non è affatto vero... Quindi, se lei definisce una mezza calzetta lui, pensi un po' come potrebbe definire me, che pare sia stato il suo pigmalione! --

La tizia, accorgendosi della mia animata perorazione, ristà un po' sulle sue: fà marcia indietro.

-- Mi dispiace, se l'ho contrariata... Non volevo, mica, offenderla... né lei e né il suo amico... io dicevo così per dire... --

-- Ma io non mi sono affatto offeso… -- la rincuoro -- se le è parso che mi sia accalorato è per ristabilire la verità dei fatti --

In quella, però, mi distoglie dal fortuito dialogo intrapreso l'apparizione sul palco della gradevole figura di Miriam Cerami (fisico più d'attrice che da letterata), noto personaggio della cultura cefaludese che ha studiato "Abilitazione all'insegnamento" presso l'Accademia delle Belle Arti di Palermo, direttrice artistica della presente manifestazione connotata dall'espressivo titolo "No violenza", presidente dell'Associazione "Amici dell'Archivio di Stato di Termini Imerese" e di quant'altro, scrittrice eclettica ("Addio malaria" e "Roccapalumba raccontata ai ragazzi"), nonché presentatrice, per l'occasione, della serata, oltre che affermata dicitrice.

-- … Ecco… è lei la presentatrice… -- spiego alla mia occasionale conoscente.

-- … Ha un bel personale... .-- commenta la mia vicina, inforcando un paio di occhiali che sicuramente non le donano -- ... Io, ai miei tempi, ero suppergiù così... --    

Intanto Miriam si avvicina al microfono e, dopo avervi battuto sopra con un dito per saggiarne la ricettività, ci gratifica di un cordiale accattivante sorriso.

-- … Signore e Signori, buonasera... --

Inizia, poi, una breve disamina sul tema esplicitato, a mò di introduzione, passando, quindi, a presentare i due autori le cui liriche stasera saranno lette: Antonio Barracato e Margherita Neri Novi.

Presenta anche la terza componente del quorum recitativo, Santa Franco, apprezzatissima interlocutrice per i suoi calibrati interventi spesi nell'ambito di manifestazioni culturali , nonché insegnante preparata e valente, personaggio di rilievo nell'ambiente culturale nostrano, già adusa ad interventi relativi ad esibizioni de "I Narratura"; ed il quarto, il conosciutissimo Enzo Iannone, attore per diletto (mi ricorda un po' la carismatica figura del compiantissimo Giovanni Rao) il cui timbro tonale (adeguato alla sua complessione fisica) ne fà un lettore superlativo in simili occasioni.

Miriam Cerami informa, infine, che la bravissima e giovanissima Delia Saja (figlia della non mai abbastanza lodata Rosalba Gallà, stimata docente, cultrice d'arte a 360°, per più versi da me in precedenti miei similari interventi connotata), virtuosa di chitarra classica che stasera avrebbe dovuto supportare le recite con un sottofondo musicale consono alle liriche presentate, non è potuta intervenire per motivi che sfuggono e che, quindi, per l'attuale occorrenza sarà utilizzato un commento melodico preregistrato, fornito dall'amichevole cortesìa di Serafino Barbera, accreditato pittore in quel di Campofelice Roccella.

Dal mio posto di osservazione vedo il palco nel suo complesso: Miriam in campo totale e Barracato e la Neri sul fondo, in campo lungo, in una parte della ribalta non illuminata, in attesa del proprio turno per accedere al microfono.

Esaurito brillantemente l'argomento introduttivo è la volta di Margherita Neri di prendere in mano la barra del timone, aprendo la recita con la sua poesìa "Ora vu cuntu".

Che dire di Margherita Neri? Che si può dire di un'artista del calibro suo? Di una verace poetessa che predomina il campo sin dalla fanciullezza? Di un'artista la cui sensibilità, portata al diapason della creatività, ha prodotto liriche appassionate ed appassionanti, in stretto vernacolo, quali: "La me terra", "Li coccia d'oro", "A casa ranni", "A cicaredda", "Fimmina", "Vuci 'nta lu silenziu" e quant'altre? Che dire? ("Lingua mortal non dice quel ch'io sentiva in seno", tanto per parafrasare l'eccelso Leopardi).

L'arte è il mezzo mediatico, che, mimetizzandoci, ci consente di rivelarci.

-- ... E la signora è di Cefalù?... --  mi chiede ancora la mia vicina, accennando alla Neri.

-- Si, di Cefalù. È un'apprezzata poetessa vincitrice di numerosi concorsi di poesìa dialettale in ambito locale e nazionale; donna colta, adusa alle ribalte, personaggio di spicco nel nostro habitat intellettuale ed anche fuori… --

-- … Come parla bene, lei... Sembra un libro stampato… --

-- La ringrazio. Ma non creda che sia  tutto oro quello che luce… --

-- ... Si, ma si vede bene che non è il primo venuto… --

-- Pr questo, mi creda, neppure l'ultimo --

Ad un tratto mi pare (sempre mi pare) che il ginocchio della signora, che mi sta accanto come prima, prema ancora di più il mio.

Che lubriche intenzioni ha, questa vecchia? mi trovo a chiedermi, perplesso. Per chi mi ha preso? Ma che progetti ha? Evidentemente non mi conosce: non sa che io sono duro come una roccia, inespugnabile come un "castrum", come un "oppìdum", o, per lo meno, come un "oppidùlum", soprattutto quando ho da fare con le vecchie o anziane che siano! E poiché io mi ritengo un ex ragazzo serio ("ex", nel senso che, purtroppo, non sono più giovane, insomma; e non, certo, come qualche malevolo può ipotizzare, che prima ero serio ed ora non lo sarei più. Capiamoci!) tutto casa e chiesa, per dirla con un abusato aforisma, e più chiesa che casa, aggiungerei io, scosto l'arto e lo drizzo in tutt'altra direzione, diametralmente all'opposto della prima.

In un avvicendarsi continuo nella lettura degli autori e degli attori, presentati di volta in volta dalla impeccabile verve di Miriam Cerami, lettura ad un certo punto intramezzata da una lirica (fuori scaletta) di Pola Giallombardo, presentata dalla cugina, la scrittrice Laura Frezza, la recita procede spedita con gran gradimento del pubblico.

Vengono presentati i seguenti brani: "Tanti stiddi", "Puru chista è violenza", "Basta eroi", "Cu quali curaggiu", "Nasciu fimmina", "Na storia amara", "E' un attu 'nfami" di Antonio Barracato e "Chianci Palermu", Vuci 'nta lu silenziu", "Zittiti ca si fimmina", "Fimmina", "Viulenza", "A cicaredda", "Scialli nivuru", di Margherita Neri Novi.

Santa Franco, dopo una sua profonda riflessione sul tema della serata e, alternandosi con gli altri personaggi, legge con espressione da consumata attrice le liriche di Antonio "Nasciu fimmina" e "Na storia amara";

mentre Enzo Iannone, con somma espressività da vecchio lupo di palcoscenico, legge "Fimmina" e "Vuci 'nta lu silenziu" di Margherita.

L'ora e qualcosa, della recita, passa presto, così come tutte le cose che si apprezzano. È una costante umana, questa, che ciò che piace si dilegua velocemente (fugit irreparabile tempus!) ed il contrario, invece, permane. È la parte negativa dell'esistenza che perdura, a scapito della positiva.

Ci avete mai fatto caso? Ciò che la terra produce per il nostro sostentamento è frutto di indicibile fatica, mentre tutto il resto nasce spontaneo. Perché? Bisognerebbe chiederlo a Chi di ragione!

La conclusione della serata, oltre che ai ringraziamenti di rito da parte dei personaggi in campo, è affidata all'intervento di Antoniella Marinaro, titolata come sopra, che ha espresso parole di compiacimento per gli autori, per la presentazione e per i dicitori, invitando gli Stessi a sempre maggiori conseguimenti.

A questo punto mi alzo, ed elargisco un misurato "Buonasera" alla mia vicina stagionata tentatrice.

-- Che fà, se ne va? -- mi guarda un po' storto.

-- La recita è finita. Che vuole che faccia? --

-- Già… è finita... -- ammette lei, con una certa evidente delusione.

-- Non mi resta, così, che salutarla... -- concludo -- ... ed augurarle un ottimo proseguimento di vacanza, qui a Cefalù --

-- ... Questo suo augurio mi solleva... -- proferisce ancora, con una certa ironia -- ... Si stia bene pure lei... e mi saluti tanto il suo amico, il signor Barracato, se non le arreco disturbo!... --.

Non dico altro, né lei emette verbo; dopodiché, con fare risoluto, mi allontano e mi appropinquo alla ribalta per le congratulazioni ed i conseguenti abbracci del caso, rimuginando strategìe lessicali da ammannire nella redazione di questo articolo.

 

Cefalù, 31 Marzo 2015.                                                                                                                                       Giuseppe Maggiore

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